E' morto Tillon, il marxista gollista di Enrico Benedetto

E' morto Tillon, il marxista gollista Era il «grande vecchio» del comunismo francese. Amico di Garaudy, in lotta con il pcf E' morto Tillon, il marxista gollista Da leader partigiano a ministro del generale, una vita da eretico PARIGI DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Fu uno degli «storici» ammutinati nella ribellione del Mar Nero per non combattere i soviet. Poi parlamentare pcf tra le due guerre, e unico comunista a ribellarsi fin dal giugno '40 contro l'occupazione tedesca. Leader indiscusso tra i partigiani, ministro con de Gaulle, venne escluso dal pcf una prima volta durante le purghe post-belliche e una seconda - previa riabilitazione - vent'anni dopo, quando mise sotto accusa i tank sovietici in Cecoslovacchia): Charles Tillon era l'ultimo «grande vecchio» nel panorama marxista francese, se non europeo. E' morto l'altra sera, in un cronicario marsigliese, dopo novantacinque anni di battaglie, che lo trovarono ortodosso, eretico, riformista, «preso alla gola dalla sofferenza», mai domo. Solo 14 giorni fa gli avevano assegnato la Légion d'Honneur. Ieri mattina ne ha commemorato l'opera Frangois Mitterrand. Il premier Bérégovoy assisterà ai funerali, non così Georges Marchais, il leader pcf che Tillon detestava per diversi motivi, incluso l'ambiguo ruolo giocato negli anni chiave '40'44. «Se l'avesse desiderato, poteva morire con la tessera pcf in tasca» dice ora Marchais. Esistenze come questa sono rare. Charles Tillon nasce in Bretagna da umile famiglia socialista. Volontario nel '14-'18, si ritrova il 26 giugno 1919 sull'incrociatore «Guicken», cha imbarca a Taranto truppe francesi e coloniali da spedire, attra¬ verso l'Egeo, iri Crimea. E' una pagina oscura della Francia vittoriosa. Al $rimo ministro Clémanceau non basta Verdun: concluso l'armistizio con il II Reich, vorrebbe rovesciare i bolscevichi e invia nel Mar Nero forze in aiuto dei Russi Bianchi, battaglioni senegalesi inclusi. Charles Tillon si ribella, come il suo più celebre compagno André Marty. Abbasso gli ufficiali, fratellanza internazionalista: sembra quasi una corazzata Potémkin versione transalpina. Ma il colpo fallisce. Il giovane marò bretone si ritrova ai famigerati bagni penali, in Marocco. Quando esce, nel 1924, Lenin lo nomina membro dell'Internazionale: il mito Tillon diventa realtà. La carriera nel pcf in fasce procede rapida. Tre arresti, poi la gloria di un seggio a Palais Bourbon. Riparte per difendere la Repubblica spagnola, lo catturano i franchisti. Il 26 settembre '39, Edouard Daladier mette fuorilegge i comunisti, «complici» nell'intesa Mosca-Berlino che strangola in quei giorni la Polonia. Per Tillon è la clandestinità. Ma da Bordeaux, ove la III Repubblica abdica e si consegna al maresciallo Pétain, lancerà 9 mesi più tardi un appello che, tranne il proclama gollista, non ha eguali: «Il popolo non vuole schiavitù. Artigiani, soldati, intellettuali... unitevi nell'azione». Il pcf attende l'Operazione Barbarossa contro l'Urss per schierarsi, Tillon lo anticipa. Eccolo creare l'Organisation speciale («Os»), quindi i «Ftp» (Franc-tireurs et Partisans). Ed eccolo, dopo la vittoria, a fianco di De Gaulle: nei governi del generale, di Gouin e di Bidault (dal '44 al '47) è ministro tre volte. E' un eroe, ma la sua gloria oscura il segretario generale del pcf Maurice Thorez, privo di carisma e obbligato a lunghi soggiorni oltrecortina per ragioni sanitarie. I leader comunisti lo accusano (insieme con Marty, guarda chi si rivede) di attività frazionista: nel 1952 perde ogni carica. Verrà riabilitato durante l'era Krusciov, però Tillon ormai è ingombrante. Nel vedere l'Armata Rossa in piazza San Venceslao, rompe il silenzio e denuncia l'invasione. Nel 1970 firma con Roger Garaudy Non è più possibile tacere, un manifesto che accusa i meccanismi staliniani all'inter¬ no del pcf. La sua cellula lo espelle, tuttavia Georges Marchais congela ogni decisione per timore che qualcuno sfrutti la condanna. Da allora, Charles Tillon vive per la scrittura. In Un processo di Mosca a Parigi (1971) l'ex forzato ha descritto i metodi cui era ricorsa la leadership pcf per emarginarlo. Seguì Cantavamo Rosso, infine II bifolco e la Repubblica, premiato dall'Académie. L'odio verso l'eurocomunismo transalpino, giudicato farisaico e manipolatore, si, univa a rievocazioni, memorie politiche, cronaca. Negli ultimi anni, è vero, un pcf ormai al lumicino l'aveva perdonato. Ma era Millon a non voler perdonare più. Enrico Benedetto % Nel '19 si ammutinò sul Mar Nero, per solidarietà con i soviet: venne condannato a 5 anni di lavori forzati Charles Tillon detestava il leader del pcf Marchais e fu sempre critico nei confronti dell'Unione Sovietica