Lo stile lady Clinton seduce anche la moda
Dedicate a Hillary le sfilate di Roma Dedicate a Hillary le sfilate di Roma Lo stile lady Clinton seduce anche la moda Ma Capacci la boccia: «E sciatta» Bianco e nero negli abiti di Barocco ROMA DAL NOSTRO INVIATO Da Mamie Eisenhower a Hillary Clinton. Ecco una sventagliata di first lady cadute in una latta di colore, unito e chiaro, dalla testa ai piedi. E voilà, alla manifestazione «Roma Alta Moda» le «presidentesse» immaginarie di Lorenzo Riva tengono banco sulla passerella. E' un omaggio a Mrs. Clinton che oggi entrerà ufficialmente alla Casa Bianca. Lorenzo Riva, il sarto favorito della Milano che conta, ex allievo di Balenciaga, s'ispira all'America per i modelli che lui stesso definisce ironicamente «burin-chic». Cioè abiti ad astuccio, caratterizzati da lavorazioni a ventaglio, pensati per quando le famose signore si devo mostrare in pubblico. Mamie sceglie un anacronistico verdino, per la bionda Hillary c'è l'azzurro polvere; mentre Jackie è in rosa. Proprio come quel tragico giorno a Dallas in cui indossava un tailleur Chanel tinta confetto. E ancora, per i viaggi di rappresentanza, non mancano vestiti retro, a macrostampe, da mettere in valigia senza paura che si stropiccino. Ma tutti parlano di Hillary. «E' una Jackie d'avanguardia. Se dovessi ritoccare la sua immagine le consiglierei di perdere qualche centimetro sui fianchi e di tagliarsi i capelli alla Valentina Crepax. II cerchietto però lo eliminerei. E poi dovrebbe avere una maggiore cura nella scelta degli accessori. Dicono che le piaccia il bluette. Secondo me non è un colore che le si addice, fa troppo Barbara Bush», spiega Riva. A Raffaella Curie! invece piace la semplicità di Hillary. A lei la stilista dedica i suoi preziosi abiti da cocktail in pizzo beige e alcuni elegantissimi tailleur gessati da portare con bustini ricamati. Robero Capucci è decisamente meno magnanimo nei confronti della Clinton. «Trovo che la nuova first lady sia piatta e anonima. E' giusto che nella sua posizione non segua la moda, ma dovrebbe adottare uno stile più preciso, facilmente riconoscibile, invece le manca totalmente. Prendiamo la regina Elisabetta, per esem- Un modello di andirli pio, è anacronistica, ma si individua fra mille», commenta l'outsider dell'alta moda che sfila soltanto quando e dove gli pare. Infatti il ventisei gennaio presenterà trenta dei suoi abiti a Dubai, nel nuovo negozio di Bulgari. «E' un momento brutto per l'Italia, la crisi condiziona psicologicamente la gente, tutti lavorano meno. Anche l'atmosfera, in questi giorni romani dedicati alla couture, è moscia. Non vedo grosse riprese. Per notare qualche cambiamento bisognerebbe concentrare tutte le presentazioni del settore a Milano. D'altronde qui il pubblico lascia molto a desiderare», puntualizza Capucci reduce dal successo che ha recentemente ottenuto a Berlino. Il sarto probabilmente si riferisce agli improbabili personaggi che assistono alle sfilate, concentrate in un'unica sala, al Grand Hotel. Il popolo della moda romano è fatto di finte «bouticcare» impellicciate, vere matrone malamente ringiovanite dal bisturi, pseudogiornaliste in carriera e autentiche cafone a cui, ogni tanto, si mescola qualche faccia nota. Qua e là si riconosce una «tiratissima» Elsa Martinelli in guanti rossi mentre chiacchiera, fitto fitto, con la supercotonata Donatella Pecci Blunt. Marisa Laurito, notevolmente ingrassata, non si perde un defilé. Mara Venier invece - viso struccato, calzini e camperos - ha concesso la sua presenza soltanto al sarto favorito dalla signora De Mita, Fausto Sarli. La Venier in prima fila con Arbore ha applaudito gli abiti stile Messico e le sottane da torera rivisitate da Sarli. Da Rocco Barocco tutti i fari dei fotografi erano puntati sul truccatore Gii seduto accanto a Daniela Poggi in versione intellettuale, con occhialini da vista alla Cavour. Le top model e i compratori stranieri sono assenti. Tocca quindi ai vip locali e ai divi del piccolo schermo aggiungere colore. E non soltanto a una collezione, come quella di Barocco, volutamente giocata sul bianco e nero dei pois e delle righe per sottolineare un ritorno al rigore e ai tagli sartoriali. Antonella Arrapane Un modello di Bandirli
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