Bill in ritardo anche all'incoronazione

Chelsea sbadiglia, Hillary allegra fino a quando scopre di essere vestita come Tipper Gore Chelsea sbadiglia, Hillary allegra fino a quando scopre di essere vestita come Tipper Gore Bill in ritardo anche alPincoronaiione Un coro con Michael Jackson, poi lacrime in chiesa WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Dopo le feste dei giorni scorsi e prima degli innumerevoli balli previsti per la notte, ieri è stata la giornata delle cerimonie. Si dice che ci sia «l'ora di Greenwich» e ci sia «l'ora di Clinton». E la natura ritardatane di Bill Clinton si è di nuovo clamorosamente ribellata alla camicia di forza impostale dall'agenda. Così l'uomo che di lì a poco sarebbe diventato Presidente è arrivato in ritardo di venticinque minuti alla funzione solenne preparata per lui alla Metropolitan African Methodist Episcopi Church, dopo che la sera prima aveva fatto aspettare per tre quarti d'ora i sacer- doti e i fedeli della sua confessione, nella Prima Chiesa Battista, vicino alla Casa Bianca. Clinton, inquadrato dalle telecamere, ha assitito compunto alla cerimonia, che è consistita di numerose prediche pronunciate da altrettanti pastori, tra i quali il reverendo Gardner Taylor, che, sicuramente a conoscenza del discorso che Clinton avrebbe di lì a poco pronunciato come Presidente nominato, ha declamato: «E' primavera in America». Qualcuno ha sussumo: «Però fa un freddo cane». La testa della piccola Chelsea, che teneva gli occhi chiusi come assorta in preghiera, veniva sbattuta intermittentemente a destra o a sinistra da colpi di insopprimibile sonno e sembrava il batacchio di una campana. Chelsea, allora, cercava di ricomporsi, cosa che, invece, Clinton non ha neppure tentato di fare, quando una predica, evidentemente più efficace delle altre, gli ha fatto rigare le guance da abbondanti lacrime. Però Clinton appariva disteso e in ottima forma, nonostante si fosse svegliato all'alba per la solita corsa e, la notte prima, fosse stato coinvolto in un certo numero di feste, alla più importante delle quali ha ballato e cantato. Era un grande «gala», al quale partecipavano 17 mila persone, ciascuna delle quali aveva pagato 1000 dollari per la sedia. Ne valeva la pe¬ na. Presentava lo «show» Jack Lemmon. Tra gli ospiti, il cereo ed ubiquo Michael Jackson, l'appassionata Barbra Streisand, i vecchi monumenti del «rock'n roll» Chuck Berry e Little Richard e, di rigore, il complesso dei Fleetwood Mac, autori di quello che venne scelto come inno elettorale della campagna «Clinton-Gore», «Dont' stop thinking about tomorrow», un ritmetto molto orecchiabile che portò il complesso al vertice della «hit parade» nel '77. Poi il complesso si sciolse e si è ricostituito per l'occasione. Un'altra cerimonia artistica si è svolta ieri, sul grande palco davanti al Capitol Hill, dopo il giuramento del nuovo Presi- dente. La poetessa di colore Maya Angelou ha letto con passione il poema scritto appositamente per l'incoronazione di Clinton. Si chiama «Al pulsare del mattino» e alcuni dei suoi versi dicono: «Alzate i vostri cuori / ciascuna ora nuova annuncia/nuove opportunità / di nuovi inizi. / Non siate per sempre soggiogati/da paura unita eternamente a ignoranza. / E' ora l'inizio di un nuovo giorno/abbiate la grazia / di volgere lo sguardo in alto / e attorno a voi / incontrando gli occhi di vostra sorella / il viso di Vostro fratello / la vostra patria/e di dire semplicemente / molto semplicemente/e con grande speranza / buongiorno». Prima che Clinton cominciasse a parlare, Hillary è apparsa per la prima volta emozionata. Lo si è visto dai lunghi respiri che faceva ogni tanto, cercando di riprendere il controllo sul battito cardiaco che viaggiava, evidentemente anche lui, a ritmo di rock. O forse era il vestito. Le due «first lady», lei e la moglie di Gore, avevano scelto una «mise» che ha colto tutti di sorpresa. Tipper sembrava il fratacchione amico di Robin Hood in versione blu di Prussia, infagottata come era in una specie di saio abatesco con relativo cappello alla Don Abbondio. Il sarto era stato crudele con lei. Hillary indossava qualcosa di molto simile, appena un po' più chiaro, ma con tocchi e fianchettature più cardinalizi, il che, data la sua posizione, era anche giusto. Ma il colletto dell'abito, alto, stretto e strozzato da una sciarpetta a fazzoletto di bracciante, le rendeva i movimenti talmente difficili, che, quando si girava verso qualcuno, sembrava afflitta da un terribile torcicollo. Così, quasi ingessata, è scesa dalla scala del Capitol Hill verso il podio, mentre Barbara Bush, che le stava accanto, non si capiva se era più preoccupata dal mostrarsi sorridente o dal trovare lo scalino con il piede mandato in avanscoperta. Paolo Passarini Mille dollari per un invito al gala con Jack Lemmon e Barbra Streisand Anche per Millie, la cagnetta dei Bush è il giorno dell'addio e Clinton la accarezza (foto ap] Mille dollari per un invito al gala con Jack Lemmon e Barbra Streisand SALONE OVALE GIALLO ( "LUIGI XVI" ) SALA DEL TRATTATO (VI FU FIRMATO QUELLO DELLA GUERRA ISPANO-AMERICANA) SALA DI LINCOLN (VI FU FIRMATA L'ABOLIZIONE DELLA SCHIAVITÙ') ALA OVEST UFFICIO PRIVATO DEL PRESIDENTE UFFICIO SOTTERRANEO (PER SITUAZIONI DI EMERGENZA) Cambio della guardia al museo delle cere di Parigi: Clinton sostituisce Bush. [foto ansa] GALLERIA A VOLTA Anche per Millie, la cagnetta dei Bush è il giorno dell'addio e Clinton la accarezza (foto ap]

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