l'esempio di Parigi di Enrico Benedetto
I/esempio di Parigi I/esempio di Parigi Con cure simili il listino volò PARIGI DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Il meccanismo base era semplice: esonero fiscale sino a 5000 franchi (1978) sugli acquisti azionari effettuati nei dodici mesi. La riforma che 15 anni fa intese «orientare il risparmio verso il finanziamento delle imprese» e guarire una Borsa asfìttica, i francesi la ricordano ancora come «legge Monory». Allora ministro alle Finanze nel governo Barre, l'attuale presidente del Senato René Monory intervenne con varie misure per vincere la riluttanza a comprare azioni. Il sistema funzionò, mobilitando la Francia oltre ogni aspettativa. Risposero, in effetti, un milione di risparmiatori. La Borsa riprese fiato, le imprese trovarono nuovi capitali, il governo si rafforzò. Monory aveva trovato un meccanismo semplice, chiaro, efficace, per creare un'interazione tra grandi aziende (senza liquidi) e la Francia dell'uomo comune. La ricetta doveva mostrarsi preziosa. Perfino l'opposizione socialista lo ammise. Nell'83 vediamo quindi Jacques Delors prorogare l'ormai famosa deduzione dei 5000 franchi, aggiornando il pacchetto. Dicembre 1987: in piena coabitazione, Edouard Balladur (oggi premier in pectore se gollisti e giscaraiani vincessero le prossime legislative) regge il dicastero che appartenne a Monory. Prolunga la riforma del suo predecessore. Ormai la formula ha nome Cea (conto-risparmio in azioni). L'anno scorso gli ultimi ritocchi. Pierre Bérégovoy, già superministro dell'Economia e oggi premier, non poteva sottovalutare l'importanza di un piano che garantisce competitività alle imprese francesi e remunera, nel contempo, il cittadino. Donde nuove misure sul risparmio lungo termine. E' il «pian d'epargne en actions» datato 1992. La Monory cambia forma ma non sostanza. E nessuno, per ora, vorrebbe pensionarla. Enrico Benedetto Il premier francese Pierre Bérégovoy che ha ereditato gli effetti benefici della legge Monory
Persone citate: Edouard Balladur, Jacques Delors, Monory, René Monory
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