Dopo la pace a Ginevra guerra a Sarajevo

L'ipotesi di accorcio non ferma le truppe di Belgrado, Karadzic: se non passa il piano Onu mi dimetto BOSNIA L'ipotesi di accorcio non ferma le truppe di Belgrado, Karadzic: se non passa il piano Onu mi dimetto Dopo la pace a Ginevra, guerra a Sarajevo Ucciso un casco blu britannico ZAGABRIA NOSTRO SERVIZIO Il Parlamento della cosiddetta Repubblica serba della Bosnia dovrebbe riunirsi martedì prossimo per confermare l'accettazione del piano di pace proposto dai due copresidenti della Conferenza di Ginevra Cyrus Vance e Lord Owen e accolto in extremis dal leader serbo Radovan Karadzic. «Credo che i parlamentari serbi appoggeranno la mia decisione di accettare i principi costituzionali per il futuro assetto della Bosnia» ha dichiarato ieri Karadzic. «In caso contrario sono pronto a dimettermi». Ma non tutti i serbi condividono la posizione di Karadzic. Da Belgrado il leader cetnico Vqjislav Seselj accusa i due copresidenti di voler creare uno Stato bosniaco del tutto irreale, mentre Biljana Plavsic, ex membro della Presidenza bosniaca e uno dei capi della ribellione dei serbi in questa Repubblica si dice convinta che il Parlamento non accetterà il piano di pace. Intanto le truppe serbe continuano ad attaccare su tutti i fronti di battaglia della Bosnia. A Sarajevo sono ripresi i bombardamenti della parte settentrionale della città. Nella capitale bosniaca è giunta ieri la Commissione dell'Orni composta da sette membri che devono indagare sull'assassinio del vice premier bosniaco Hakija Turajlic. Il comando dell'Unpro- for ha reso noto che nella notte tra martedì e mercoledì 266 persone, tra cui una sessantina di donne e bambini, hanno tentato di fuggire dalla capitale bosniaca attraversando la zona dell'aeroporto. Ma i cetnici che presidiano i dintorni dello scalo di Butmir hanno sparato uccidendo uno dei fuggiaschi. Nella città cresce intanto la protesta contro i caschi blu che hanno ceduto ai serbi 40 tonnellate di combustibile delle 100 che dovevano servire per il riscaldamento di Sarajevo. In realtà più di un quarto degli aiuti umanitari destinati agli abitanti della capitale finirebbe nelle mani dei serbi. La notizia riportata dal New York Times è stata smentita dalla rappresentante dell'Alto commissariato per i profughi di Gine- vra, Silvana Foà, che ha dichiarato che gli aiuti vengono ripartiti equamente tra i tre gruppi etnici. In seguito ai drammatici appelli di Zepa e di Srebrenica, le due cittadine della Bosnia orientale dove il freddo e la fame hanno portato via centinaia di vittime, un convoglio umanitario scortato dai caschi blu partirà venerdì ma i violenti combattimenti nella regione potrebbero impedire ancora una volta la riuscita dell'azione. I serbi hanno infatti scatenato una nuova offensiva non solo contro Srebrenica, ma contro le città di Gradacac, Tesanj e Maglaj. Gli attacchi sono ripresi anche nella Bosnia centrale. A Gornji Vakuf ieri mattina è stato ucciso un casco blu del contingente britannico. Non sono ancora state chiarite le circostanze della sua morte, ma in città sono scoppiati scontri tra le forze dell'esercito musulmano e quelle del Consiglio della difesa croato. Ingrid Badurina II leader dei serbi bosniaci Radovan Karadzic a Ginevra [foto api