Corleone liberata da un lungo incubo di Enrico Deaglio

Corleone liberata da un lungo incubo Corleone liberata da un lungo incubo Il sindaco: non ci vergogneremo più del nome delpaese REPORTAGE F: CORLEONE ORSE perché era una giornata di sole, forse perché era una giornata particolare, ma ieri Corleone appariva un luogo da paradiso. Qualsiasi turista ne sarebbe rimasto affascinato. Si è sciolta la neve sulla Rocca Busambra, una luce radente passa sui campi che non finiscono mai. Passano trattori e camion con la paglia. Solo pochi giorni fa si respirava la cupezza, oppure l'imbarazzo, a dover chiedere dov'è la casa di Riina, se qualcuno lo ha conosciuto. Domande che i corleonesi si sentono fare da vent'anni. Il primo ragazzo che incontro sulla piazza sfoglia il giornale per controllare se è stata pubblicata la notizia della sagra del miele. Non c'è. Nessuno sapeva che a Corleone si produce miele, si produce grano duro e se lo compra la Balilla, buon vino, pomodori. Che sono state messe colture di pesche. E che tutto ciò fanno fatica a venderlo perché viene da Corleone, cioè perché, in sostanza, viene dalla mafia. Ieri sera hanno scorrazzato per il paese televisioni, carabinieri e polizia. Stamattina è tutto tranquillo. Sono andati esauriti i giornali, al bar di fronte al Municipio non si discute più di tanto. L'ultima visita importante è stata quella dell'ex pilota di F. 1, Clay Regazzoni, in sedia a rotelle. Era arrivato sull'onda della saga dei corleonesi, per curiosare. Ha voluto lasciar detto che il paese gli è sembrato diverso da come viene dipinto. Una composto liberazione. Senza eccessi. Il sindaco ha diffuso un comunicato stampa in cui si applaude alla forze dell'ordine per l'arresto di Riina e ci si pronuncia per l'avvenire di Corleone, nome da pronunciare senza vergogna. Corleone, che comunque non viene da cuor di leone, ma da un certo signore arabo Kuriulum che la conquistò nell'840 dopo Cristo. Discendenti della sua famiglia vi- vono ancora in Marocco. L'Archeoclub sta scavando e tira fuori statuette, vasi, qualche moneta. Il pezzo forte è una pietra miliare del 254 a.C. che indicava la città a 56 miglia da Agrigento. Nell'Ottocento pare sia venuto un francese che si portò via dei vasi greci in cambio di una matita. Leoluca è il nome più comune. La mamma di Leoluca Orlando viene di qui. E pure la mamma del dottore Falcone, che era una Bentivegna. I Bentivegna furono risorgimentali, garibaldini appassionati. Ci lasciarono la pelle. Qui visse Bernardino Verro, protosociali¬ sta, fondatore di cooperative, ammazzato dalla mafia dei baroni nel 1915. Come pure qui fu ammazzato il comunista Placido Rizzotto, da Luciano Liggio, nel 1948. L'attuale sindaco, Giuseppe Siragusa, 73 anni, era suo compagno di fede. E' secco ti dritto, parla poco. Ma oggi è il suo giorno. Alla fine dell'avventura dei Corleonesi che avevano sconfitto i braccianti, a capo della giunta comunale c'è lui, che la mafia l'ha conosciuta e combattuta da quando è venuto al mondo. Guarda il giornale, vede il Riina stanco e gonfio e rimane impassibile. «Soddisfatto?». «Certo, è la fine di un incubo». Ha la faccia di un Berlinguer bracciante. Ogni mattina pullman da dieci Comuni vengono a Corleone scaricando studenti. Qui ci sono il liceo classico, il liceo scientifico, l'istituto magistrale, il tecnico per geometri oltre ad altre scuole private. Il vecchio Rima, pecoraio terrorista, se vedesse questi studenti, si renderebbe conto di quanto vane siano le sue vecchie regole. Lui apparteneva ad una mafia pretelevisiva. Qui i ragazzi non temono confronti con un liceo classico svizzero. E' una costruzione moderna, il liceo classico. Qui studiò, venticinque anni fa, anche la futura moglie di Riina, Antonietta Bagarella. I professori del liceo sono stati suoi compagni di scuola e la ricordano brava, intelligente, appassionata. I ragazzi del ginnasio-liceo «Guido Baccelli» di Corleone sono ottimi. Hanno fatto gite scolastiche a Londra, sono andati in finale al «Certamen Ciceronianum». Anche i professori sono ottimi, dedicati. Ci sono ritratti di Falcone e Borsellino in ogni corridoio. C'è un clima di solidarietà che ricorda i ragazzi newyorkesi del serial «Saranno famosi». L'anno scorso, dopo aver visto il film «L'attimo fuggente», la 2aA ha rappresentato, a cura della professoressa Francesca Alomia, il «Sogno di una notte di mezza estate» di Shakespeare. La studentessa Mariella De Giorgi ha volentieri acconsentito a rifare ieri il folletto Puk per la trasmissione «Mixer» (Grazie, è stato molto bello). La la liceo ha accolto la notizia dell'arresto di Salvatore Riina con un coro liberatorio. Ha cantato prima «Salvatore, non andare via...» e poi, nella più imprevista dissacrazione della mafia, in onore a Billy Wilder, «perché è un bravo ragazzoperche è un bravo ragazzo». Sono andati oltre, i ragazzi del liceo classico di Corleone. Cittadini disincantati del mondo. Dal che si scopre che la paura è figlia dell'ignoranza, ma che per fortuna la paura non ha impedito la cultura. Se ne potranno andare in giro dove vogliono, più esperti di tanti altri. E, spero, saranno vicini ai due figli di Bernardo Provengano, il vice di Riina. Uno frequenta la media, l'altro il liceo scientifico di Corleone. Per loro devono essere stati giorni spietati. Non li ho visti, non li ho voluti cercare. Ma, se leggono i giornali, gli auguri dei ragazzi del liceo classico «Guido Baccelli» di Corleone. Enrico Deaglio Cori di ragazzi per inneggiare alla fine del ras Un'immagine di Corleone dove ora, dopo l'arresto di Riina, ia gente non sente più il peso della vergogna