l'Italia rischia una volta ogni tre anni

I/Italia rischia una volta ogni tre anni I/Italia rischia una volta ogni tre anni I «bolidi» viaggiano a 15-30 chilometri al secondo PRECEDENTI DALLO SPAZIO LIMITIAMOCI agli ultimi tre episodi. Ieri notte un bolide avrebbe disperso i suoi frammenti nel Mar Adriatico. Il 10 dicembre dell'anno scorso un meteorite ha demolito una casa in Giappone. Poco prima - il 9 ottobre - un altro meteorite è precipitato su un'auto in sosta 40 chilometri a Nord di New York (la notizia è sulla rivista «Sky and Telescope» di gennaio). E' il caso di preoccuparsi per questa pioggia di pietre spaziali? Giudicate voi in base ai dati scientifici disponibili. Ogni giorno il nostro pianeta spazza da mille a diecimila tonnellate di materiale interplanetario. Niente di pericoloso: si tratta per lo più di minuscoli granelli di polvere dal peso inferiore al milligrammo: penetrando nell'aria a velocità di 15-30 chilometri al secondo, si surriscaldano e si vaporizzano completamente ad altissima quota. Tutto ciò che possiamo vedere è una riga di luce nel cielo: quello che di solito chiamiamo una «stella cadente». Ma nello spazio interplanetario circolano anche corpi più massicci: da qualche grammo fino a molte tonnellate. Per fortuna più grande è la massa meno sono numerosi. Capita però che in media 500 volte all'anno la Terra attiri a sé meteoriti dal peso superiore al chilogrammo, e questi corpi possono raggiungere il suolo. Per un Paese come l'Italia la probabilità di un impatto di questo genere è di uno ogni tre anni. Il fenomeno accaduto ieri notte, quindi, pur non essendo eccezionale, è abbastanza memorabile. Un ricercatore cana¬ dese, Ian Halliday, dell'Herzberg Institute of Astrophysics, dopo aver analizzato tracce fotografiche di meteore cadute nell'arco di nove anni, ha concluso che in media ogni anno cadono sulla terraferma 5800 meteoriti con un peso superiore ai cento grammi. Poiché gli oceani sono due volte più estesi dei continenti, in totale si arriva a 18 mila pietre spaziali. Il pericolo per le persone è tuttavia molto piccolo. Fino a ieri, non si ricorda nessuno che sia stato ucciso da un meteori¬ te. C'è però qualche ferito: Annie Hodges fu colpita a un braccio e a una gamba da un meteorite che il 30 novembre 1954 finì sulla sua villetta a Sylacauga, in Alabama, Stati Uniti. A subire i danni più gravi però fu l'apparecchio radio della donna, centrato in pieno. Alcune assicurazioni prevedono i danni ad abitazioni civili causati da meteoriti. L'evento però è così raro che mettere nel conto questo rischio non fa salire di molto il prezzo della polizza. Sempre fan Halliday ha calcolato che in tutto il mondo 16 case ogni anno possono essere colpite da un meteorite pesante almeno mezzo chilo. Ma per la nostra salute rimane molto più pericoloso fumare un pacchetto di sigarette. Non sottovalutiamo però l'impatto di corpi spaziali molto grandi: secondo i calcoli di Eugene Shoemaker, il più noto studioso di crateri da impatto, un meteorite che pesi più di 10 tonnellate e che viaggi sui 15 chilometri al secondo libera una energia pari a una quantità di nitroglicerina 60 volte il suo peso. Non c'è soluzione di continuità tra meteoriti microscopici e asteroidi con dimensioni di chilometri. Il fenomeno esplosivo che distrusse la foresta in vasto tratto di Siberia vicino a Tunguska nel 1908 fu causato da un asteroide con dimensioni di una cinquantina di metri. L'asteroide Toutatis, che è passato vicino alla Terra nel dicembre scorso, è costituito da due macigni a contatto, ognuno dei quali misura 4 chilometri. In questi casi, non resta che incrociare le dita. [p. b.] Nel '92 uno di essi ha colpito un'auto Un secondo ha demolito un edifìcio in Giappone Il passaggio della meteora è stato seguito sul radar del Fisbat-Cnr di Bologna. Nella foto, il ricercatore Giordano Cevolani

Persone citate: Annie Hodges, Eugene Shoemaker, Giordano Cevolani, Halliday

Luoghi citati: Alabama, Bologna, Giappone, Italia, Mar Adriatico, New York, Siberia, Stati Uniti