Dal porno-principe guai anche per «007» di Paolo Patrono

Londra, il capo dei servizi segreti convocato dal Parlamento per il giallo dell'intercettazione Londra, il capo dei servizi segreti convocato dal Parlamento per il giallo dell'intercettazione Dal porno-principe guai anche per «007» Agenti frustrati avrebbero captato la chiamata a Camilla Solo un tabloid sportivo pubblica tutta la conversazione LONDRA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE La caccia si è scatenata subito. Nel mirino di Palazzo reale, del governo e di una stampa ormai scatenata ci sono gli ignoti che, intercettando le telefonate intime di Carlo e Diana e fornendo per vie traverse ai giornali le pepate registrazioni, hanno inferto un colpo forse irreparabile al prestigio della monarchia degli Windsor. Chi sta facendo annegare nel ridicolo e nella riprovazione la casa regnante inglese? Chi distilla pillole di veleno per infangare Carlo, per precludergli la successione al trono? Malgrado le ripetute smentite del premier John Major e ieri anche del ministro dei Beni culturali Peter Brooke (custode della stampa) i sospetti continuano ad appuntarsi sui servizi «intelligence» incaricati della protezione della famiglia reale, e sul centro di spionaggio elettronico di Cheltenham in grado, si vantano i suoi capi, di «intercettare anche una telefonata fatta dall'auto di Eltsin nel traffico di Mosca». Nessuno si azzarda a ipotizzare l'esistenza di un «complotto» mirante ad abbattere la monarchia. Ma i deputati, i giornali s'interrogano sull'esistenza anche qui di «servizi deviati», di elementi incontrollabili fra i 10 mila addetti di Cheltenham, di «007» frustrati e scontenti della loro condizione dopo la fine della «guerra fredda», forse anche vit¬ time dei drastici tagli negli organici. E quindi tentati di vendere ai giornali o comunque di far arrivare in qualche modo all'opinione pubblica anche i retroscena più piccanti, meno edificanti dei personaggi pubblici, dei vip che devono sorvegliare, proteggere. Malgrado le ripetute smentite del governo, la settimana prossima la Commissione parlamentare del ministero dell'Interno ha deciso d'interrogare il nuovo capo dell'MI5, il servizio di spionaggio interno, retto da pochi mesi da una donna, Stella Rimington. Il presidente della Commissione, il deputato conservatore sir Ivan Lawrence, ha spiegato: «La guerra fredda è finita ma l'MI5 continua a spendere 185 milioni di sterline all'anno. Vogliamo sapere che cosa ne fa ed essere sicuri che non vi siano abusi di potere. Interrogheremo perciò la signora Rimington su tutte le attività del suo servizio». Un altro membro della Commissione, il deputato della opposizione laborista Mike O'Brian, ha aggiunto bellicoso: «Siamo in rotta di collisione con il ministro che non vuole che interroghiamo i capi del servizio segreto. Ma noi vogliamo investigare se c'è qualche prova del coinvolgimento dell'MI5 nelle intercettazioni della famiglia reale». Il primo a lanciare questo sospetto è stato uno dei più influenti giornalisti inglesi, l'ex direttore del «Times» Lord Rees-Mogg: «Penso che le registrazioni provi¬ no che c'è stata un deliberata sorveglianza dei membri della famiglia reale. Questo fa parte dei compiti istituzionali di protezione della regina e dei suoi parenti?». Tutti gli esperti consultati da giornali e tv sono d'accordo nel sostenere che «solo per un caso su un milione» potrebbe essere avvenuta davvero una intercettazione casuale, come quella vantata da un pensionato l'estate scorsa per la telefonata fra Diana e un suo ammiratore. Per la qualità delle registrazioni, per il numero di intercettazioni rese pubbliche (per ora tre), per certe inspiegabili discordanze sui tempi delle telefonate spiate, gli esperti ritengono che si tratti di un lavoro fatto da professionisti, dotati di apparecchiature d'avanguardia, non alla portata di radioamatori dilettanti. Ed è stato avanzato il sospetto che una volta intercettate le chiamate più compromettenti, gli ignoti manipolatori le abbiano rilanciate apposta sulle bande d'ascolto dei radioamatori per farle captare da qualcuno avido di facili guadagni nei tabloid, molto generosi per questo tipo di servizi. Dopo lo scoop del periodico australiano «New Idea», ieri un solo quotidiano inglese si è azzardato a pubblicare il testo integrale della telefonata fra Carlo e la sua amica Camilla: il «Daily Sport», noto per le sue modelle in topless, che è andato subito a ruba. Chi non l'ha trovato in edicola si è rifatto con l'«Irish Times» (un quotidiano irlandese) che ha inondato a sua volta l'Inghilterra con una pagina intera di trascrizione del «Camillagate». A parte le frasi «a luci rosse» già pubblicate ieri, dalla telefonata traspare il dialogo fra due innamorati incapaci di separarsi, perfino al telefono, con lunghi sussurri di «buonanotte», «ciao», «vai», «attacca», «no tu», che fanno sembrare l'erede al trono un ardente liceale. Lei, Camilla, sa attizzare sapientemente il suo desiderio dicendogli «non posso cominciare la settimana senza di te», «vorrei sentirti qui in questo momento», facendo la gattina gelosa di una certa Nancy. La telefonata si chiude con un ripetuto scambio di «buonanotte amore», seguito dal suono di baci. Così, «cadono gli idoli» scrive provocatoriamente un editoriale dell'«Independent», il quale contro l'ipocrito coro di condanna sostiene che se la monarchia cadrà, se Carlo dev'essere giudicato come erede al trono non può certo essere a causa di questa telefonata amorosa: «Se l'Inghilterra deciderà di diventare una repubblica, la peggior ragione possibile sarebbe perché è stata distrutta l'immagine stereotipata della famiglia reale». Come ultimo sviluppo di questa «crisi», il governo Major ha accantonato il progetto di imbavagliare la stampa sottoponendola a un tribunale speciale in caso di violazione della «privacy». Paolo Patrono Il principe Carlo d'Inghilterra pensieroso per le nubi che si addensano sul suo futuro

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