la doppia vita del contadino-boss dei boss

la doppia vita del contadino-boss dei boss la doppia vita del contadino-boss dei boss // procuratore Caselli: stiamo arrivando al tesoro del padrino PALERMO DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Il boss dei boss? Si spacciava per un contadino. Totò Riina se ne andava tranquillo in giro sicuro di non essere riconosciuto: in tasca aveva una carta d'identità intestata a Giovanni Bellomo, coltivatore diretto di Mazara del Vallo, incensurato ma vicino al boss di Trapani Agate. Da quel poco che è trapelato sul fronte delle indagini pare che da tre mesi i carabinieri del Ros, il Raggruppamento operativo speciale, filmassero ogni movimento dei fiancheggiatori del «padrino». Il boss invece sarebbe stato ripreso soltanto pochi minuti prima della cattura sulla «Citroen Zx» all'angolo tra viale Regione Siciliana e via Leonardo da Vinci. Tre o quattro minuti in tutto di pellicola. Gli investigatori fino all'ultimo non sarebbero stati sicuri che davvero» quell'ometto pan¬ ciuto e dall'aspetto rozzo fosse il ricercato numero uno delle «famiglie» siciliane, il capo dei capi della mafia. E Salvatore Biondino, il bracciante dell'Azienda regionale delle foreste, che l'altra mattina faceva da autista a Riina, interrogato dal gip Giuseppe Di Lello, se l'è cavata fingendosi esterrefatto. La cattura di Totò Riina è il secondo colpo grosso messo a segno dalla stessa squadra del Ros in poco tempo. Sette mesi fa, l'I 1 giugno scorso, questo gruppo speciale dei carabinieri arrestò 21 trafficanti di cocaina in Lombardia a Olda, vicino a Bergamo, in un villino. C'era lo zampino della mafia, tanto che fra gli arrestati sono Guglielmo e Giuseppe, due dei figli del capomafia Gaetano Fidanzati, catturato sempre l'altr'anno in Argentina dopo essere fuggito da Palermo dove era in libertà provvisoria dopo i 22 anni di re- clusione subiti nel 1987 nel primo maxiprocesso a Cosa Nostra in cui Riina si vide infliggere il primo dei tre ergastoli che finora gli sono stati irrogati. A palazzo di giustizia, ieri mattina, il neo-procuratore della Repubblica Giancarlo Caselli, affiancato dai procuratori aggiunti Elio Spallitta e Vittorio Aliquò, ha incontrato i giornalisti per ribadire che le indagini procedono a pieno ritmo. Ma è stato «abbottonato». «Ci sono elementi che si innestano nell'operazione che debbono fare riflettere e sui quali bisogna lavorare», ha dichiarato fra l'altro Caselli. Sull'esistenza di filmati che secondo indiscrezioni ritrarrebbero uomini politici in compagnia del boss latitante il procuratore ha citato la smentita dei carabinieri: «Ieri hanno detto che è destituita di ogni fondamento», ha affermato il magistrato. E anche quando gli è stato chiesto se, a prescindere dalla presenza di esponenti politici, i filmati esistessero, il procuratore ha risposto: «Siamo in attesa di trasmissione di atti, solo quando li avremo ricevuti tutti potremo rispondere. Allo stato possiamo solo ipotizzare». Il procuratore ha precisato che le indagini in corso riguardano anche il patrimonio di Riina, secondo alcuni valutabile in migliaia di miliardi. «Amarezza» è stata espressa da Pietro Alongi, segretario del Siulp di Palermo, per una dichiarazione di Manfredi Borsellino, uno dei due figli del procuratore assassinato il 19 luglio con cinque dei sei poliziotti della scorta. «Penso che l'Arma dei carabinieri sia libera di agire più di altri apparati dello Stato»: è la frase del giovane Boi-sellino che ha suscitato il risentimento del sindacato di polizia. Alongi ha sottolineato che nella lotta alle cosche molti poliziotti hanno perso la vita e che «pur consapevoli che il loro destino era appeso a un filo sottile hanno continuato a servire lo Stato». Alongi ha anche ricordato la recente cattura del numero due di Cosa Nostra Giuseppe Madonia, il boss di Gela, catturato vicino a Vicenza dopo nove anni di latitanza, ad opera della polizia, e i sequestri di ingenti beni di mafiosi eseguiti sempre dalla polizia di Palermo. Antonio Ravidà II procuratore Giancarlo Caselli: stiamo indagando sul patrimonio di Totò Riina Un tesoro di molti miliardi

Luoghi citati: Argentina, Bergamo, Gela, Lombardia, Mazara Del Vallo, Olda, Palermo, Vicenza