«Coppola diffama Dracula» di Raffaella Silipo

«Troppe imprecisioni storiche: il mio avo era un eroe della cristianità, non un morsicatore di colli» «Troppe imprecisioni storiche: il mio avo era un eroe della cristianità, non un morsicatore di colli» «Coppola diffama Dracula» Nipote del conte accusa il regista I vampiri andranno anche di moda, al cinema, ma la cosa non piace affatto ai loro nipotini. La principessa Alexandre Caradja Cretulescu Basarab, esponente di una delle più antiche famiglie dell'aristocrazia romena e diretta discendente per linea materna da Vlad IV «Draculea» (conosciuto anche come «Vlad Tepes», ossia «L'impalatore»), ha infatti duramente criticato il film di Francis Ford Coppola «Dracula di Bram Stoker», interpretato da Gary 01dman (il Conte), Anthony Hopkins, Wynona Ryder, Keanu Reeves, Monica Bellucci e presentato l'altro giorno in prima europea a Parigi. Una cavalcata di storia, terrore, lussuria, amore e morte, che in America ha già sfondato tutti i record del botteghino, incassando nei primi tre giorni di programmazione più di trenta milioni di dollari (circa quaranta miliardi di lire). La principessa non è certo nuova alle ingiurie che a volte la storia commette sui suoi protagonisti: 28 anni fa fu costretta ad abbandonare il suo Paese per la Francia, portando come unico bagaglio uno splendido orecchino. Ha sopportato un bel po' di umiliazioni, ma il film di Dracula è troppo: «La cosa più vergognosa del film è avere ambientato la storia del vampiro ai tempi del mio celebre antenato, e non nel secolo scorso, come aveva invece, assai più correttamente, fatto l'irlandese Bram Stoker, nel suo romanzo scritto nel 1897». Stoker, prematuramente morto di sifilide, diede vita al più riuscito fra i personaggi satanici del gotico ottocentesco, sorta di anticristo transilvanico, misterioso ed esotico, che impersonava l'erotismo represso della società vittoriana ed era destinato a imperversare in decenni di letteratura, teatro, cinema, televisione, musica e fumetti. Il suo Conte ungherese, le cui vicende sono tuttora regolarmente ristampate, a quasi un secolo di distanza, è però un personaggio di fantasia, un presunto discendente di Vlad l'impalatore. Nella versione di Coppola si parla invece del «vero» Dracula, «anche se sfortunatamente mi hanno imposto di inserire elementi di fantasia» ha dichiarato il regista. Al Conte così tocca viaggiare nel tempo e nello spazio alla ricerca di una donna somigliante all'amatissima moglie. Ma chi era Dracula? «Vlad Draculea - spiega lo storico del Medioevo Rinaldo Comba - figlio di Vlad Drscu (cioè "Cavaliere del drago" ó anche "Cavaliere del diavolo"), fu il quarto discendente dei Principi di Valacchia e regnò per periodi alterni fra il 1456 ed il 1477. Grande figura della storia romena, alleato di Giovanni Corvino e Ladislao HI di Polonia, Vlad battè i turchi di Maometto H prima nel 1459 e poi nella campagna fra il 1461 ed il 1462, reprimendo sanguinosamente l'invasione appunto con l'impalazione (si dice che non meno di 15mil a pah adornassero le colline vicino alla sua reggia)». Le sue imprese riuscirono a ritardare di due secoli l'invasione turca in Europa e Vlad si meritò anche l'encomio di Papa Pio II, Enea Silvio Piccolomini. «E' ignobile - ha dichiarato Alexandra Caradja - che Coppola abbia infangato il nome di un eroe romeno, Principe di Valacchia, con quello di un conte ungherese inventato, "morsicatore di colli" di giovani e belle figliole». Inoltre, secondo la principessa, la pellicola «presenta un difensore della cristianità come un mostro che faceva abbattere le croci sulle chiese per sostituirle con la mezzaluna ottomana». «Il mio Dracula è un angelo caduto, come Satana - ha spiegato nei giorni scorsi Coppola -. E' stato, sì, un campione della Chiesa, ma dopo la morte per suicidio della moglie ha rinnegato tutto ciò in cui credeva». Chi ha ragione? Secondo Comba «l'unica cosa sicura è che Vlad è stata una figura storica di primo piano nell'Europa Orientale di quel periodo. La sua cattiva fama non è comunque certo imputabile a Francis Ford Coppola: pare che il primo a diffondere dicerie su di lui fosse Mattia Corvino, Re d'Ungheria, forse geloso dei suoi successi militari. Screditato, guardato con sospetto, Vlad fu costretto a fuggire, venne imprigionato a Buda e morì misteriosamente. Frainteso, insomma, lo è da cinquecento anni». Alexandra Caradja comunque non demorde. «Non dispongo delle somme occorrenti per chiamare in giudizio il regista americano, ma fior di avvocati francesi si sono già offerti di farlo gratis». La principessa, che ha di recente riportato in Romania la madre ormai centenaria, ha detto infine di non capire perché le autorità culturali romene a Parigi non abbiano reagito contro chi ha «rappresentato un eroe come un vampiro da fantascienza». E dire che le intenzioni di Coppola erano tutt'altro che dispregiative. «Volevo far giustizia a Dracula, riconsegnare la complessità del personaggio, la passione e l'erotismo. La sua è una delle "love story" più tragiche della letteratura. Il suo messaggio ultimo è che l'amore è più forte della morte». Raffaella Silipo «E' stato travisato anche il romanzo di Bram Stoker» A A sinistra il regista Francis Ford Coppola, a destra un Dracula del passato A fianco una scena del film «Dracula» di Coppola

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