Andreotti non parla d'economia, e il bel canto non esiste più

Andreotti non parla d'economia, e il bel canto non esiste più AL GIORNALE Andreotti non parla d'economia, e il bel canto non esiste più Silenzio a Mixer sui problemi dell'Italia La serata del 12 gennaio ho osservato il programma televisivo «Mixer» su Rai 2 ed in particolare l'intervista al senatore Andreotti, che La Stampa ha riportato il giorno seguente. Tutto è stato chiesto al senatore, ad esclusione del problema economico attuale. Il mio dubbio è che tale argomento, così vitale in questi momenti, volutamente non sia stato toccato con tale personaggio che, ancora poco tempo fa, per bocca di un suo ministro dichiarava che tutto andava per il meglio, la nazione era, mi pare, la quinta e l'economia era forte. Possibile che tutto sia precipitato in così pochi mesi? Ne abbiamo discusso tra molti amici e nessuno, a parte vari commenti, ha saputo rispondere. Gianni Bianchi, Alessandria Voci troppo sottili per la lirica Ormai non abbiamo più cantanti lirici come quelli del passato ove il bel canto era qualcosa di sublime e pochissime persone potevano accedere a quei grossi palcoscenici mondiali. Tutto questo è ormai caduto nel dimenticatoio, abbiamo solo gente che crede di prendere in giro il pubblico cantando (si fa per dire) opere liriche ove è d'uso avere voci, delle grosse voci, adatte ad eseguire solo alcune opere, non certo tutte. Altre voci sono adatte ad eseguire solo musica da camera come appunto: mi è capitato di ascoltare la Lucia andata in scena al Teatro dell'Opera di Roma ove la protagonista Devia aveva una vocina talmente sottile (appunto adatta per la musica da camera), e tra l'altro mi è sembrato che si muovesse in scena goffamente, come se fosse inceppata. E anche gli altri interpreti, tolto qualcuno, non erano certo da meno. M. Ludovica Cenci, Torino Federalismo in Europa per ia pace nel mondo Ho letto l'articolo di Barbara Spinelli «Il sonno d'Occidente». Mi ha profondamente toccato, mi trova completamente consenziente: la sua diagnosi impietosa, il suo appello accorato non può non scuotere tutti gli uomini che hanno un cuore e che abbiano un'intelligenza della storia e dell'interdipendenza del mondo e in particolare dell'Europa. Risulta ancora più valida la consapevolezza che il padre di Barbara, Altiero Spinelli, e altri uomini illuminati fin dalla Resistenza, e penso, tra gli altri, a Ugo La Malfa, ebbero presente e cercarono di indicare a tutti gli uomini di buona volontà, cioè la necessità che esista un potere europeo limitato ma reale (cioè federale) che sia responsabile di fronte a situazioni che le dodici teste pensanti ma divise non riescono ad affrontare. Pep questo dunque, per la pace del mondo, bisogna battersi anche per intervenire efficacemente se necessario. La non violenza gandhiana non era per nulla, come si crede, accettazione della violenza altrui, ma risposta mirata, precisa e necessaria. Mi è piaciuta molto anche la lettera aperta di Enzo Bettiza apparsa qualche giorno fa: dava un quadro della realtà, articolava perfettamente i vari problemi e in un modo esatto additava le vie d'uscita. Gianfranco Draghi, Firenze Tasse e balzelli a tutti i Giovanni Diffìcilmente le cose fatte in fretta e sotto pressanti necessità possono essere fatte bene, e tuttavia provvedimenti da molto tempo necessari vengono presi solo quando è tardi o troppo tardi. Si è lasciata peggiorare la situazione della finanza pubblica al punto da rendere necessari interventi di emergenza. Siamo così giunti alla improrogabile fiumana di provvedimenti, molti dei quali ispirati più alla casualità che all'equità e la cui unica giustificazione è il fine di recuperare disponibilità finanziarie allo Stato o Enti connessi. E abbiamo avuto l'imposta sui depositi bancari esistenti, la tassa sulle prestazioni sanitarie per chi supera di 1 lira un dato reddito, il blocco delle pensioni di anzianità maturande in un determinato periodo. In quest'ultimo caso si è di fatto annullato per una minima parte di lavoratori il confermato diritto di andare in pensione dopo 35 anni di contributi. Non solo: l'anzianità contributiva richiesta è diversa a seconda di quella già maturata, ma non, co¬ me parrebbe logico, nel senso che più alta è l'anzianità maturata più bassa è quella richiesta, ma nel senso opposto. In pratica con la differenza minima di anzianità si ha la massima disparità rispetto a chi ha già potuto mettersi a riposo. Nonostante si dica il contrario, è mio parere che la pensione non assistenziale sia un diritto derivante dalle somme da lui e per lui pagate e quindi indipendente dà quello da altri versato o non versato. Non è giustificabile nel corso del gioco una modifica unilaterale delle regole in base alle quali i giocatori hanno fatto i loro conti e i loro progetti, o almeno lo si dovrebbe fare tenendo conto di opportuni correttivi. Evidentemente, o lo scopo dell'operazione non era quello di rendere equa una cosa iniqua ma di risparmiare un po' di soldi oppure il governo non se l'è sentita di mettersi contro la generalità dei lavoratori. Alla faccia della parità, alle donne è comunque riservato un trattamento di favore. Non so se un tale modo di legiferare sia consono alla nostra Costituzione, ma se lo fosse sarebbe opportuno provvedere affinché in un prossimo futuro, pressati da altrettanto urgenti necessità, ai nostri governanti non venga in mente di confiscare un anno di stipendio a chiunque si chiami Giovanni o Giuliano o sia nato nel mese di gennaio oppure di imporre un balzello di qualche decina di milioni a chiunque si trovi a passare il giorno X nei pressi di Montecitorio o Palazzo Madama o nella piazza principale del paese. Massimo Parolin P., Biella Con le armi si hanno solo povertà e guerra Il pericolo maggiore dell'umanità è la produzione internazionale, la distribuzione e il commercio delle armi da guerra. Ogni volta che le armi sono disponibili, la forza bruta, la povertà, la guerra e la morte trionfano, sconfiggendo i negoziati, la prosperità, la pace e la vita. E' quanto sta accadendo in Somalia, Jugoslavia, Israele, Paesi Arabi, Iraq, Iran, Afghanistan, America Centrale ecc. M alvina Kennan, Norwalk Connecticut (Usa) «Finestre» e sottotitoli per i sordi utenti Rai Mi riferisco alla proposta del deputato sordo Bottini sulla realizzazione, da parte della Rai, di una «finestra con l'interprete gestuale» per permettere ai sordi di seguire il telegiornale in diretta sulle tre reti pubbliche. Sono del parere, essendo an ch'io sordo profondo, che la «fi nestra», se può rendere facile la comprensione da parte dei sordi che conoscono il linguaggio inimico-gestuale, può discriminare altri sordi, come me, che non lo conoscono o lo conoscono molto poco. Si potrebbero inserire sia la finestra sia i sottotitoli con due diverse pagine Televideo? L'effettiva integrazione informativa e comunicativa di tutti noi «sordomuti» (termine, secon do me, improprio perché stabili sce una relazione di complementarietà tra sordità e mutismo) si potrà realizzare se l'attuale impegno della Rai includerà anche il rispetto, il più possibile, del co pione, sia nel contenuto sia nel senso delle frasi, dopo la sua tra duzione in sottotitoli, data la differenza tra la lettura sulle labbra di chi parla e i sottotitoli; la no stra attiva partecipazione, tra mite un apposito numero telefo nico Dts (Dispositivo telefonico per sordomuti) o Videotel, a prò grammi di varietà, attualità e cultura, con domande o propri pensieri; la trasmissione di prò grammi scolastici di italiano e Lingua italiana dei segni sia per il miglioramento del nostro lin gu aggio parlato, sia per l'appren dimento di quello mimico-ge stuale, anche da parte degl udenti. Così si favorisce il rispet to della cultura «visiva» di noi sordi che, privi di sensazioni udì tive e controllo del tono della propria voce, potenziamo al massimo la percezione chiesteti co-tattile e le capacità visivo-ge stuali, fino al riconoscimento ufficiale della lingua italiana dei segni. Giovanni Peroncini, Roma