Dittatore per 18 anni

Dittatore per 18 anni Dittatore per 18 anni Poi l'odissea d'un orfano dellVrss "7\1 BONN 11 UANDO scese dal piccoli'0 Jot della «Aeroflot» 11 che lo riportava dall'«eY I silio» moscovita, il 29 \. luglio, Erich Honecker indossava lo stesso abito blu scuro che avrebbe portato a ogni udienza del processo, al tribunale del quartiere Moabit di Berlino. Un abito smorto, «di regime», da funzionario di livello. Le immagini della tv tedesca lo mostrarono smagrito e teso, ma ogni tanto sul viso pallido gli guizzava un sorriso. Quel giorno cominciava l'ultimo atto del suo «dramma», formalizzato due anni prima con la caduta del regime all'Est ma cominciato tre decenni fa, con il Muro e le sue vittime. Il progressivo aggravarsi del cancro al fegato che gli lascerà al massimo sei mesi di vita, l'avvio contestato del processo a Moabit, il crollo fisico testi¬ moniato dalle telecamere a ogni udienza, hanno diviso la Germania. Ma riassumono anche la vicenda personale di questo ottantenne nato nel Saarland, all'Ovest, arrivato al comunismo in gioventù e per questo imprigionato dai nazisti, nel '35, e condannato a dieci anni, scontati nella prigione di Zuchthaus nel Brandeburgo: fino all'arrivo dei soldati russi, alla liberazione e alla rapida carriera all'interno della Sed, il partito comunista tedescoorientale del quale divenne leader nel 1971 succedendo a Walter Ulbricht, con il quale aveva collaborato strettamente nei primi anni del Muro. Ma gli ultimi giorni in territorio tedesco sembrano riassumere soprattutto i momenti più difficili: dalla caduta arrivata all'improvviso il 18 ottobre 1989 - un mese prima che crollasse il Muro e dopo diciotto anni di potere in apparenza sempre saldo -, e decisa dai compagni di partito che tentavano il miracolo, salvare se stessi e la Ddr. Da quel momento è sembrato che tutte le tempeste del mondo comunista si ripercuotessero su Honecker. Nella sua odissea degli ultimi due anni, da Berlino a Mosca e poi ancora a Berlino, si è riflesso in piccolo il dramma del comunismo e della fine dell'Urss: era stato Gorbaciov ad accoglierlo a Mosca, dopo la «liberazione» dall'ospedale militare di Beelitz da parte di un commando militare sovietico, il 13 marzo del '91. E' stata la caduta di Gorbaciov a provocare il suo asilo nell'ambasciata cilena a Mosca, dall'11 dicembre '91 al 29 giugno dell'anno scorso. E' stato Eltsin, spinto forse dal desiderio di non irritare un partner economico prezioso per la sua nuova Russia, a «consegnarlo» a Kohl. [e. n] Erich Honecker saluta con il pugno levato al ritorno in Germania, il 29 luglio dell'anno scorso

Persone citate: Eltsin, Erich Honecker, Gorbaciov, Honecker, Kohl, Walter Ulbricht