E nell'attesa il listino scoppia

IL GIORNO E nelPatfesq il listino scoppia Scambi per500 miliardi, come nel magico '86 L'ANALISI IL GIORNO LMILANO A gioia di piazza Affari nel giorno di san Macario, il santo che ha trasformato un brutto venerdì di metà gennaio nel più bel giorno della Borsa, ha fatto boom. Ma proprio boom: 500 miliardi di scambi, un record che nessuno immaginava e che era atteso da tempi ormai lontani: «Da quando? Forse dall'86», questo l'allegro interrogativo del parterre. Euforia in piazza Affari. Ma soprattutto tanti, tantissimi scambi e quasi ressa attorno alle Generali, il titolo che ora tutti vogliono, dall'estero, dai borsini, e che ieri è stato trattato per 18 lunghi minuti - un altro piccolo record prima di far prezzo. Certo, sull'impennata. I delle Generali (+4,8% ma con dopolistini tutti molto vicini a quota 34 mila e con ulteriori balzi al Seaq di Londra) non ha inciso soltanto l'attesa forte per i1 provvedimenti prò Borsa. No, esistono anche altri motivi molto concreti. Gli ordini d'acquisto dei fondi pensione Usa, per esempio, nascono da uno studio della Morgan Stanley diffuso tra gli investitori esteri nel quale si consiglia l'acquisto delle azioni della compagnia del Leone anche perché, si spiega, ha molte riserve in valuta, non è poca cosa di questi tempi potersi portare a casa valuta con un 30% di sconto dovuto alla svalutazione della lira. In più, ecco di nuovo le voci su prossimi movimenti in campo assicurativo con le Generali pronte a far da calamita a un polo assicurativo «made in Italy» forte di almeno un altro paio di compagnie, tra cui la Fondiaria. Vola la Borsa. Il cocktail - at¬ tesa per i provvedimenti del governo più privatizzazioni più effetto Generali - ha funzionato nel migliore dei modi e questo venerdì 15 è forse destinato a passare alle cronache di Borsa come un giorno storico. Mattinata come meglio non si può, con l'indice Comit cresciuto del 2,23% ma dopo aver toccato anche il 4,5%, aspettando conferme su quei benedetti provvedimenti in discussione nel Consiglio dei ministri. E poi, nel pomeriggio, un pomeriggio di lavoro con gli scambi chiusi solo alle 15 dopo cinque ore di urla e grida, finalmente la certezza all'apparire delle notizie da Roma sui terminali delle agenzie di stampa: è fatta, nessun ripensamento, questa volta. E' soddisfatto il popolo di piazza Affari. E i messaggi che filtrano, nei commenti a caldo, tra le richieste di chiarimenti, sono tutti positivi. Isidoro Albertini, il più autorevole, il più ascoltato tra gli operatori di piazza Affari, sintetizza il pensiero comune nel migliore dei modi: «E' una inversione di tendenza nei confronti del mercato, dopo anni e anni di disinteresse e di assenza si sono resi finalmente conto che la Borsa è importante». Ecco, più ancora della reintroduzione (dopo 12 anni di sospensione) della cedolare secca, degli sgravi fiscali per chi compra nuove azioni e della possibilità di scambiare Bot in azioni, è l'attenzione nuova dimostrata dal governo per la Borsa che rende felici gli uomini della Borsa. Lo dice e lo sottolinea anche Enzo Berlanda, presidente della Consob: «Quella varata dal governo è una misura estremamente rilevante per la sua portata: mi sembra che alcuni provvedimenti, come la possibilità di pagare azioni di società privatizzate con titoli di Stato e la possibilità per la Consob di autofinanziarsi, siano molto importanti». Insomma, il vento è cambiato. Anche se a spingere l'interesse tutto nuovo del governo per la Borsa ci sono esigenze concrete, a cominciare dalle privatizzazioni annunciate. Ma adesso, proprio questa miscela tutta nuova - sostegno al mercato azionario più privatizzazioni - fa intravedere veramente tempi migliori per la piccola piazza Ari ari. Conferma Albertini: «Questi provvedimenti uniti al varo delle privatizzazioni sono un messaggio importante sia per gli investitori italiani che per quelli esteri». Tanti consensi. Poche critiche. «Finalmente qualcosa di positivo, non sarà stato fatto ancora tutto il necessario ma si sta lavorando bene», fa sapere Giorgio Mariotti della Sige. Che non nasconde d'aver apprezzato sia l'introduzione della cedolare secca («Semplifica la vita a tutti noi intermediari») che la possibilità di pagare le azioni delle società privatizzabili in Bot. Leonida Gaudenzi, presidente del Ristretto, rimarca il dato politico: «E' la prima volta che un governo si rende conto che non si può andare avanti con un mercato come è quello italiano». Guido Cammarano, segretario dell'Assogestioni, sottolinea l'importanza degli incentivi che il governo intende dare per le privatizzazioni: «Soprattutto perché sono condizionati dalla cessione del 51% del capitale». Mentre Salvatore Giardina, presidente dell'Ordine nazionale degli agenti di cambio, si fa interprete dell'unico, vero rilievo degli uomini della Borsa: la scelta del disegno di legge al posto del decreto. «Speravo in un decreto legge per abbrewiare i tempi e per non dare la stura a qualche critica», spiega Giardina: «Comunque complimenti al governo». Armando Zeni Isidoro Albertim (a fianco) e Enzo Borlanda presidente della Consob I ministri Giovanni Goria e (al centro) Piero Barucci

Luoghi citati: Londra, Roma