Sull'Iraq sbandata di Clinton

Il blitz Usa riuscito solo a metà. Bush: prima di andarmene potrei colpire ancora Il blitz Usa riuscito solo a metà. Bush: prima di andarmene potrei colpire ancora Sull'Iraq sbandata di Clinton Segnale di pace a Saddam, poi il dietrofront WASHINGTON. Primo «infortunio» di Bill Clinton. Il futuro presidente americano ha rilasciato al New York Times un'intervista nella quale ha affermato tra l'altro che se Saddam «vuole un diverso rapporto con gli Stati Uniti, tutto quello che deve fare è cambiare il suo comportamento. Io non sono ossessionato dal leader iracheno» ha specificato. Insomma, tra Stati Uniti e Saddam, potrebbe anche esserci una relazione di amicizia. Nell'intervista Clinton ha usato anche espressioni molto dure contro il regime iracheno, ma il New York Times ha forzato un po' le dichiarazioni ed è uscito con il titolo: «Clinton appoggia Bush sull'Iraq, ma offre un ramoscello d'ulivo». E' bastato questo per innescare le polemiche e per far assumere all'intervista le dimensioni di un incidente politico. Tanto è vero che Warren Christopher, il prudente avvocato designato da Clinton come futuro Segretario di Stato, ha sentito la necessità di correre ai ripari. Christopher, dicendosi «pessimista» sulla possibilità di un futuro ravvedimento di Saddam e assicurando che «nulla cambierà rispetto alla linea seguita da Bush», ha cercato di giustificare il suo Presidente con questa frase: «Probabilmente è stato guidato dalla preoccupazione che lo scontro non appaia una faida personalizzata». All'intervista di Clinton ha fatto eco una dichiarazione di George Bush il quale ha definito il raid aereo di mercoledì sul Sud dell'Iraq come «un grande successo», ma ha ammesso che le bombe alleate hanno colpito solo la metà circa degli obiettivi che erano stati loro assegnati. Il portavoce del Pentagono Pete Williams, pur rifiutando di fornire percentuali, ha definito «moderato» il danno inferto alle postazioni missilistiche irachene, che hanno costituito il bersaglio del raid. E adesso il Segretario per la Difesa, Dick Cheney, annuncia che l'amministrazione uscente è «pronta a colpire di nuovo Saddam» prima del passaggio di consegne del 20 gennaio. Beccarla, Mattea* • e Passerini ALLE PAGINE 2 E 3

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