«Il pds mi snobba sono stupito e affascinato»

«Il pds mi snobba, sono stupito e affascinato» Lo studioso parla del suo racconto sulla crisi di un comunista italiano: e accusa l'Unità «Il pds mi snobba, sono stupito e affascinato» Steiner: la mia idea di marxismo come eresia giudaica li imbarazza SMILANO EORGE Steiner è un uomo dalla leggendaria curiosità, che difficilmente si lascia sorprendere a corto di risposte, o almeno intuizioni, dai problemi della cultura e della politica. Ma questa volta il grande maestro della critica inglese è arrivato a Milano addirittura «bewildered», sconcertato. Due mesi fa è uscito nei Coriandoli Garzanti il suo lungo racconto II Correttore, in cui un correttore di bozze di provata fede marxista riflette sulla similitudine fra il suo lavoro e il comunismo, che corregge gU errori della storia. E tutti ne hanno parlato. «Con una notevole eccezione» dice nel bar del suo albergo Steiner, gli occhi che gli si accendono di ironico stupore. «Già prima che il libro uscisse, la Garzanti ha mandato le bozze all'Unità. Silenzio assoluto. Molto interessante. Nemmeno un attacco per dire no, è un libro stupido, oppure non coglie i problemi. Sembra proprio che i comunisti italiani abbiano difficoltà a leggere questo libro, anche se devo dire che in altri Paesi - è stato e sarà tradotto in nove lingue - la sinistra lo ha apprezzato». Gome spiega Steiner, studioso e scrittore che si divide tra il Churchill College di Cambridge e l'Università di Ginevra dove insegna inglese e letterature comparate, il fatto di trovarsi improvvisamente «ignorato» dal suo naturale interlocutore? Dopo tutto, il suo racconto sul complesso itinerario di un comunista italiano dalla Resistenza alla caduta del Muro di Berlino, che si estranea dal partito fino alla decisione finale di iscrìversi al pds, solleva molte questioni. «Sono molto stupito, e affascinato. Perché quello che il libro dice è che il marxismo è una delle grandi eresie messianiche del giudaismo, un'eresia della speranza, di una giustizia divina futura e immanente, non transitiva. Sono imbarazzati dalla narrativa giudaica?» si chiede dispettosamente. «In Francia il comunismo è profondamente antisemita: Marchais e la sua guardia pretoriana sono di un antisemitismo metodico, come lo stalinismo. Ma qui non riesco a capire il totale silenzio. Aspetto una recensione sull'Indice, quello è marxismo serio, interessante. Ma l'Unità? Dopo tutto non ci sono molte opere di narrativa sul comunismo italiano in questo momento». La più interessante reazione al Correttore fino ad oggi, dice Steiner, è quindi paradossalmente una non reazione. Che lascia la porta aperta a molte possibili risposte, alcune delle quali potrebbero emergere dalla tavola rotonda organizzata lunedi 18 alla Casa della Cultura di Milano, con David Bidussa, Cesare Cases, Valentino Parlato e Franco Brioschi intorno a George Steiner. E si vedranno i risultati. Del resto il Correttore, come molte delle opere di questo «pestifero» del¬ l'Accademia (che ha scrìtto 16 libri di filosofia, teorìa e narrativa, in una carriera di quarant'anni), ha sollevato già qualche controversia prima di arrivare in libreria, quando si è sparsa la voce che il protagonista della sua storia sarebbe stato niente meno che Sebastiano Timpanaro, il grande filologo appartatissimo e misterioso, che se ne è immediatamente risentito. «Ma vorrei chiarire una cosa - puntualizza Steiner -, non ho mai incontrato Timpanaro e l'ho usato solo come traccia. Sapevo che era un correttore che lavorava a La Notte, ed è uno dei più grandi filologi del Ventesimo Secolo, anzi, ho sempre detto che lui e Gianfranco Contini sono i due grandi "lettori" del Ventesimo Secolo. Ed è anche, come si sa, uno dei grandi marxisti puri». Questo libro avrebbe dovuto essere un omaggio, e non un'offesa a un uomo con cui Steiner dice di non avere mai avuto contatti personali. «Mi spiace se si è arrabbiato, non avrei pubblicato il libro se lo avessi saputo». - - Livia Ma nera «Nemmeno un attacco per dire che è un testo stupido» George Steiner: il maestro della critica inglese questa volta si è arrabbiato con i post-comunisti italiani

Luoghi citati: Berlino, Cambridge, Francia, Ginevra, Milano