L'ultimo schiaffo francese di Enrico Benedetto

I/ultimo schiaffo francese I/ultimo schiaffo francese «LOnu è stata scavalcata dall'operazione americana» PARIGI DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Sgambetto francese a Bill Clinton nel giorno dell'investitura. Roland Dumas accusa l'America per le bombe su Baghdad. «L'operazione militare Usa - dice oltrepassa il mandato Onu». Mitterrand per ora tace. Ma nel riferire alla commissione Difesa, ieri pomeriggio, il ministro Pierre Joxe fa capire che dietro la non-presenza francese nel raid domenicale si celava un reale dissenso, non questioni tecniche come Parigi volle far credere. «Solo l'Eliseo può assumere certe decisioni» conclude. La dissidenza francese reca quindi la firma di Mitterrand. Le due telefonate con Bush e una terza, nelle ultime ore, tra la presidenza francese e Clinton, non sembrerebbero bastare per risolvere la questione. Ma nell'improvviso giallo spunta un terzo incomodo, l'Inghilterra. Neppure Londra intervenne nel raid. Parigi vorrebbe trascinarla dalla sua parte. Ma John Major replica lapidario: «Non condividiamo per nulla le inquietudini francesi. L'attacco era giustificato. Vi furono peraltro larghe consultazioni in materia, Parigi inclusa». E Dumas si ritrova solo. Ai reporter che gli chiedevano di ribadire le accuse ha opposto il silenzio prima di volare in Gran Bretagna per una cena con il suo omologo Hurd. In menù la Bosnia e, naturalmente, l'Iraq. Oltre all'Eliseo, Clinton ha chiamato ieri pure Downing Street, con migliore fortuna. Roland Dumas torna quindi, per la terza volta in due settimane, sotto il fuoco delle critiche. Nel primo caso, annunciava una tregua a Sarajevo. «C'è intesa fra le parti» ammise. La realtà s'incaricò di smentirlo. Quindi propose che le truppe francesi liberassero i lager serbi. Retromarcia nelle 24 ore successive. Ora la stilettata agli Usa. Sembra improbabile possa essere una gaffe, e tuttavia nessuno riesce a capire come il governo voglia smentire se stesso. Dopo le prime voci, quattro giorni fa, su un ipotetico dissenso francese, il portavoce Louis Mermaz aveva lasciato intendere che solo l'assenza di missili ad hoc nell'armamento transalpino spiegava la defezione. Lo stesso portavoce presidenziale, Musitelli, fugò le interpretazioni malevole. Anzi, disse che il blitz americano era «adeguato». Come spiegare la novella ostilità? Il «Canard enchainé» rivela, nel suo ultimo numero, che Parigi era sin dall'inizio ostile a colpire obiettivi civili, ma senza voler pubblicizzare il contenzioso. Adesso lo scenario cambia. Una spiegazione forse non peregrina è che Mitterrand voglia mettere sotto pressione sin dall'inizio Clinton. Chiusa l'era Bush, gli serviva un segnale per ammonire il nuovo inquilino della Casa Bianca che, occorre mutare registro. L'avvertimento non mancherà di impressionare l'America. Anche dal ps giunge qualche schiaffo in direzione Washington. «Da soli, i bombardamenti non costituiscono una politica» afferma l'ufficio esecutivo, che in ogni caso evita duri giudizi contro il Pentagono, stile Dumas. «Occorre Baghdad ritrovi il suo posto nella comunità internazionale qualunque leader abbia ma, beninteso, a certe condizioni» conclude il responsabile Esteri Fuchs. «Basta, trattiamo», suona il messaggio. Ma non sono escludibili altre letture, perché il nuovo corso francese rimane abbastanza fumoso. Enrico Benedetto