Iraqgate

Iraqgote Iraqgote Salvi gli archivi compromettenti NEW YORK. La Casa Bianca non cancellerà i suoi archivi elettronici prima dell' «inauguration day» e si adeguerà a quanto disposto dal giudice federale Charles Richey che ne ha ordinato la conservazione «nel pubblico interesse». Lo ha dichiarato il portavoce Marlin Fitzwater, mettendo fine ad una vicenda che rischiava di appannare ulteriormente l'immagine di George Bush negli ultimi giorni della sua presidenza. Il giudice sostiene infatti che i documenti memorizzati nel sistema computerizzato della Casa Bianca potrebbero contenere importanti informazioni sullo scandalo Irangate ed sull'Iraqgate, il caso Bnl-Atlanta-Iraq. La conservazione degli archivi è stata una corsa contro il tempo. Giovedì, per la seconda volta in dieci giorni, Richey aveva diffidato la Casa Bianca dal procedere nella distruzione dei dossier con un'argomentazione chiara: «Le copie cartacee dei messaggi elettronici ha osservato - non sono affatto assimilabili agli originali perché non sempre indicano mittenti e destinatari dei documenti». Temendo che i collaboratori di Bush ignorassero l'ordine con il pretesto di «fare pulizia nel sistema per il nuovo staff», il giudice ha fatto esplodere la polemica sul New York Times. Furioso, ha telefonato ad un giornalista per denunciare il tentativo di sabotaggio in corso: «Potrebbero cominciare a distruggere i file già da venerdì mattina: è vergognoso». Richey ha colpito nel segno: il quotidiano newyorchese ha ieri dedicato al caso l'articolo di apertura della prima pagina. Poche ore dopo dalla Casa Bianca è giunta la dichiarazione di resa. Al centro della disputa sono soprattutto i file del Consiglio della sicurezza nazionale, ma anche i messaggi di posta elettronica archiviati nel sistema. Sull'importanza del loro contenuto si fanno per ora solo ipotesi. [Ansa]

Persone citate: Bush, Furioso, George Bush, Marlin Fitzwater

Luoghi citati: Iraq, New York