STRATEGIA ANTI-PIOVRA
STRATEGIA ANTI-PIOVR A STRATEGIA ANTI-PIOVR A pjpjpjpjpjpjpjpjpjpjpn^ "i La pena di morte non fa paura ai super killer di Cosa Nostra O grande stima di Rudolph Giuliani, che considero uno dei maggiori esperti mondiali nella lotta alla criminalità organizzata e profondo conoscitore della mafia siciliana, ma questa volta non posso condividere la sua proposta fatta al governo italiano a poche ore dall'arresto di Totò Riina. L'ex procuratore distrettuale di New York sulle colonne del Corriere della Sera ci invita a ripensare allo strumento della pena di morte contro i killer di Cosa Nostra, tenendo a mente che la mafia minaccia ormai la nostra identità nazionale e non è più solo un problema criminale. Il ragionamento di Giuliani è semplice: i sicari dei boss sono professionisti che non si fermano di fronte a nessun reato, ma sapere, all'atto del reclutamento, che «il capestro può essere l'esito finale, consiglierebbe a molti di desistere». Sono un siciliano trapiantato al Nord, ho diretto per parecchi anni il pool dei magistrati di Palermo e credo - con molta umiltà - di conoscere I abbastanza bene il «pensiero I mafioso» per poter dire che non è così. I killer delle cosche firmano sin dall'«assunzione» un patto con la morte. Sanno che toccherà loro uccidere, ma anche morire. E, probabilmente, non per mano dello Stato. Sono chiamati a rispettare un codice terribile, che non permette sgarri. Per essere «giustiziati» sarà loro sufficiente innamorarsi della moglie di un altro affiliato o aver rubato poche lire a un uomo d'onore. No, la prospettiva della pena di morte non li può fermare. Non trasforma i lupi in agnelli. Che la pena capitale non rappresenti un deterrente efficace contro i crimini più efferati viene poi confermato anche dalle statistiche giudiziarie di tutti i Paesi che la prevedono nel loro ordina mento. Sono, infine, contrario alla pena di morte come uomo di legge e come cristiano. Mi ha commosso leggere le parole della sorella di Giovanni, Maria Falcone, parole che condivido in pieno. «La mia prima reazione nel sapere Rima in manette - ha detto - è stato il desiderio di vederlo morto. Ma allo stesso tempo la mia fede religiosa mi obbliga al perdono». E' difficile perdonare, cara forte Maria, ma la «giustizia sommaria di Stato» non fa crescere le democrazie. Due cose soltanto spaventano i boss. La prima è la lunga detenzione in un carcere dove non possono comandare, ricevere parenti e altri uomini d'onore, sfruttare compiacenze della direzione e inviare messaggi all'esterno. Penso all'Asinara e a Pianosa, le uniche strutture in grado di garantire queste condizioni di estrema rigidità. La seconda, è trovarsi di fronte uno Stato più organizzato di Cosa nostra. Ecco, caro Giuliani, quello che davvero può far paura alla mafia Antonino Caponnetto tto |
Persone citate: Antonino Caponnetto, Giuliani, Maria Falcone, Rudolph Giuliani, Totò Riina
Luoghi citati: New York
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