Craxi accusato per 30 miliardi in nero di Giovanni Bianconi
Richiesta di autorizzazione a procedere: i reati si riferiscono a 41 capi d'imputazione Richiesta di autorizzazione a procedere: i reati si riferiscono a 41 capi d'imputazione Craxi accusalo per 30 miliardi in nero // segretario psi: non è vero niente e lo dimostrerò ROMA. Nell'ultimo bilancio pubblicato dal psi, quello del 1990, alla voce «contributi di terzi» figurano soltanto 400 milioni. I giudici di Milano, invece, hanno accertato che almeno 30 miliardi sono stati versati, «in nero», al psi in vari anni. «Ne consegue - scrìvono i magistrati che la gestione extracontabile non era sporadica ed occasionale, ma sistematica ed ingente, sì da non poter dipendere dalla personale iniziativa dell'ori. Vicenzo Balzamo (ex segretario amministrativo del psi, ndr) e dei suoi collaboratori, senza il consenso ed il concerto dell'ori. Craxi». Del resto, come si poteva garantire la «copertura politica del psi» ad imprese tanto prodighe senza l'accordo del segretario politico? Il dado è tratto. La richiesta di autorizzazione a procedere contro «Craxi Benedetto, detto Bettino, deputato al Parlamento» per i reati di concorso in corruzione, ricettazione e violazione della legge sul finanziamento pubblico dei partiti, racchiusi in 41 capi di imputazione, inviata dalla Procura di Milano, è arrivata ieri a Montecitorio. Craxi, per adesso, ha reagito una dichiarazione di nove righe: «Leggo che sono state scritte 123 pagine per sostenere un'accusa contro di me. Non intendo mancare di rispetto a nessuno, ma ritengo che ne saranno sufficienti molto meno per dimostrare la sua totale infondatezza. Nei miei confronti è in corso un'azione che ha un carat- tere essenzialmente persecutorio, contro la quale è mia ferma intenzione difendermi nel modo più ampio possibile». Finora, le controaccuse del segretario del psi non sembrano aver turbato i magistrati dell'inchiesta «Mani pulite». Anzi. Il discorso di Craxi alla Camera del 3 luglio scorso, secondo Di Pietro e colleghi, non solo conferma il quadro dipinto da tanti indagati che hanno deciso di collaborare, ma «assume inequivoco valore di confessione stragiudiziale». «I partiti - aveva detto il leader socialista - hanno ricorso e ricorrono all'uso di risorse aggiuntive in forma irregolare o illegale...». Proprio di questo, oggi, i giudici lo accusano. Era Craxi in quanto segretario politico nazionale, sostengono, il terminale per il psi di quel sistema di tangenti e di versamenti che, dalle imprese passando per gli amministratori degli enti pubblici, finivano al partito. O meglio nelle mani di uomini come Silvano Larini (latitante), colui che riscuoteva le quote riservate al psi delle tangenti pagate alla Metropolitana milanese: 21 miliardi accertati finora. Dove siano finiti quei soldi, però, non è chiaro. Non al psi milanese, visto che il segretario amministrativo regionale Lodigiani faceva fideiussioni personali per fronteggiare i debiti; e forse nemmeno al psi nazionale, visto che Balzamo si lamentava delle richieste che venivano da Milano. «Proprio voi che dovreste mantenere tut¬ to il partito», disse una volta all'ex segretario regionale Zaffra che batteva cassa. Il «canale Larini» si apre con la nomina di Claudio Dini alla presidenza della Metropolitana milanese, fortemente voluta da Craxi anche contro il parere del cognato e sindaco Pillitterì, che proponeva Sergio Radaelli. Di Larini, l'ex deputato del psi Milani riferisce: «E' molto conosciuto nell'ambiente socialista, ma non come uono di partito, bensì come "uomo di famiglia" nel senso che egli è sempre stato un amico personale dell'ori. Craxi e ne esercitava influenza riflessa... Nessuno avrebbe mai fatto domande sulla sua attività... Dini si è ritagliato un proprio spazio ed amicizia con l'on. Craxi tanto da essere diventato frequentatore della villa di Craxi a Hammamet». Ed ecco il racconto del «percettore» per conto della de Maurizio Prada, confermato anche dal pidiessino Carnevale: «Un giorno ci trovammo nell'abitazione di Larini, io ed il Carnevale. Larini riferì che da un po' di tempo l'on. Craxi non era più contento per come andavano i finanziamenti provenienti dagli appalti della metropolitana, Larini ci riferì che Craxi lo aveva anche redarguito dicendogli che era stato disattento nel controllare l'elargizione di denaro di spettanza del psi». La parola, ora, passa alla Camera. Giovanni Bianconi Il segretario del partito socialista, Bettino Craxi
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