«Caro Lenin, non avrai l'arsenico dal pcus» di Cesare Martinetti

«Curo Lenin, non avrai l'arsenico dal pois» RUSSIA Nuova scoperta negli archivi di Mosca: ormai paralizzato affidò la sua supplica a Stalin «Curo Lenin, non avrai l'arsenico dal pois» / verbali del Politburo che negò il suicidio al leader malato MOSCA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Niente eutanasia per Vladimir Ilic Lenin: malato, paralizzato, spesso incosciente aveva chiesto il veleno, ma il Politburo all'unanimità gli ha risposto no. In seguito, se lo riterremo opportuno, lo comunicheremo». Lo rivela Dmitri Antonovic Volkogonov, ex generale dell'Armata Rossa e ora consigliere del presidente Eltsin per il quale sta esaminando gli archivi segreti del Cremlino, questo frammento di storia sugli ultimi due terribili anni della vita di Lenin. Impazzito per la sifilide (secondo i medici occidentali), reso demente dall'arteriosclerosi (secondo l'autopsia dei russi), confinato nella campagna di Gorki con la moglie e le infermiere, Vladimir Ilic cominciò a star male nel '22. Si pensò alle conseguenze dell'attentato di quattro anni prima, gli venne estrat¬ ta una pallottola, il partito chiamava al suo capezzale i più illustri medici dell'Occidente. Volkogonov, che su Lenin sta ultimando una biografia, ha raccontato ieri per televisione di aver quasi finito la consultazione delle carte, le testimonianze, le diagnosi dei medici, i rapporti quotidiani delle infermiere. Nell'intervista Volkogonov ha mostrato di volersi mantenere sul piano dello storico, senza quell'entusiasmo distruttivo nei confronti del passato che serpeggia oggi in ogni dove della Russia. Ha detto del Lenin ripudiato: «Non si può non riconoscere il ruolo di Vladimir Lenin, un uomo che ha sferrato un pugno forte al volto della storia». E' nella primavera del '23 che Lenin viene colpito dall'attacco più duro, distruttivo. Ha il braccio e la gamba destra paralizzati, non riesce quasi più a parlare. Nella campagna di Gorki vengono a trovarlo, a turno, i dirigenti del partito: il più assiduo è Stalin. A lui, che reagisce con «scettismo» e «meraviglia», Nadiezhda Krupskaja, la moglie di Vladimir Ulianov, affida la richiesta del marito di poter avere l'arsenico. Lo aveva già raccontato in una memoria pubblicata due anni fa sul notiziario del Comitato centrale la sorella di Lenin, Maria Ulianova: «Non so come gli fosse venuto questo pensiero». Volkogonov aggiunge a questa memoria il documento del Politburo che testimonia di un avvenuto dibattito dentro il cuore del partito sull'opportunità o meno di dare davvero a Lenin l'arsenico che chiedeva. Una discussione vera e alla fine un voto: Bucharin no, Kamenev no, Zinoviev no... Tutti no, all'u- nanimità. E' Stalin a portare la notizia a Gorki, alla Krupskaja, a Lenin stesso. E' la primavera del '23, lo stesso periodo a cui si riferiscono le testimonianze dei medici di turno al capezzale: «La coscienza è chiara, ma l'afasia quasi completa. Non dice più parole complete, dorme poco, non mangia. Oggi il professore gli ha messo davanti un coltello, gli occhiali e la penna. Gli ha chiesto di prendere gli occhiali, e Vla(limir Ilic l'ha fatto; poi gli ha chiesto di prendere la penna, ma lui ha preso nuovamente gli occhiali. Il professore ha riferito al Politburo». Sempre così, fino al 21 gennaio 1924. Cesare Martinetti Due immagini di Lenin negli ultimi giorni della sua vita [FOTO GENTE]

Luoghi citati: Mosca, Russia