Antibiotici e vitamine Bottino milionario di Roberto Condio

Antibiotici e vitamine Bottino milionario Toma la banda delle farmacie, 12 colpi in un anno Antibiotici e vitamine Bottino milionario C'è un'efficientissima «banda del buco» che da più di un anno mette a segno colpi in città e riesce a farla franca. I suoi obiettivi non sono banche, gioiellerie o pelliccerie, ritenute evidentemente troppo rischiose, ma le farmacie. Furti compiuti da persone che se ne intendono, perché si impossessano di bottini per decine di milioni scegliendo specialità medicinali tra le più care, senza degnare della minima attenzione stupefacenti e affini. In 15 mesi una dozzina di furti perfettamente identici: l'irruzione notturna in una cantina vuota o inutilizzata; il buco aperto nel soffitto per penetrare nel locale da svaligiare; l'esame meticoloso di cassetti e scaffali della farmacia e del magazzino per portar via i prodotti più costosi e più facilmente commerciabili. Nessun atto vandalico. Un lavoro ben fatto, pulito, da professionisti. L'ultima farmacia «visitata» è stata, l'altra notte, la «Pirona» di via Barletta 93. «Per entrare nella cantina che sta sotto di noi hanno forzato due porte racconta il titolare, dottor Alberto Pirona -. Avevano studiato tutto nei minimi dettagli e sapevano quel che volevano. Hanno frugato nei cassetti e tra le scorte scegliendo i medicinali più cari. Hanno pure bevuto tre birre che tenevo in frigo. E per non lasciare tracce, hanno avvolto le bottiglie in fazzoletti di carta. Avranno portato via tre o quattro sacchi di roba». Tradotto in lire, un furto da una ventina di milioni: Tavor, anti-ipertensivi, antibiotici, Zantac antiulcera, Calcitonina da 66 mila a confezione e tutto quanto fa poco volume e tanto valore. «A me era andata decisamente peggio: più di 80 milioni di danno nel novembre '91 - dice la dottoressa Iolanda Oberto, della "San Domenico" di corso Unione Sovietica 591 -. Colpi del genere, a Torino, non erano mai stati fatti prima di allora. Siamo stati noi ad inaugurare una serie che sta diventando sempre più lunga». Dopo la «San Domenico», la brutta sorpresa è toccata alla «Ottone» di corso Unione Sovietica 491 (il 24 gennaio del '92), alla «Parini» di via De Sanctis 62 (84 milioni in febbraio, magazzino svuotato in un weekend), alla «Magno» di via Colombo 42, alla «Monginevro» di via Monginevro 178 e ad altre ancora. «Da noi sono arrivati nel weekend del 12-13 dicembre scorsi - ricorda il dottor Oppizzi, della "Mazzoli" di largo Orbassano 70 -. Se la sono presa comoda: hanno fumato, mangiato e bevuto. Poi hanno riempito un furgone per un valore di 65 milioni, razziando pure le scorte di aspirine». Nessuna notizia di «buchi» nelle farmacie comunali. Dice la dottoressa Pranzati, ispettrice responsabile: «Cerchiamo di scoraggiare i ladri marchiando i medicinali con un timbro antifurto. Il sistema evidentemente funziona». «Io applico un bollino adesivo con il codice della mia farmacia - ribatte Alberto Pirona, l'ultimo derubato -. Purtroppo non è servito. Mi chiedo però dove possa andare a finire tutta questa refurtiva». La frequenza dei colpi fa pensare ad un business in espansione. C'è chi parla di riciclaggio lontano da Torino; chi di vendite senza fattura alle stesse farmacie. «I grossisti stanno spuntando come funghi - conferma la dottoressa Oberto -. Arrivano a proporci pagamenti fino a 180 giorni senza interessi. Cosa quantomeno strana in momenti difficili come questi in cui i nostri fornitori abituali cercano di incassare il più in fretta possibile». Sulle imprese di questa nuova «banda del buco» sta scoppiando una polemica tra i farmacisti vittime dei furti da una parte e l'Ordine provinciale e l'Associazione dei titolari di farmacia dall'altra. Dice ancora Iolanda Oberto: «Abbiamo sollevato il caso, ma ci siamo sentiti rispondere "Sono affari vostri, fate come meglio credete". Nessuna iniziativa, nemmeno una circolare per avvisare del pericolo». Le indagini di carabinieri e polizia hanno finora dato scarsi risultati. Denunce singole e sparse sul territorio cittadino per furti mai attribuiti ad una stessa banda. E il numero dei «buchi» in farmacia continua a crescere. Roberto Condio Il dottor Alberto Pirona (sono) Qui accanto, il «buco» nel pavimento della sua farmacia e il bollino antifurto che dovrebbe impedire lo smercio delle medicine rubate

Persone citate: Alberto Pirona, Iolanda Oberto, Oberto, Parini, Pirona

Luoghi citati: Torino