Nella notte o nella pre-alba un bel reportage dedicato a Olmi
r r TIVÙ'& TIVÙ' ~1 Nella notte o nella pre-alba un bel reportage dedicato a Olmi IERI notte dopo mezzanotte, oppure stamani nella pre-alba, Raiuno ha trasmesso un breve reportage di Francesco Bortolini, «Cinema e memoria», dedicato al decennale di Ipotesi Cinema, la «non-scuola» di cinema di Ermanno Olmi a Bassano del Grappa: ventitré minuti molto belli, densi di informazioni-riflessioni. Si sa che Ipotesi Cinema prese forma, nel 1982, in un assetto televisivo del tutto diverso da quello attuale: la Rai stava al centro del sistema e viveva con pienezza la sua natimi di servizio pubblico, Raiuno ne era la rete maggiore e i suoi dirigenti più accorti, a esempio lo scomparso Paolo Valmarana che era pure critico cinematografico, sentivano la necessità e l'apporto di qualità di uno stretto legame con il cinema. Giuseppe Cereda, allora alla Rai, oggi dirigente nel settore della produzione cinematografica Fininvest, ha ricordato: «Valmarana sapeva che l'azione produttiva della tv non poteva limitarsi ai film di grandi autori italiani e al medio cinema commerciale; aveva I l'ambizione di ricostituire un ciI nema italiano forte e popolare; a Olmi lo univa, insieme con la comune matrice veneto-cristiana, la fiducia nelle inespresse energie provinciali. Ipotesi Cinema venne attivata come un laboratorio capace di attuare nel cinema un ricambio generazionale e di riportare l'attenzione dei film sulla realtà italiana. Si sa quali e quanti sviluppi abbia poi avuto l'iniziativa: «Cinema e memoria» ha saputo illustrarli e sintetizzarli benissimo attraverso testimonianze di Olmi, di Andrea Zanzotto, dei giovani allievi della «non-scuola» divenuti registi o cineasti, o magari passati poi all'insegnamento e ad altri lavori. Le testimonianze sono l'abituale, ovvia componente d'ogni servizio giornalistico televisivo. Era sorprendente accorgersi, guardando «Cinema e memoria», di come esse risultino più efficaci, più interessanti ed emozionanti, più eloquenti e significative, quando vengono raccolte senza censure con attenzione intelligente, filmate in immagini belle, pensate, curate, illuminate bene (la fotografia è di Michele Zampierin di Ipotesi Cinema, la collaborazione di Anna Antonelli), offerte senza in¬ tervento di domande superflue o invadenti, espresse da testimoni davvero desiderosi di dire qualcosa che gli sta a cuore, e non presenti soltanto per fredda esibizione. Il ricordo, da parte di Otar Ioseliani, dell'abile battaglia condotta da Paolo Valmarana per consentirgli di uscire dall'Unione Sovietica dove allora il regista si trovava molto male in gravi difficoltà, aveva la bellezza d'un brano di letteratura, la grazia d'una scena teatrale. Dedicato a Valmarana, «Cinema e memoria» pone anche un interrogativo: chissà perché Raiuno, che non ha le scansioni di tempo imposte al cinema dalle esigenze commerciali, che a volte colma i brevi vuoti di programmazione con riempitivi o con vecchie riproposte comiche già viste mille volte, che potrebbe utilizzare al meglio i filmati corti o cortissimi, finisca per mandare in onda dopo la mezzanotte un reportage come questo, oltre tutto riguardante un'iniziativa anche propria. Mancanza d'elasticità o di autostima, burocratismo, sfiducia, pigrizia? Lietta Tomabuoni onl |
Luoghi citati: Bassano Del Grappa, Unione Sovietica
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