Imi-Casse, questo matrimonio non si fa più

Una nota ufficializza il fallimento. Mazzotta vuol riprovare da solo, ma si riparla anche di Bnl Una nota ufficializza il fallimento. Mazzotta vuol riprovare da solo, ma si riparla anche di Bnl Imi-Casse, questo matrimonio non si fa più L'intesa tra Cariplo e Icori naufraga sul problema del controllo MILANO. Fine dell'avventura: insieme Cariplo e Iccri, vale a dire la maggiore tra le casse di risparmio e l'associazione tra le stesse casse, non compreranno il 51% dell'Imi. Dopo due anni di tira e molla, di trattative sul prezzo (i 4 mila miliardi chiesti dal Tesoro) e un interminabile braccio di ferro sul controllo paritetico Cariplo-Iccri della scatola Fincasse individuata come possibile destinazione finale del 51% di Imi, il tormentone è finito in un nulla di fatto davanti al ministro Barucci. Il triste epilogo alle cinque e mezzo della sera, un no tondo tondo detto a mezza voce e sintetizzato, nell'imbarazzo generale, in un comunicato che suona peggio di un epitaffio: «A seguito dell'incontro avvenuto nella mattinata anche con la presenza dei rappresentanti delle maggiori casse, il progetto di acquisizio¬ ne e di controllo azionario dell'Imi da parte di Cariplo e di Iccri, secondo le modalità indicate dal governo, non è realizzabile non avendo le parti interessate raggiunto i necessari accordi». E' finita così, con un incontro di pochi minuti attorno alle 17 e trenta al ministero del Tesoro, l'avventura Imi-Casse. E' finita in un colloquio a tre tra un amareggiato Roberto Mazzotta, il presidente della Cariplo, un Gianguido Sacchi Morsiani, il presidente dell'Iccri, quasi senza parole e un Barucci incredulo che fino all'ultimo aveva sperato nel buon esito, che fino all'ultimo aveva ostentato sicurezza, che non più tardi di una settimana fa da Londra aveva rassicurato tutti: «L'Imi? Si farà, si farà». No, no che non si farà. O almeno non si farà come finora si era detto: la cordata paritetica Cariplo-Iccri, volu¬ ta dalla Banca d'Italia, si è sciolta per sempre. Via libera quindi al matrimonio Imi-Bnl, l'ipotesi b prevista dal governo in caso di fallimento dell'ipotesi a? Difficile. Più probabile che adesso l'avventura in Imi sia gestita direttamente dalla Cariplo: si farà avanti da sola per comprare se non tutto il 51% almeno una quota importante da affiancare al 6% già in suo possesso? Pare proprio che sia questo il passo di Mazzotta atteso nei prossimi giorni. E che già ieri, a patatrac avvenuto, il socialista Francesco Forte (che è sempre stato contrario al matrimonio Imi-Cariplo preferendo quello Imi-Bnl) ha lasciato intendere dicendo: «Questa operazione si può fare se la Cariplo ha la maggioranza o se il prezzo è sostanzialmente ridotto». Aggiungendo: «Ma è evidente che il prezzo ridotto non interessa al Tesoro». Insomma, via l'Iccri, dentro la Cariplo. Con qualche strascico polemico. L'anticipo già ieri, prima del no ufficiale ma dopo la riunione della mattina in casa Iccri che in teoria avrebbe dovuto dare il via all'acquisizione. Uscendo dall'Icori, dove evidentemente si allargavano anziché comporsi i contrasti tra Cariplo e le altre casse, contrasti sulla leadership (la Cariplo chiedeva di contare più di tutti visto che era lei a metter soldi più di tutti) e sui quattrini da sborsare (in Iccri molte casse non erano d'accordo a procedere alla ricapitalizzazione dell'istituto per poi contare in Imi meno di zero), il vicepresidente della Cariplo, Carlo Polli, aveva lanciato il sasso in piccionaia. «Bisogna trovare chi è che comanda, perché fare un progetto industriale senza un punto di riferimento è una cosa ridicola», svelando così, nono- stante l'offerta della formale pariteticità all'Icori fatta poi da Mazzotta insieme alla proposta di pagare in tre rate il 51%, quella che è stata la ragione di un divorzio nell'aria da tempo. Della costituzione del polo bancario Imi-Casse si era cominciato a parlare due anni fa, ma l'operazione è entrata «nel vivo» nel marzo del '92 quando l'allora ministro del Tesoro Carli firmò con la Cariplo la lettera di intenti per il passaggio del 21% dell'Imi in portafo¬ glio alla Cassa depositi e prestiti all'istituto guidato da Roberto Mazzotta. Per più di 10 mesi la conclusione dell'operazione è rimasta di fatto congelata: prima in attesa di un pronunciamento delle casse che sarebbero dovute subentrare a fianco di Cariplo in un secondo tempo con un'ulteriore quota del 21%; poi dal cambio dell'esecutivo che conferma il progetto per alleviare il disavanzo pubblico nell'ambito del programma di privatizzazione, [a. z.l Da sinistra il presidente della Cariplo Roberto Mazzotta e il presidente dell'Imi Luigi Arcuti

Luoghi citati: Londra, Milano