Trombadori l'ultimo ribelle

Morto a 75 anni: giornalista, scrittore, critico d'arte, deputato del vecchio pei Morto a 75 anni: giornalista, scrittore, critico d'arte, deputato del vecchio pei Trombadori, l'ultimo ribelle Scalfaro: era un uomo assolutamente libero ROMA. E' morto solo Antonello Trombadori, quando lunedì sera i familiari erano da poco tornati a casa dalla clinica dove «il poeta partigiano» era ricoverato. Una fine improvvisa Trombadori è stato stroncato da un arresto cardiaco - ma annunciata da anni. Diciotto lunghi anni dal giorno in cui aveva saputo di soffrire di mielofibrosi, una malattia del midollo che debilita l'organismo fino a schiantarlo. Da tre anni Trombadori era peggiorato, ma ha resistito aggrappandosi alla sua gran voglia di vivere. Entrato in clinica alla fine di novembre sentiva che questa volta la crisi era più forte. «Sento di morire», confidava nei momenti di sconforto a uno dei suoi medici curanti, il professor Mario Mezzetti. Una sensazione espressa più volte anche al figlio Duccio, anche lui giornalista. «Papà parlava spesso della morte, ne parlava senza ironia, anzi drammaticamente». Aveva 75 anni. Una personalità, quella di Trombadori, irruenta e sanguigna a cui ieri in molti hanno voluto rendere omaggio. Tra questi anche il presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro arrivato alla clinica Pio XI nel tardo pomeriggio. «Sono venuto - ha detto - perché più volte ho goduto dell'enorme ricchezza umana di Antonello Trombadori. Sentivo in lui un uomo assolutamente libero, nel senso più alto e vero della parola». A salutare il poeta e critico d'arte c'era anche lo stato maggiore del pds romano. «E' un pezzo di storia che se ne va. E' stata una figura irripetibile», commenta Goffredo Bettini capogruppo capitolino del pds. Nella saletta che ospita la salma dell'ex dirigente del pei si sono affacciati molti amici. Tra i primi ad arrivare nella mattinata di ieri il ministro dei beni culturali Alberto Ronchey, Federico Fellini, Francesco Rosi, Rosario Villari, Giovanni Russo, Maurizio Calvesi. Que- st'ultimo ha ricordato il «Trombadori artista»: «E' stato uno dei personaggi più significativi nel dibattito culturale del dopoguerra - ha detto -, un uomo in cui non si sono mai uniti in senso conformistico l'interesse verso l'arte e l'impegno politico». Presenti anche alcuni dei suoi vecchi compagni del pei. Paolo Bufalini, Emanuele Macaluso e Gerardo Chiaromonte molto commossi hanno ricordato la combattività di Antonello Trombadori e i tanti anni percorsi assieme. «Lo conosco dalla fine della guerra», ricorda Chiaromonte che non riesce a dire altro sopraffatto dall'emozione. Achille Occhetto ha inviato un messaggio alla famiglia Trombadori. «La sua figura e la sua opera - ha scritto il leader del pds - si sono strettamente intrecciate con la storia della sinistra italiana, con la nascita e il consolidamento della nostra Repubblica. In un'età contrassegnata dal crol- lo delle antiche certezze e dalla ricerca di nuove vie per l'affermazione degli ideali di democrazia, di solidarietà, di giustizia, di libertà, di uguaglianza è stato fino all'ultimo testimone partecipe e appassionato della vita pubblica del nostro Paese». Franco Carraro, sindaco di Roma, lo ricorda come un «grande interprete della città» sempre pronto a battersi per qualcuno e per le cose in cui credeva. «L'ultima volta che l'ho visto - racconta Carraro ha perorato con me la causa dei librai del sottopassaggio di piazza Colonna che stavano per essere cacciati. Antonello aveva Roma nel cervello e nel cuore». E dell'amore di Trombadori per la città eterna ha parlato anche Ugo Vetere, sindaco di Roma dall' '81 all' '85 e per tanti anni collega dei «poeta partigiano» in consiglio comunale. «Fa parte della storia di questa I città». Rac¬ conta Vetere. «Era un uomo vivace, polemico, un tipo sanguigno che diceva sempre quello che pensava». Antonello Trombadori è morto senza vedere realizzato il suo sogno: l'unità della sinistra. «Senza questa - ricorda Maurizio Ferrara, ex senatore comunista e amico di lunga data dell'ex parlamentare scomparso - secondo lui la sinistra sarebbe morta». La camera ardente di Trombadori è stata allestita nella sala della Protomoteca in Campidoglio dove alle 15 di oggi è prevista la commemorazione. Tra gli altri ricorderà lo scomparso anche il presidente del Senato Giovanni Spadolini. Trombadori verrà sepolto a Sulmona, in Abruzzo, nella tomba di famiglia della moglie. Maria Corbi : Trombadori nel 1978 con Giulio Andreotti che lo definì «comunista a 18 carati» UnbùognopoZTJ °SeStme> ' O^docbé er Svigno de la morte ^Piantava 2°°®"'P0™' l^mZ2ke7mJUma,a' faceva veni „7degreci^ MaJ/e metteva,h°n"° ert'overeUo, "''Aw'"»"od'usce/U '^ompton Edito ri Trombadori nel 1978 con Giulio Andreotti che lo definì «comunista a 18 carati»

Luoghi citati: Abruzzo, Roma, Sulmona