Saluti e baci firmato i soliti sosia

Saluti e baci, firmato i solili sosia Stasera alle 20,40 su Ramno va in onda la nuova versione di «Crème Caramel» Saluti e baci, firmato i solili sosia Assente la Prati, ora è di Berlusconi (3 miliardi) ROMA. I politici ricoverati nel «Poli-manicomio Italia», clinica per malati di mente in cui vedremo aggirarsi personaggi come Amato (Oreste Lionello), Bossi (Manlio Dovi), il giudice Di Pietro (Mario Zamma), Martinàzzoli (Paolo Mileto, direttore di banca al suo debutto tv), Craxi (Luigi Zerbinati), Mariotto Segni (Leo Gullotta); il pubblico invitato ad inviare pensierini rivolti ai protagonisti della scena politica sul genere «tutto quello che avreste voluto chiedere e non avete mai osato» e poi la nuova star, la bionda Valeria Marini, corpo stile Jessica Rabbit e vóce da ragazzina innocente, con il compito di riempire il vuoto lasciato da Pamela Prati, passata alla Fininvest per due anni con un compenso all'altezza delle sue misure (si dice tre miliardi). Debutta oggi alle 20,40 su Raiuno la nuova versione di «Crème Caramel» intitolata «Saluti e baci» e destinata ad occupare per tredici volte, tra il disappunto dei molti critici e la gioia del grande pubblico (l'anno scòrso la media è stata di 7 milioni di spettatori), il sabato sera della prima rete. In diretta dal Salone Margherita di Roma, gli attori dell'ex cabaret Bagaglino proporranno il loro punto 'di vista sulla realtà italiana, adeguandosi naturalmente al mutato clima politico e sociale: «La situazione - spiega il regista Pier Francesco Fingitore che è autore del programma insieme con Mario Castellacci e Carla Vistarmi - sarà piuttosto ingarbugliata e non apparirà chiaro se i frequentatori del Poli-manicomio siano i veri personaggi della vita pubblica, stressati dal turbinio degli avvenimenti o dei malati convinti di essere i protagonisti de¬ gli avvenimenti che stanno cambiando il nostro Paese». Una cosa è certa, ha aggiunto Pingitore con una certa veemenza, la satira di «Saluti e baci» non sarà, come molti sostengono, «di regime». «Certo, la nostra è una satira sdrammatizzante. Sdrammatizzare, però, non significa assolvere, ma osservare con occhi pacati ciò che succede. I nostri testi non aggrediscono perché la satira non è insulto, come forse vorrebbero i nostri detrattori. Il fatto è che la ricetta della satira è stata coniata da una certa parte politica, e chi non è in linea con questa è accusato di fare una satira all'acqua di rose». Anche Pingitore, insomma, non si sottrae alla regola, ormai imperante tra i personaggi Rai, di promuovere il proprio programma lanciando accuse contro altri simili. «Paolo Rossi è stato ritenuto intellettuale solo perché dice venti parolacce di fila; quanto a quelli di Avanzi prima si è gridato al miracolo e poi, con la stessa facilità, si è detto che erano finiti. Noi abbiamo ironizzato su Craxi e Andreotti quando stavano al governo e nessuno osava farci battute sopra. Dunque non mi sembra che la nostra satira sia poco graffiarne». [f. e] Oreste Lionello su Raiuno

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