Navratilova: diversa, ma finalmente mi applaudono

Navratilova; diversa, ma finalmente mi applaudono A fine carriera, la tennista parla del suo nuovo rapporto con un pubblico che adesso la festeggia e l'accetta così com'è Navratilova; diversa, ma finalmente mi applaudono «Non ho eredi sul campo, la Grafè troppo approssimativa, meglio la Seles» BONN. «Non ho eredi sul campo», confida Martina Navratilova allo «Spiegel», in un'intervista che ripercorre le amarezze e le polemiche per la sua «diversità sessuale». Le altre star del tennis femminile prevede - non ce la faranno ad eguagliare il suo record, vent'anni in vetta. Troppi difetti, troppe approssimazioni, o troppo poca fiducia in se stesse com'è nel caso di Steffi Graf. «Farebbero meglio ad andare a scuola», giudica lei. L'unica che potrebbe durare un po' più a lungo è Monica Seles: «Per il secondo anno è la numero uno, ma già l'anno scorso non pensavo che potesse resistere. Non ha una costituzione atletica, non ha neanche l'aspetto di una sportiva, ma Dio mio come si muove per prendere ogni pallina. Se continua a giocare come ha fatto in novembre contro di me a New York, non vedo chi potrà scalzarla». E lei, un mito che ha resistito per vent'anni a poche sconfitte e, tante controversie? Adesso'"che è arrivata a fine carriera, si sente meglio, più a suo agio con il pubblico, confessa. «Per tanti anni mi hanno visto come mi volevano vedere, mi hanno giudicato in base ai miei muscoli e al mio tipo di gioco. Aggressiva in campo dunque aggressiva nella vita, dicevano. Io invece ero convinta di ridere più delle mie avversarie, in campo». All'improvviso, la svolta: «Sono sempre più festeggiata dal pubblico, quando entro in campo mi viene la pelle d'oca per gli applausi. E' una sensazione nuova, meravigliosa, e questo è anche uno dei motivi che mi fanno continuare: la gente mi accetta finalmente come sono. Mi sono sempre chiesta perché la gente non mi ama: adesso forse gli piaccio, più di quanto meriti». E' cambiato, soprattutto, il modo di vedere la sua «diversità»: «La gente comincia a capire la mia battaglia, molti forse vorrebbero essere come sono io, senza paura delle proprie convinzioni, anche quando non è possibile senza lacrime». Le convinzioni, appunto, gli atteggiamenti, la vita privata. Da anni Martina Rubate 38 paia di scarpe ai cestisti della Hyundai Desio. La polizia accetti un consiglio: siccome il secondo «meno alto» della squadra è di 191 centimetri, indaghi su persone che calzano intorno al 50. Cioè presso squadre di basket. Elementare, Watson (uno che giocava al poliziotto con Sherk>ck Holmes). Navratilova è al centro di attenzioni morbose perché è lesbica. Cosa ne pensa oggi? Che «ad eccezione di me e della persona con la quale ho un rapporto, non deve interessare a nessuno come sono. Gli eterosessuali devono sempre dichiarare in pubblico che lo sono, forse? Perché ci si aspetta questo dagli omosessuali?». Ma perché, allora, ha parlato dei suoi rapporti con le donne in una autobiografia di 320 pagine? «Non ho rivelato dettagli. Ma perché dovrei tener segreti i miei rapporti. Comunque è vero, se la riscrivessi oggi sarebbe diversa». E poi, perché ci si stupisce sempre e soltanto a senso unico? «Non esistono soltanto tenniste omosessuali, ci sono anche tennisti gay. Sulle donne circolano invece storie improbabili, valutazioni errate». Per questo, comunque, ha votato per Clinton: perché l'America di Reagan e di Bush «si è spostata a destra nel campo di diritti fondamentali. Lo Stato del Colorado (dove la Navratilova vive, ndr) ha appena legalizzato la discriminazione degli omosessuali. Con Clinton saranno rispettati i diritti umani». Ma perché la polemica con Magic Johnson, all'indomani dell'annuncio che il campione di basket era sieropositivo? La risposta è, di nuovo, una frustata contro la visione maschiocentrica del sesso: «Magic si è preso l'Aids perché ha avuto contatti con centinaia, forse migliaia di donne. Ma questo fatto è stato completamente trascurato, tutti hanno avuto compassione di lui. Anch'io, certo. Ma se una donna si fosse contagiata dopo essere andata a letto con centinaia di uomini, non ci sarebbe stata tutta questa commozione». Emanuele tyovazio

Luoghi citati: America, Colorado, New York