E i ragazzi di Corleone applaudono

Emozione e gioia nelle scuole, nella piazza i vecchi paesani preferiscono non parlare Emozione e gioia nelle scuole, nella piazza i vecchi paesani preferiscono non parlare E i ragazzi di Corleone applaudono La speranza del sindaco: «Auguriamoci che ora sparisca la cappa della mafia che pesa su di noi» CORLEONE NOSTRO SERVIZIO Gli studenti di Corleone esultano per la cattura del sanguinario boss Totò Riina, loro compaesano. Non lo temono. Quando la notizia è circolata in paese nelle scuole era ancora ora di lezioni. Nelle elementari, nelle medie, negli istituti superiori i ragazzi hanno applaudito. Insegnanti e studenti si sono disposti davanti ai televisori in cerca delle prime edizioni straordinarie. In municipio non è stato da meno il sindaco socialista Giuseppe Siragusa, 72 anni, sindacalista della Cgil che nel 1948 subentrò a Placido Rizzotto, il segretario della Camera del lavoro corleonese assassinato con la lupara dai mafiosi perché incitava i braccianti a occupare i feudi incolti. «Speriamo che questa cappa della mafia che ha pesato su di noi per tanto tempo possa rapidamente dissolversi», dice il sindaco che una volta di più afferma che «soltanto una minima percentuale di delinquenti non può demonizzare un'intéra comunità». Lapidario, invece il commento del parroco di Santa Maria delle Grazie: «Hanno fatto bene ad arrestarlo, se ha fatto del male». Siragusa convocherà oggi la giunta formata da socialisti e democristiani che presiede dal giugno dell'anno scorso e conta di riunire presto il Consiglio comunale per un dibattito che serva ad allontanare ancora di più l'ombra della cosca «dei corleonesi» che da oltre dieci anni è al vertice della mafia siciliana con la più feroce gestione mai avutasi tra le «famiglie» nell'isola. In serata è giunto in paese il presidente della Regione Giuseppe Campione: «Corleone mai come ora mostra tutta la sua ansia di liberazione - afferma - e ho voluto esser qui proprio per testimoniare la fiducia e i sentimenti di amicizia di tutta la Sicilia nei confronti dei corleonesi onesti e laboriosi». E mentre in via Rua del Piano, nella loro modesta palazzina, madre e sorella del capo dei capi dei clan siciliani scacciavano i cronisti insultandoli attraverso il citofono, in municipio l'assessore alla cultura Calogero Santacolomba, socialista, è stato per ore in attesa che il sindaco tornasse dalla vicina valle del Belice, da Santa Ninfa dov'era andato per una riunione dei terremotati a 25 anni dal sisma del 1968. Vi sono ancora 3800 baraccati e occorrerà spendere almeno 3500 miliardi se si vorrà completare la rico¬ struzione. Anche Corleone, vicina al letto del fiume Belice, subì danni sia pure di limitata entità. «La nòstra soddisfazione è vivissima. Finalmente è stato tolto di mezzo uno dei criminali più ricercati degli ultimi tempi», dichiara Santacolomba che aggiunge: «Riina ha la colpa di ayer fatto associare il nome di Corleone alla mafia, cosa che noi abbiamo sempre respinto con sdegno. Sì, per noi la cattura di Riina è un'autentica liberazione perché non siamo mafiosi, non lo siamo mai stati». Prima di Natale il municipio ha fatto stampare «Qui Corleone», un giornale che si è attestato su questa linea di rinnovamento, di ripudio della violenza mafiosa e dell'omertà. Già, il silenzio dei vecchi e degli anziani, che ancora ieri in piazza c'è stato, è un segnale poco rassicurante. Indica però prudenza, paura più che una complicità che nei fatti non c'è da gran tempo perché anche a Corleone la gente ormai si è dissociata dalle stragi, dagli orrori della mafia sanguinaria tutta votata al business plurimiliardario della droga. Un silenzio rotto comunque dai frequenti e numerosi cortei dei ragazzi che chiedono che i mafiosi finiscano in prigione. In dicembre uno di questi cortei fatto per ricordare Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, e le altre vittime delle stragi di Capaci e via D'Amelio, si è concluso con un dibattito nel quale a viso aperto Riina e i suoi erano stati accusati dei peggiori crimini. E l'anno scorso il municipio aveva organizzato una mostra itinerante di disegni, temi, sculture degli studenti che in una lettera aperta avevano invitato «gli uomini della mafia» ad arrendersi. Antonio Ravidà Oggi si riunisce la giunta comunale Tutti chiedono che scompaia la fama sinistra legata al boss Madre e sorella insultano i cronisti <MÉ|Ét ili Wm JH| Un'immagine di Corleone, paese natale di Totò Riina, che spera di uscire presto dal cono d'ombra della sua sinistra leggenda Francis Coppola, regista de «Il padrino» (sopra): «La mafia è un'istituzione repressiva, non ha futuro»

Luoghi citati: Capaci, Corleone, Santa Ninfa, Sicilia