Rosi ci crede ancoro «L'età è un numero»

Contro Delè difende il titolo Ibf superwelter Contro Delè difende il titolo Ibf superwelter Rosi ci crede ancoro «L'età è on numero» AVORIAZ DAL NOSTRO INVIATO Come andiamo, campione? «Straordinariamente bene, in una straordinaria condizione di forza qui dentro, nella testa, e qui, nei muscoli. Determinazione, convinzione, cattiveria eccezionali». Gianfranco Rosi difende stasera per la tredicesima volta il titolo mondiale versione Ibf dei superwelter. Suo avversario, sul ring di Avoriaz, Alta Savoia, il francese Gilbert Delé, già battuto d'un soffio l'I 1 luglio scorso a Montecarlo. C'è un brutto cielo e non è escluso che nevichi sul tendone circense alzato a quota 1800 al centro di un grande posteggio per le auto degli sciatori. Rosi se ne infischia: «Al freddo sto meglio che al caldo. La situazione è anomala. Perfetto. Io sono un pugile anomalo». A Montecarlo non è che gli sia andata di lusso: per qualcuno, anzi per molti, Rosi aveva perso quel match. Il campione ricorda benissimo, conserva i ritagli che raccontano lo sgarbo subito dal povero Delé. Al campione piace che adesso lo attendano alla prova della rivincita. «Non state nella pelle, avete urgenza di sapere se m'accingo a raccogliere le briciole o se sono ancora il miglior pugile italiano. Tra poche ore vi soddisfo. Intanto, sentite. A Montecarlo tutto dipese da me, i problemi me li creai da solo. Scarseggiavo di preparazione mentale. Delé non c'entra, Delé non mi preoccupava allora e non mi preoccupa adesso. Sono al top. Over the top. Che ve ne sembra di questo slogan che porto scritto sulla tuta? E' praticamente impossibile, sarebbe disumano, che un avversario riuscisse a lavorare in allenamento come riesco a lavorare io, con i miei ritmi, con la mia tenacia. E' la mia forza. Chi vince?». Stufo degli equivoci sulla sua arte, egli sceglie una risposta perentoria: «Io». Una pausa sedativa: interviene la moglie Patrizia, in tuta anche lei, anche lei con la scritta Over the top, oltre il massimo, oltre la vetta: «Nelle rivincite, trionfa puntualmente il più intelligente. Gianfranco». E Rosi: «Che moglie ho. Vicino a un grande uomo, sempre una grande donna». E il destro affibbiatogli da Delé a Montecarlo, terza ripresa? Assiduo cliente dell'ottimismo, il campione ride sopra i ricordi: «Un destro largo e basta. Delé non ha il colpo che fa male, non è un picchiatore puro. Ho rivisto il match. Ero al quaranta per cento nelle prime otto riprese, poi al cinquanta. A Delé lasciai vita tranquilla per otto riprese. Non devo ripetere lo sbaglio. Sarò il conduttore del combattimento». Gilbert Delé, trentadue anni, francese della Guadalupe, allegrie subitanee e subitanee tetraggini, dice che quest'incontro non lo considera un ulteriore gradino da scalare, dice che la sua carriera è già bellissima così com'è, 37 match, 34 vinti dei quali 24 per ko, un pari, due sconfitte. Dice che quest'incontro lo considera un fatto personale, una faccenda tra lui e Rosi, una questione da risolvere. Il campione trova la cosa interessante: «Che illuso. Ecco il suo guaio, farne una questione personale, abbandonarsi a una rab¬ biosa fiducia. Sarà il suo disastro. Delé attacca? Grazie. Può darsi che io non prenda neppure un pugno. Non esiste confronto; un paragone tra me e lui non regge. Io assicuro il mio successo, a meno che non accadano fatti sconvolgenti, un arbitraggio felle, una giuria folle». A questo punto, che facciamo? Bisbigliamo o no un requiem per Delé? Visto con l'analisi del campione, Gilbert ci appare non più consistente d'una mammola. E siamo alla storia dell'ultimo combattimento. Rosi, 59 match, 56 vittorie, 20 per ko, tre sconfitte, smette o continua? «Come un giorno decisi di cominciare, così decido che è ora di piantarla. Non sono i trentacinque anni che porto addosso a pesarmi, è che non devo dimostrare più nulla. Soltanto in un caso faccio dietro-front: Terry Norris, il match con Norris per la riunificazione dei titoli. Norris e nessun altro. A me l'America non mette le.smanie in quanto è l'America, l'Olimpo dei pugni. Favole. Mi stuzzica Norris per i soldi. Voglio Norris e un sacco di soldi». Ma Norris, campione, picchia forte. «E io no?». Gianni Ranieri

Luoghi citati: America, Montecarlo