Dopo anni un'inchiesta sull'amianto «killer»
Dopo anni un'inchiesta sull'amianto «killer» La miniera di Balarigero è chiusa, si muove il giudice Dopo anni un'inchiesta sull'amianto «killer» Arriva a quasi tre anni dalla chiusura dell' Amiantifera di Balangero la prima inchiesta penale sui danni provocati dall'amianto alla salute degli ex minatori. A dispetto di quanti, in Val di Lanzo, hanno sempre sostenuto l'innocuità della fibra estratta a Balangero, nell'ufficio del procuratore aggiunto alla Pretura di Torino, Guariniello, si contano i casi di asbestosi e di morte per mesotelioma o tumore al polmone collegati all'esposizione all'amianto bianco, la sostanza di cui, nella cava di Balangero, si estraevano fino a 140 mila tonnellate l'anno. Nel '92, nell'ufficio di Guariniello sono stati esaminati 3500 referti spediti da medici di tutta la provincia che hanno segnalato pazienti afflitti da possibili malattie professionali. Da questi referti sono scaturite 25 inchieste sui danni provocati dall'amianto: una riguarda la cava di Balangero. Su ordine della Procura, l'Usi di Lanzo ha raccolto i dati sull'incidenza di malattie professionali fra gli ex minatori: sulla base dell'ultima visita medica prima del fallimento, l'Inail aveva riconosciuto un indennizzo finanziario per asbestosi al 12 per cento dei 220 lavoratori, cui i medici hanno riscontrato una riduzione della capacità polmonare. Tre dei dirigenti che si sono succeduti all'Amiantifera sono invece morti per mesotelioma, una forma incurabile di tumore che può insorgere anche trent'anni dopo il contatto con le fibre. Da sempre, il sindaco di Balangero Giacomo Catella, ripete che «l'amianto bianco non è dannoso. Se lo fosse, saremmo già tutti morti: negli Anni 60, non c'era casa in cui le suppellettili non si ricoprissero della polvere bianca proveniente dalla miniera. Chi è morto di mesotelioma aveva lavorato a contatto con il più pericoloso amianto blu, che a Balangero non è mai stato estratto». La notizia dell'inchiesta lascia di stucco Roberto Leli, membro del consiglio di fabbrica fino al fallimento dell'armaritiferà: «Fino agli Anni 80 la miniera era di proprietà dell'Eternit e della famiglia Colombo: la prima è fallita, i secondi sono morti da anni. Dall'84 l'azienda è passata in mano a Torello Puccini, che oggi ha 74 anni. Ma i guai, se ci sono stati, risalgono agli Anni 60, quando si lavorava l'amianto senza protezioni. Questa inchiesta servirà a fini statistici, non punirà nessun colpevole». La Val di Lanzo rientra nella giurisdizione della pretura circondariale di Torino solo dalla fine dell'89: l'inchiesta potrà risalire indietro solo fino a quell'anno nella ricerca dei casi di morti per colpa della miniera. Giovanna Favro Per il sindaco di Balangero Giacomo Catella (sopra) «l'amianto bianco non è dannoso»
Persone citate: Giacomo Catella, Giovanna Favro, Guariniello, Torello Puccini
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