L'intellettuale tace sugli stupri. E le piante vanno in paradiso

L'intellettuale tace sugli stupri. E le piante vanno in paradiso AL GIORNALE L'intellettuale tace sugli stupri. E le piante vanno in paradiso Le donne vittime della guerra Constatato il silenzio degli intellettuali, un tempo costantemente impegnati a cure la loro opinione su tutto, mi sento in dovere - come donna e madre ormai anziana di due figli - di protestare fermamente di fronte alle notizie aberranti di stupri collettivi e crimini vergognosi perpetrati su decine di migliaia di donne europee e africane durante le ultime guerre in corso. Lo stupro sistematico è sempre stato arma di guerra, tanto più vile quanto applicato su donne e bambine privi di ogni difesa che spesso vengono eliminate, fisicamente o socialmente, dai loro stessi parenti, in ossequio a barbare leggi ataviche che fanno della donna una proprietà privata e sessualmente legata alla propria etnia. Ora io chiedo: a intellettuali, politici e medici di promuovere inchieste e studi approfonditi su questo comportamento maschile aberrante e sulle sue tremende conseguenze su intere generazioni di donne, in ogni parte del mondo; alla Chiesa di promuovere una giornata di riflessione e preghiera sull'argomento; alle donne sopravvissute ad uno stupro di guerra di inviare lettere al nostro ministero della Difesa, per testimoniare che non hanno dimenticato e, perciò, invitano le autorità competenti ad adoperarsi per prevenire questi crimini con una adeguata educazione anche delle nostre truppe. Maria Bianca Ronco Torino Le fantasie di Drewermann Il teologo tedesco Drewermann (vedi La Stampa del 9 gennaio) non può fare l'iconoclasta delle verità rivelate, stravolgendo la plurimillenaria ricerca teologica con battute da arringatore politico. L'aver trovato popolarità in Germania con la scoperta che anche gli animali andranno in Paradiso (e perché non anche le piante?), con la liberazione dalla paura dell'inferno e da una coscienza infantile, fa piacere a tutti, perché son cose sulle quali il Magistero lascia ampia libertà. Ma quando la sua fantasia di psicanalista altera i dorami, cancellando tutta la tradizione patristica e teologica, allora non siamo più davanti ad un predicatore di Cristo, ma ad un fanatico ideologo. Che il suo linguaggio abbia perso l'aggancio con la sua fede di un tempo lo dimostrano i molti documenti espressi nell'incontro di Assisi del 1986, nel quale si convenne che, al di là delle differenze tra i popoli, ci si può intendere su alcuni valori concreti, come la difesa dell'ambiente. Tale dialogo è continuato con l'Assemblea europea di Basilea dell'1989 che si concluse con l'affermazione: «Come cristiani non possiamo sostenere acriticamente un'ideologia di progresso umano, se non si tiene conto adeguatamente della persona nel suo ambiente». Nel gennaio 1987, infine, la Nota pastorale «Chiesa e lavoratori nel cambiamento», ripetè che «il rispetto della natura e dell'ambiente, il riconoscimento del lavoro agrìcolo fondamentale ad ogni popolo e civiltà, il ripensamento positivo dell'uomo rispetto al proprio territorio, la genuinità dei beni e dei prodotti non sono forme ed espressione di pregiudizio anacronistico nei confronti delle tecnologie, bensì richieste del ripristino di fondamentali valori umani soffocati da una crescita spesso cieca e inavveduta, dettata molto spesso unicamente dalla legge del profitto». Giovanni Migliore, Siracusa Dalla psichiatria al genocidio? Rispetto alla guerra che infiamma la ex Jugoslavia vorrei ricordare che Jovan Raskovic, uno dei principali leader della Serbia, ha dichiarato: «Sono fiero di aver preparato questa guerra, anche se la preparazione iniziale non fu di tipo militare. Se io non avessi creato questa tensione emotiva tra il popolo serbo e non l'avessi incoraggiato, nulla sarebbe accaduto. Di fatto io e il mio partito abbiamo personalmente incitato il nazionalismo serbo, non solo in Croazia, ma in tutta la Bosnia Erzegovina. Senza la nostra spinta non ci sarebbe stato il Partito democratico serbo in Bosnia Erzegovina e Karadzic non sarebbe salito al potere». Raskovic è uno psichiatra e il nuovo leader serbo Karadzic, non casualmente, è pure egli appartenente a questa categoria professionale. Furono uomini così a dare origine al nazismo. La selezione razziale e l'eugenetica sono parte del patrimonio culturale psichiatrico in Jugoslavia, come in ogni altra nazione al mondo. Non a caso fu Rudin, altro psichiatra, a fomentare lo stesso tipo di pensiero nella Germania, a divenire consigliere di Hitler e a suggerire l'eliminazione, prima degli handicappati fisici o psichici, e più tardi di popoli o soggetti indesiderati. Non stupiamoci poi tanto se si diffondono fenomeni di razzismo ed episodi di intolleranza, anche nella nostra nazione: questo tipo di criminalità deve essere combattuto contrastando le assurde ideologie psichiatricoeugenetiche, che ne sono il fondamento. Il Comitato dei cittadini per i diritti dell'uomo ha richiesto ufficialmente all'Oms, all'Associazione psichiatrica mondiale e alla Federazione mondiale per la salute mentale di eliminare dalla psichiatrìa ogni tipo di insegnamento e pratica che conduca al genocidio, oltre a disconoscere l'operato di Raskovic e Karazdic. Roberto Cestari, Milano presidente del Comitato cittadini per i diritti dell'uomo Rifondazione e i doppi stipendi Su La Stampa di sabato scorso, come su altri giornali, leggo una notizia secondo la quale i parlamentari, tutti d'accordo, in punta di piedi, avrebbero stabilito per legge la possibilità (davvero invereconda) di sommare indennità parlamentare e stipendi pubblici (magistrati, professori, insegnanti ecc.). Devo chiedere di rettificare la notizia, che in questi termini non è esatta. La possibilità di cumulare indennità e stipendi pubblici è sempre esistita. Peggio, il pubblico dipendente eletto parlamentare ha sempre potuto progredire nella carriera, sino ai massimi gradi, senza svolgere la sua professione. Ma nel settembre scorso, come à suo tempo La Stampa correttamente riferì, il Senato votò due emendamenti alla legge-delega presentati da Rifondazione comunista, con i quali si azzerava l'aumento delle indennità, e si rendevano incompatibili con l'indennità parlamentare stipendio e progressione di carriera nel pubblico impiego. Questi due emendamenti ebbero la maggioranza, e, successivamente, la Camera dei deputati ratificò la legge-delega nel testo modificato dal Senato. Ma il governo, nell'emanare il decreto che applica la legge-delega, ha compiuto un atto gravissimo, nella forma e nella sostanza, ripristinando, seppure in forma differente, il cumulo: in sostanza ha contraddetto il contenuto della legge-delega e ha compiuto un atto odioso. Purtroppo sui decreti delegati il Parlamento non ha alcun potere, può solo dare un parere negativo o positivo. Noi comunisti, e altri gruppi, l'abbiamo dato negativo, perché questo episodio rafforza quello che a nostro giudizio è il contenuto errato del decreto. Capisco però i colleghi della maggioranza, che comunque avevano difficoltà a bocciare il governo con un «no» o con un «sì». Ma nulla è pregiudicato, se c'è la volontà politica. I senatori di Rifondazione comunista, entro 30 giorni, troveranno modo di collocare l'emendamento di settembre, che vietava il cumulo, in uno dei numerosi decretilegge: e così i collegbi potranno votare liberamente. Vedremo allora se il governo ha complici tra i parlamentari, e chi sono questi complici. Non si può fare di ogni erba un fascio: e, per una volta, è il Parlamento che si era comportato bene, ed è il governo Amato che si è comportato male. Lucio Libertini presidente dei senatori di Rifondazione comunista VHalone si dimise per lui niente cumulo Nell'articolo sui doppi stipendi ai parlamentari, pubblicato il 16 scorso, è stato erroneamente citato il ministro del Commercio estero Claudio Vitalone, già magistrato. Il quale effettivamente si dimise da senatore in obbedienza all'incompatibilità fra incarichi di governo e mandato parlamentare decisa dal vertice de. [m. g. b.J