Philips annuncia: chiusura

La multinazionale ha intenzione di cessare la produzione La multinazionale ha intenzione di cessare la produzione Philips annungq: chiusura Ad Alpigiano 420posti in pericolo Ancora brutte notizie per l'occupazione a Torino e in provincia. L'ultima riguarda la Philips di Alpignano. Lo stabilimento della multinazionale olandese, in cui lavorano 420 dipendenti, potrebbe chiudere. L'annuncio di un drastico ridimensionamerfto della produzione sul territorio nazionale è stato dato nei giorni scorsi dai dirigenti della società ai sindacati nella sede dell'associazione industriale Lombardia (riduzioni di produzione sono previste anche negli stabilimenti di Monza, Saranno e Bari). La Philips ha intenzione di procedere a un graduale disimpegno dal settore illuminazione in Italia. Dietro a questa decisione ci sarebbe l'acquisizione di uno stabilimento in Polonia - con tremila dipendenti - e il conseguente progetto di trasferirvi la produzione. Umberto Vaglio, segretario regionale della Filcea-Cgil. afferma: «Tutto questo contraddice gli accordi stipulati un anno fa con l'azienda. In ogni caso, la vertenza è agli inizi e attendiamo maggiori chiarimenti nel prossimo incontro con la controparte». Incontro che si svolgerà nella sede dell'Unione industriale venerdì. «Decisioni sulle controproposte - afferma Antonio Castaldo, responsabile Cisl di zona - le prenderemo dopo il 2 febbraio quando si svolgerà a Monza un incontro fra i rappresentanti sindacali degli stabilimenti interessati». «Quella di Alpignano - sostiene Sergio Andreotti, responsabile Filcea-Cgil per l'azienda - è una fabbrica efficiente con officine all'avanguardia. Peraltro si è appena concluso un processo di ristrutturazione che ha provocato l'uscita di 200 lavoratori con prepensionamenti e incentivi. Ora la Philips vuole procedere alla cessazione immediata del reparto spirali che occupa 70 lavoratori e. a una cessazione graduale del reparto lampade. Questa pesante ulteriore ristrutturazione avrebbe dovuto riguardare Digione in Francia, ora però l'azienda ha cambiato idea e ha deciso per Alpignano. Ma noi vogliamo che lo stabilimento non chiuda». Un'altra zona di crisi è a Nichelino, dove la Trw-Sipea, (350 dipendenti, produzione di apparecchiature elettriche per auto) ha messo in mobilità 120 lavoratori, in maggioranza donne. I sindacati affermano che l'azienda rifiuta di chiedere la cassa integrazione per il '92 come previsto dagli accordi, nonostante la disponibilità del mi- nistero del Lavoro a concederla. Il responsabile del personale dell'azienda, Andrea Lugli, replica: «Dopo quello del '90 c'è stato un accordo nel '91 che consente anche la messa in mobilità. La cassa integrazione? Il ministero la prevede se c'è un piano di ristrutturazione, ma questo piano non c'è». Per quanto riguarda lo stabilimento di acciaieria dell'Uva di Torino, questa mattina ' dalle 9,30 alle 11 gli operai manifesteranno in corso Regina contro la chiusura annunciata che comporterebbe la perdita di circa 400 posti di lavoro. Se la crisi procede in maniera allarmante, il sindacato - almeno una sua parte - si rafforza. La Cisl ha comunicato ieri i dati sul tesseramento '92: 8500 iscritti in più in Piemonte rispetto al '91, di cui 3000 nella provincia torinese. «Questi dati - spiega il segretario regionale Giancarlo Panerò - confermano la vitalità e l'importanza del ruolo del sindacato che in questi momenti difficili riesce ad aggregare lavoratori e pensionati. Adesso occorre sollecitare Regione e imprenditori per iniziative concrete e trasformare la vertenza Piemonte in caso nazionale». La Cisl ha anche annunciato un'iniziativa per le rappresentanze sindacali: 180 corsi di formazione gestiti dalle categorie per avere delegati Cisl in tutti i posti di lavoro. Enzo Ba careni

Persone citate: Andrea Lugli, Antonio Castaldo, Enzo Ba, Sergio Andreotti, Umberto Vaglio