Leghe e Rete Biennale no grazie

Dopo le accuse di lottizzazione, dimissioni a catena: D'Antoni, Costa e ieri lo sceneggiatore Fulvio Scarpelli Dopo le accuse di lottizzazione, dimissioni a catena: D'Antoni, Costa e ieri lo sceneggiatore Fulvio Scarpelli ie e Rete: Biennale, no grazie Leghi Adesso tutti se ne vanno, il Consiglio traballa VENEZIA, Sembra la storia del re nudo. E' bastato che uno gridasse alla lottizzazione ed ecco che crolla il castello di carte della Biennale. Lunedì si è dimesso il rettore dell'Università di Ca' Foscari Paolo Costa, nominato dalla Regione del Veneto. Ieri si è dimesso lo sceneggiatore Fulvio Scarpelli, indicato dalla Cgil. Il segretario generale della Cisl Sergio D'Antoni aveva già ceduto il passo a tal Luca Borgomeo, dichiarando testualmente: «Noi, e quando dico noi intendo i lavoratori e i loro rappresentanti, non voghamo gestire gli enti. E' un lavoro da manager. Noi vogliamo un ruolo di controllo e indirizzo, senza confusioni e senza lottizzazioni». E i sindacati confederali della Biennale hanno preso la palla al balzo: «Siamo pienamente d'accordo con le decisioni del sindacato nazionale di uscire dai consigli d'amministrazione degli enti pubblici e quindi anche della Biennale. E siamo pronti a rinunciare, in qualsiasi momento, al rappresentante designato dal personale». Potrebbe dunque saltare anche questo consigliere, Gino Giugni, padre dello Statuto dei lavoratori, il quale non più tardi di due giorni fa si diceva tentato di andarsene, per salvare la propria specchiata immagine; salvo il vincolo di dover rispondere della nomina a chi l'aveva eletto, un vincolo che a questo punto cadrebbe. Considerando che la Provincia di Venezia deve procedere ad una nuova nomina, avendo indicato il critico Gianluigi Rondi che è stato prescelto anche dalla presidenza del Consiglio, e che poi un preside di liceo, Bruno Rosada, sembra averne abbastanza delle polemiche e avrebbe manifestato la volontà di dimettersi, l'ente si troverebbe ad avere un terzo delle proprie poltrone già traballanti. Non è certo uno splendido inizio per questa nuova gestione, dopo i dieci anni di presidenza Portoghesi. L'architetto socialista, nel lasciare il proprio incarico, aveva bollato le nuove nomine come «scadenti» rispetto a quello che si aspettava. Erano stati «bruciati», in omaggio alla corsa alle poltrone, nomi di assoluto prestigio che avrebbero fatto un sol boccone della carica più alta alla Biennale: come Umberto Eco e Giuseppe De Rita. Il semiologo ha poi dichiarato di non essere mai stato neppure interpellato: «Ho l'impressione che la mia fosse, come in altre occasioni, una candidatura di interdizione», ha detto. Ma forse non sa che l'interdizione eia sul suo nome, all'interno del pds, per favorire quella di un altro papabile, lo storico dell'architettura Francesco Dal Co, la risposta «di sinistra» alla candidatura «di centro» di Gianluigi Rondi per la presidenza. Walter Vanni, capogruppo in Regione, ha criticato apertamente il filosofo Massimo Cacciari per questo. Ieri ci ha pensato Cesare De Seta a rincarare la dose, chia- mando il filosofo «vecchio compagno di Dal Co dai tempi ingloriosi della rivista controcorrente diretta da Toni Negri». C'è chi obietta che per sponsorizzare l'amico, il filosofo abbia raggiunto un accordo con i socialisti, rinunciando ad un posto che spettava al pds. Cacciari replica che le nomine non le ha fatte lui, bensì il Consiglio comunale e quello regionale. Al Comune, però, i verdi e l'ala sinistra del pds chiedono lumi sui curriculum dei loro tre rappresentanti: Umberto Curi, filosofo di area riformista, presidente dell'i¬ stituto Gramsci, Annamaria Miraglia, assessore comunale de. Bruno Marchetti, ex presidente del Consiglio regionale, di tessera socialista. Questi due, e altri come la democristiana Fabrizia Gre ssani Sauna, lo stesso Rosada, il docente universitario Enzo Cucciniello, il regista Paolo Tre visi sono forse i «Signori Nessuno» che siedono nel consiglio di amministrazione «solo perché hanno in tasca una tessera». Insomma, ufficialmente si parla il linguaggio della cultura, dietro le quinte quello della lottizzazione. Oltretutto, sembra essere un fatto ancora del vecchio «arco costituzionale», perché partiti come la Rete o le Leghe sono tagliati fuori da questa spartizione. Anzi, loro sostengono che non hanno alcun interesse a dividersi le fette della torta. Questa volta comunque forse il treno è arrivato davvero al capolinea. Mario Loto II crìtico cinematografico Rondi che è stato prescelto dalla presidenza del Consiglio, e nominato anche dalla Provincia di Venezia

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