Tomba acrobata dello sci

Il bolognese secondo dopo errori, rischi e numeri da circo Il bolognese secondo dopo errori, rischi e numeri da circo Tomba acrobata dello sii Ma Voti Gruenigen vince il gigante VEYSONNAZ DAL NOSTRO INVIATO Sembrava di essere al circo, che bello, la gente se la spassava e rideva. La gente si divertiva, batteva le mani, mostrava insomma di gradire lo spettacolo, il che a ben vedere è quanto di meglio possa capitare a uno sport. E' successo di tutto, ieri sul muro bianco di Veysonnaz, e l'attore è stato Tomba, mago di acrobazia, funambolo della neve, dispensatore di emozioni: tutto fuorché la sua vittoria, il bene più raro e prezioso. Ma stavolta, per quanti hanno vissuto un'intensa giornata di passione, che non sarà l'ultima, ci scommettiamo, resta l'impressione che la sfortuna si sia divertita* a scompigliare i riccioli neri di Alberto, a giocare con i centesimi, a regalargli un altro secondo posto amaro, il quarto della stagione e forse il più ingiusto. Primo è arrivato lo svizzero Michael Von Gruenigen, che prima d'ora non aveva mai vinto una gara di coppa e neppure una manche: forse qualcuno non sarà d'accordo, ma noi pensiamo che quest'anno, troppo spesso, Alberto sia stato battuto da avversari che hanno inventato la corsa della vita. Deciso ad attaccare, ad aggredire la pista come ai tempi belli, Tomba nella prima manche ne ha combinate di tutti i colori. Ha dato spettacolo salvando la pelle in tre occasioni, come andremo presto a raccontare, aumentando il suo prestigio di artista della neve ma perdendo insieme la gara, posto che abbia ragione lui quando afferma di averci lasciato un secondo. Gli sbagli si pagano, però è meglio sbagliare rischiando, ma facendo comunque il tempo, piuttosto che sperare frenando, come in realtà è un po' capitato nella seconda manche, sul muro finale, là dove Alberto ha dissipato il vantaggio accomulato nella parte alta, malgrado un altro grave errore, e si è fatto beffare da Von Gruenigen per la miseria di sette centesimi, un palpitare di ciglia. Sergio Bergamelli, invece, è arrivato 7° dopo aver ottenuto l'll° tempo nella prima manche. Ha sciato bene sul muro, alla fine era molto contento e aveva ragione. I suoi compagni hanno fatto come gli slalomisti, e non è certo questo l'esempio da seguire. I numeri da circo, il circo di Castel de' Brini, sono iniziati subito, pronti e via. Alberto aveva già gli occhi puntati alla prima porta e si è infilato il bastoncino fra gli sci, inciampando quasi in quello destro. Per una cosa del genere l'austriaco Hoeflehner ha perso la discesa ai Mondiali di Saalbach. Alberto si è tenuto in piedi a fatica, si è arrabbiato, ha spinto per recuperare e dopo 25 secondi ha infilato il braccio destro in una porta, come a Saalbach, riuscendo per fortuna a toglierlo senza andare troppo in rotazione. Ma decimi preziosi fuggivano via. A questo punto l'azzurro ha deciso di giocarsi tutto ed ha affrontato il muro finale come una furia. Volava sulla neve, come nella seconda manche dello slalom vittorioso di Garmisch, mancavano quattro porte, tre porte, la gente urlava e applaudiva. Ed ecco... Dopo la terz'ultima porta Alberto è finito in una piccola compressione ed è letteralmente esploso per aria, lo sci destro al cielo, quello sinistro a cercare la solidità della neve. Ha passato una porta così, un miracolo di equilibrismo, poi si è buttato sulla pista sul fianco sinistro, strisciando sulla pista e andando a sbattere con lo sci destro contro l'ultima porta prima di tagliare il traguardo senza commettere infrazioni, diciamo così, e di ottenere il secondo tempo di manche alla pari con Kjus e staccato di 24 centesimi da Von Gruenigen. Se avesse vinto la gara, il gesto atletico di Alberto, senza retorica, sarebbe entrato nella leggenda. «Invece ho perso un secondo e la gara» ha detto Tomba. «Ma non sono deluso, forse lo sarete voi. Nella seconda manche ho commesso un altro errore e sul muro non ho tirato come avrei dovuto. Ma non stavo troppo bene, ero stanco: l'ultimo gigante l'abbiamo corso un mese fa, non ci ero più abituato». Una frecciatina a chi studia i calendari, ci è parso. E un'accusa anche più dura: «Quando le gare sono belle e regolari, mi diverto ancora a sciare. Ma quando le spostano a Lech, tanto per dire, non mi diverto per niente. E non sono il solo. Comunque auguri a Von Gruenigen». Il quale, biondo, timido, con l'orecchino d'oro, assisteva alla scena con gli occhi puntati nel vuoto. Non ci credeva neppure lui. Michael ha una tragica storia da raccontare. Quando era piccolo gli sono morti i genitori: prima la madre a causa di una scarica elettrica in bagno, poi il padre per una caduta sotto il trattore. Che cosa dunque volete mai che sia una vittoria in Coppa del mondo? Carlo Coscia ALBERTO SBANDA E PERDE L'EQUILIBRIO ■ GAMBA DESTRA ALL'ARIA. MA NON CADE I CORICA MA PASSA DENTRO LA PORTA SI RIALZA I TAGLIA IL TRAGUARDO Alberto Tomba recrimina sull'ennesimo successo andato in fumo al termine di una manche in cui ha fatto vedere alcuni numeri da funambolo