Duelli aerei, si muove una flotta di Foto Ap

Duelli aerei, si muove una flotta Duelli aerei, si muove una flotta EGhali er il Kuwait WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE La portaerei Kennedy e altre tre navi della Marina americana hanno iniziato ieri un movimento verso il Mediterraneo orientale, per avvicinarsi a una posizione «operativa» nel caso la crisi irachena si aggravi. Una delle navi è l'incrociatore dotato di missili Belknap, a bordo del quale è il comandante della Sesta Flotta, vice ammiraglio Thomas Lopez. La Kennedy ospita 85 aerei da combattimento, comprendenti A-6 Intruder e F/A18 Hornet. Le altre due navi sono gli incrociatori Gettysburg e Leyte Gulf. Il movimento, definito «precauzionale», dai comandi americani, interviene mentre la crisi irachena si è temporaneamente allentata, ma viene intepretato come il primo segno della decisione con cui l'amministrazione entrante di Bill Clinton, o almeno di una sua parte, intende affrontare Saddam Hussein, forzando un'uscita rapida dalla situazione di incertezza che si trascina ormai da più di due anni. Nel frattempo, il segretario Generale dell'Onu, Boutros Boutros Ghali, ha chiesto l'invio di altri 3650 Caschi Blu a presidiare il confine tra l'Iraq e il Kuwait, dove, nei giorni scorsi, si erano registrate crescenti tensioni e dove gli attuali 335 uomini delle Nazioni Unite, praticamente disarmati, non sono in grado di garantire alcun presidio. Il Consiglio di Sicurezza, riunito ieri pomeriggio a porte chiuse, stava discutendo la proposta. In Kuwait, il ministro dell'Informazione Sheik Saud Nasser al-Sabah ha annunciato l'arrivo dagli Stati Uniti di alcune batterie di missili Patriot, che, do¬ go avere svolto un compito- im portante nel proteggere ì'emirato dai missili «Scud» iracheni nei giorni della guerra del Golfo, erano poi stati ritirati l'anno scorso. Anche ieri mattina, in Iraq, nella zona protetta a Nord del 36° parallelo, la regione abitata dai curdi, aerei americani e inglesi hanno attaccato alcune postazioni missilistiche e radar a terra. La reazione è stata determinata, secondo i piloti, dal fatto che i radar iracheni avevano inquadrato i loro aerei, ponendoli sotto minaccia. Un missile termo-sensibile HARM ha colpito poi una postazione di lancio. In un'azione successiva, gli aerei alleati avrebbero messo in fuga un Mig-23 iracheno, che sarebbe riuscito a mettersi al sicuro al di fuori dalla zona protetta. Ma il fatto che l'aviazione alleata non l'abbia inseguito indica che da ieri la pressione militare su Saddam è entrata in una fase di pausa in attesa di altri eventi, tra i quali l'insediamento della nuova amministrazione americana. Ieri c'è stata comunque una grande attività nella base turca di In- cirlik, a indicare che lo stato di mobilitazione resta forte. Se anche la dichiarazione di cessate-il-fuoco unilaterale fatta diramare ieri da Saddam si rivelasse veritiera, resta sempre il problema di riportare l'Iraq all'obbedienza rispetto alle decisioni della comunità intemazionale e questo, a seconda degli sviluppi della situazione, potrebbe richiedere non meno, ma più pressione militare. Anche la Russia, nonostante le critiche all'azione dei missili Tomahawk di domenica scorsa, giudicata «sproporzionata», e a maggior ragione la Francia, che ha espresso perplessità analoghe, ribadiscono che Saddam deve piegarsi al rispetto delle risoluzioni Onu, che ha unilateralmente e ripetutamente ricominciato a violare nelle ultime settimane. E simili critiche venute dalla Lega Araba non si sono affatto tradotte in sostegno a Saddam. Anzi, il ministro degli Esteri egiziano, Amr Moussa ha chiesto all'Iraq il pieno rispetto della «legittimità internazionale», come ha fatto il governo dell'Arabia Saudita. lp. p.l L'ambasciatore iracheno all'Onu Nizar Hamdoon lascia con un collaboratore il Palazzo di Vetro [FOTO AP]

Persone citate: Amr Moussa, Bill Clinton, Boutros Boutros Ghali, Kennedy, Nizar Hamdoon, Saddam Hussein, Sheik Saud Nasser, Thomas Lopez