Per casa una sedia in radiologia

Marta e Francesco, 71 e 53 anni, da 8 giorni dormono in corridoio al Mauriziano Marta e Francesco, 71 e 53 anni, da 8 giorni dormono in corridoio al Mauriziano Per casa una sedia in radiologia E il mattino l'infermiera offre il caffè Marta e Francesco, ospedale Mauriziano, reparto radiologia. Da otto giorni vivono su una seggiola: di notte dormono con una cuffia di lana calata sul volto, al mattino aspettano l'infermiera che offre loro il caffé, di giorno escono per la città. Ma alle 17, appena comincia a fare più freddo, tornano nei corridoi dell'ospedale, in tempo per ottenere un piatto di minestra calda da un'altra infermiera. E' una storia di povertà e disperazione, ma anche di volontà e di amore. Protagonisti Marta Maccari, 71 anni, originaria di Mantova, e Francesco Testa, 53 anni, da Avola (Siracusa). Alle spalle hanno una vita sfortunata: lunghi anni di lavoro in campagna, poi il tentativo di «inurbarsi» in una grande città, Milano. Si sono incontrati otto anni fa, una sera, vicino alla Stazione Centrale. Entrambi avevano appena perso il lavoro, hanno cominciato a frequentarsi, si sono sposati. «Avevamo deciso - spiega Marta-di tornare in Sicilia, ad Avola. Volevamo vivere i nostri giorni lì, ma quella vecchia casa non ce l'ha fatta. Il tetto ha incominciato a incrinarsi, pioveva sul letto, era tutto umido. Abbiamo deciso di tornare al Nord, cinque anni fa». Torino, però, non Milano. «Lo abbiamo scelto insieme. A Milano era diventato troppo difficile vivere, con tanta delinquenza in giro e con la gente che va troppo di corsa. Torino ci piaceva di più, ed era possibile sopravvivere spendendo meno denaro». L'anziana coppia arriva con qualche risparmio, forte anche della pensione di invalidità di Francesco, che s'è rotto il femore in quattro punti, venti anni fa, e ora trascina una gamba: 55p mila lire il m^se. «Pe^rraalche anno siainò riusciti à sopravvive re -continua Marta perchè la pensione costava poco, ed io facevo ancora qualche lavoro. Ma dallo scorso autunno tutto è cambiato: è cresciuta la tariffa della pensione, è sparito il lavoro. Ed i soldi sono finiti». La scelta del Mauriziano, come nuovo domicilio, è stata casuale. «La scorsa settimana Francesco ha accusaro forti dolori alla gamba, e l'ho accompagnato qui per controlli. Non lo hanno ricoverato, ma lo hanno curato nel migliore dei modi. C'era gente simpatica, si stava bene, faceva caldo e non costava nulla. Fuori c'erano 10 gradi sotto zero, e non avevamo soldi. Ci siamo fermati qui». Per i pasti rimediano come possono. Marta mostra due mandarini e due panini al prosciutto, ricevuti poco prima in dono dal parente di un ricoverato. E mostra anche tutti i suoi averi, raccolti in un sacchetto di plastica: poco più di 5 mila lire. Le sole paure vengono dalla notte: «A volte si vedono in giro brutti ceffi, così preferiamo addormentarci a turno, e solo quando non c'è più nessuno». Hanno anche dovuto affrontare una spiacevole avventura: «Un custode, davvero senza cuore, qualche giorno fa ci ha cacciato dall'ospedale nel .pieno della notte. Faceva un freddo terribile, siamo andati a piedi sino a Porta Nuova e lì abbiamo chiesto ospitalità ad un taxista, che è stato molto gentile: ci ha consentito di riposare un paio d'ore a bordo della sua macchina. Poi, al mattino, siamo tornati sulla nostra seggiola, in ospedale». Marta e Francesco non vogliono sentire parlare di ricoveri in ospizio («Siamo attivi, autosufficienti, con voglia di fare ancora tante cose») ed hanno un sogno. «Una casa. Anche piccola, piccolissima. Anche una stanza sola». Con una preferenza: «Che sia in città, in questa città. Noi a Torino stiamo davvero bene. E' un piccolo paradiso». E si commuovono davanti ad un primo, immediato aiuto di Specchio dei tempi che consentirà loro, stasera, di dormire in un letto. Angelo Conti Si sono conosciuti anni fa a Milano e si sono sposati Sognano una stanza Un aiuto da Specchiò dei tempi

Persone citate: Angelo Conti, Francesco Testa, Marta Maccari