E Agroppi si presenta all'Appello di Claudio Giacchino

34 Occhi puntati a Firenze sulla panchina viola, ma c'è attesa e fermento anche a Roma e Bari E Agroppi si presenta alKAppello Ecco il Toro, tifosi cauti sul tecnico ereditato dalla tv jfflfflOTW ■ DOMENICA FIRENZE DAL NOSTRO INVIATO Dopo il rovinoso esordio su Rete Quattro (i gol presi ad Udine) Aldo Agroppi debutta in campionato a Firenze come condottiero viola. La città lo aspetta con curiosità affettuosa: quel sentimento che ha la magia di avvolgere nella comprensione anche i fallimenti più inattesi. Così, il disastro di domenica scorsa per i fiorentini è, a scelta, «irripetibile evento», «una delle tante assurdità calcistiche», «prodotto di più sfortune convergenti». Definizioni raccolte tra la gente che in gran numero ha seguito l'ultimo allenamento dei gigliati ai «campirli», dietro il Comunale. Però, l'affettuosa curiosità non ha cancellato la friulana sciagura dalla memoria di Firenze, l'ha soltanto esiliata in un cantuccio. «Nel caso le cose non andassero bene contro il Torino si va a ridere, uh se si ride» minacciano i cuori viola. Insomma, dopo le pirotecnie verbali e comportamentali di Cecchi Gorijr, forse la fiorentina rappresentazione «Come ti cambio l'allenatore» potrebbe aumentare ancora il riso. «Il Radice cacciato, l'Agroppi riesumato, e subito il disastro di Udine: che tragicommedia, quale opera buffa. Poteva recitarsi solo qua». Parole di Franco Cardini, storico toscano attento allo sport: «Da anni la città soffre di esagerata sensibilità, e tale malattia è alla base della stupefacente identificazione tra prestigio della città e prestigio della squadra. A Firenze tutto s'è incialtronito, il calcio contribuisce la sua parte. Vedremo cosa potrà o saprà fare l'Agroppi ripescato». La simpatia per il nuovo capitano del Giglio la s'incontra anche negli ambienti ignoranti di pallone. Michelangelo Caponnetto, leader della contestazione sessantottesca e oggi posato docente ad Architettura: «Non m'interessa il football, ma mi ha colpito, sui giornali di lunedì scorso, il faccione sconsolato di quel poveretto, dimmi tu, appena richiamato cominciare con quello scivolone. No, no, non saprei cosa consigliargli». Lo sanno, invece, Giordano Goggioli ed Eraldo Pecci. Il primo, per tanti anni responsabile del vangelo pallonaro locale, le pagine sportive della Nazione, argomenta: «Agroppi è toscano, linguacciuto, quindi piace. Dubito continui a piacere: schierare a uomo una Fiorentina tanto leggera equivale ad un salto senza rete: oggi nel calcio contano eccome i chili, e i viola sono quasi tutti pesi piuma». Pecci, vecchia gloria gigliata, opinionista sulle colonne dell'edizione cittadina di Repubblica, fa gli auguri all'amico Aldo: «Laudrup ha ragione, la Fiorentina è stata costruita per giocare all'attacco, guai cambiare di colpo». Intanto l'Aldo ritrovato dice tanto e nulla insieme, in una girandola di battute significanti un buonumore chissà quanto reale. Sottolinea: «Siamo rabberciati, che guaio non avere Baiano e Di Mauro», esalta il valore degli avversari sorvolando sul fatto che sono altrettanto rabberciati (i granata mancheranno di Casagrande, Armoni, Cois e Sordo). Un sospirato: «Ancora?» è la risposta a chi gli ricorda: «Che coincidenza: ricominci a Firenze sulla panchina della Fiorentina contro i granata che il 14 gennaio '86, diedero inizio ai tuoi affanni», Quella domenica finì 0-0, tra i fischi perché Agroppi, per la prima volta, aveva confinato in panchina Antognoni. Pochi giorni dopo, i fischi si tramutarono in schiaffi al volto baffuto di colui che adesso è accolto come salvatore della patria. Ruolo recitato con passione, ieri, alla fine dell'allenamento, da Cecchi Gori, l'uomo ricco di certezze e afflitto da un dubbio confidato alla Nazione che l'ha tradotto nel titolo: «Papà, caro mio rivale, sei meglio tu o io? Non lo so». Tutti aspettano di vedere se la Nuova Fiorentina vince. E, se con il Toro farà pari? Sensazione: le due squadre hanno paura, i viola di non conquistare i 2 punti, i granata di lasciarli, forse s'incontreranno a metà strada. 1 punto non dovrebbe sopire l'affetto di Firenze per Agroppi. Claudio Giacchino Agroppi (sin.) e Materazzi che a Bari ha sostituito Lazaroni: esordio in casa