«Quei salotti della cocaina...» di Massimo Gramellini

«Quei salotti della cocaina,»» «Quei salotti della cocaina,»» Battuta di Sgarbi fa irritare Ayala LA POLEMICA IVIP E LA DROGA SROMA NIFF, sniff, come siamo caduti in basso. Mentre sul Parlamento calano le prime ombre della sera, uno storico d'arte eletto in Sardegna fra i liberali getta un po' di polvere su un magistrato eletto in Sicilia fra i repubblicani: «Ayala e io scandisce in aula Vittorio Sgarbi - siamo stati più volte in case dove si faceva uso di cocaina. La cocaina era in busta chiusa. Solo per questo potremmo dire che Ayala e io siamo cocainomani?». Ohibò. Un breve intervallo per consentire a Sgarbi un diversivo con i leghisti («Siete dei ladri e dei venduti. Io le tasse le pago, e voi?»). Poi, all'uscita dall'emiciclo, il chiarimento muso contro muso. Ayala: «Io queste cose nei salotti non le ho mai viste. Forse sono un ingenuo». Sgarbi: «Ma come? Non ti accorgevi che uscendo dalla toilette alcune signore barcollavano?». Ayala: «Questo lo dici tu. Non ho mai seguito nessuno fino alla toilette. Chi sono io, il guardiano del bagno?». Nella dotta disputa interviene l'ex missino Staiti di Cuddia: «Strano: se uno va in bagno per farsi di cocaina, barcolla quando entra, non quando esce. Quando esce, semmai, è piuttosto vispo. Almeno, mi dicono che sia così». Ma torniamo su Ayala che, come confesserà più tardi, sta sudando freddo: «Avevo paura che Sgarbi si mettesse a gridare davanti a tutti: "Ti ho visto prendere la cocaina". Invece, per fortuna, si è calmato». Mica tanto, però. Infatti gli dice: «Ayala, non ho mai detto che ti ho visto usare la coca. Né che tu hai visto qualcuno mentre la prendeva. Ma non puoi negare che sapevi». «Sapevo cosa? Io non sapevo nulla». «Senti, Ayala. Io posso portarti delle persone disposte a dichiarare che tu sapevi». Per fortuna, finisce qui. Ma era già cominciata un mese fa, quando in tv Sgarbi diede dei «fascisti» ad Ayala e Caponnetto, perché si erano rifiutati di partecipare a un dibattito con il giudice Geraci. Il giorno dopo chiese scusa e li definì soltanto «anti-democratici». Sgarbi si sta inventando un ruolo: fustigatore dei nuovi eroi degli italiani. La settimana scorsa - sempre dal suo palco quotidiano su Canale 5 - aveva attaccato Di Pietro, colpevole di mandare in carcere la gente usando un italiano traballante. Anche l'antefatto di quest'ultima sortita rientra nel copione. In aula si votava l'autorizzazione a procedere per l'ex ministro democristiano Santuz, poi passata di stretta misura. Relatore: Giuseppe Ayala. Secondo i magistrati di Mani Pulite, Santuz avrebbe intascato una tangente in busta chiusa, all'Harry's bar di via Veneto. Ma Sgarbi insorgeva: «Questi magistrati non usano prove né testimonianze, solo fantasia. Si parla di buste, non di soldi. Dentro avrebbe potuto esserci di tutto: un libro o banconote false». E a mo' di esplicazione, escogitava il parallelo su Ayala, i salotti e la coca in busta chiusa. Commento dell'allampanato giudice, poco convinto della casualità del riferimento sgarbiano: «Molti parlamentari me lo dicevano: attento, stai salendo troppo in fretta, aspettati la bordata. Sgarbi l'avrò visto tre o quattro volte, a casa di amici comuni. Ma la cocaina, quella proprio non l'ho vista mai. E poi io i salotti li frequento così poco...». Massimo Gramellini Vittorio Sgarbi è al centro di un'altra polemica

Luoghi citati: Sardegna, Sicilia, Staiti