Pagani: ecco la mia riforma Rai

La proposta del ministro prevede vertici «sottratti alla lottizzazione» La proposta del ministro prevede vertici «sottratti alla lottizzazione» Pagani: ecco la mia riforma Rai Canone fissato automaticamente, meno pubblicità ROMA. Una Rai spa con un canone che si adegua automaticamente, gestita da un consiglio di amministrazione tecnico, affiancato da un direttore amministrativo/guidata da due direttori generali, uno per i programmi giornalistici e un altro per quelli di spettacolo, controllata da un'autorità di cinque personalità, jion deputati né senatori, nominati su proposta dei presidenti delle Camere, che prenda il posto dell'attuale pletorica commissione parlamentare di vigilanza. La proposta di riforma degli organi direttivi della Rai presentata ieri dal ministro socialdemocratico delle Poste Maurizio Pagani, delle otto che verranno prese in esame dalla commissione Cultura della Camera nei prossimi giorni, è la più rivoluzionaria. «La Rai ha bisogno di una gestione forte per evitare il collasso economico», ha spiegato Pagani, ricordando il bilancio preventivo per il '93 dell'azienda te¬ levisiva pubblica che, pur dopo i tagli apportati, presenta un deficit di 80 miliardi. Ma per il ministro «condizione preliminare» per una riforma è «sottrarre la Rai alla lottizzazione partitocratica e alla concorrenza delle tv commerciali». Ecco allora l'idea di «snellire la Rai da alcuni compiti impropri» come la gestione degli impianti di trasmissione, ecco l'obiettivo di svincolarla dalla tirannia con il canone che si adegua automaticamente in cambio di una pubblicità contenuta (qualcosa di più di un progetto, che il ministro intende portare avanti in sede di rinnovo della convenzione con lo Stato», ecco la Rai spa dai cui organi di governo verrebbero praticamente espulsi i politici a tutti i livelli. Una rivoluzione non molto diversa dall'ipotesi prospettata dal pli. Anche i liberali prevedono di istituire un'autorità di controllo' composta da soli tre membri, non parlamentari. Ai cinque consiglieri di amministrazione spetterebbe la gestione della società e il compito di nominare i vertici aziendali: due direttori, più l'amministratore delegato, vero «coordinatore» del tutto. Ma chi nomina i consiglieri di amministrazione? Psdi e pli propongono che sia il Tesoro, anche se per i liberali l'autorità di controllo avrebbe un parere vincolante sulle nomine-fatte dal consiglio, in primis quella dell'amministratore delegato. Figura chiave questa, che nelle proposte di verdi, pds, de, del de Fracanzani e di Manca (psi) resta invece quella tradizionale del direttore generale. «Nella procedura di nomina del direttore generale e nei poteri di quest'ultimo sta il vero nodo che differenzia i vari disegni di legge presentati», spiega Passigli (pri), per il quale «le proposte de sono inaccettabili perché propongono un direttore nominato dal Tesoro». [m. g. b.J

Persone citate: Fracanzani, Manca, Maurizio Pagani, Passigli

Luoghi citati: Roma