Arafat nel presepe, Battiato a Baghdad, Andreotti nell'antica Roma

Arafat nel presepe, Battiato a Baghdad, Andreotti nell'antica Roma LETTERE AL GIORNALE Arafat nel presepe, Battiato a Baghdad, Andreotti nell'antica Roma Ma Gesù non era arabo Si è parlato più volte sulla stampa del presepe di Rivisondoli. Prima i titoli annunciavano «Bambinello ebreo nel presepe» e sarebbe stata un'iniziativa molto bella perché, secondo quanto insegna la Chiesa, Gesù non è mai stato cristiano: è nato, vissuto e morto da perfetto ebreo. Contro questa realtà storica sono insorti i naziskin. Per loro non era il caso di riesumare certi «errori» di Dio che ha fatto incarnare il proprio Figlio nel popolo ebraico! E sulla stampa la parola «ebreo» è sparita, sostituita prima da «un bambino che viene dal Paese di Gesù», poi dal «Gesù palestinese». E le manifestazioni di ostilità sembrano cessate. Ma Gesù non è mai stato arabo. Così il presepe di Rivisondoli è diventato una grossa occasione di disinformazione. E, come se non bastasse, ha fatto il gioco di Arafat che ripetutamente si è spacciato per «discendente degli Apostoli»! Non importa se a quell'epoca in Palestina non c'erano arabi. L'importante è convincere l'opinione pubblica che il popolo eletto da Dio è quello arabo palestinese. Esiste persino una «teologia palestinese della sostituzione» che, se fa sorridere i nostri teologi per la sua inconsistenza, rischia di fare presa sull'uomo della strada. Ben venga il bambino arabo cristiano di Betlemme, ma si faccia chiarezza evidenziando i limiti della sua rappresentatività. Silvana Musitelli, Nettuno Quel concerto non fu «scippato» E' con grande amarezza che leggo le dichiarazioni di Mario Guaraldi relative al concerto di Battiato a Baghdad (pubblicate il 10 gennaio) il cui contenuto devo decisamente smentire. Ho personalmente proposto la realizzazione del concerto - rispondendo a sollecitazioni di amici iracheni - fin dal febbraio '92 dopo che lo stesso Battiato aveva offerto all'Enee la sua disponibilità a svolgere un concerto in un Paese del Vicino Oriente. In seguito l'Enee (associazione che opera a sostegno dei cristiani del Vicino Oriente) ha delegato Mario Guaraldi a seguirne l'organizzazione ed in questa veste è stato inserito - da chi scrive - in una delegazione invitata dal ministero della Cultura dell'Iraq al Festival di Babilonia dello scorso settembre e che per pura coincidenza di date è stata presente negli stessi giorni in cui una delegazione parlamentare italiana, ospite del Parlamento iracheno, ha visitato Baghdad. In quella occasione furono definite tra l'Enee rappresentata da Guaraldi e i responsabili del ministero della Cultura alcune ipotesi relative al concerto ed alla rappresentazione del «Gilgamesh» al Festival di Babilonia chiarendo senza ombra di equivoci il senso di queste operazioni: rompere l'embargo culturale richiamando l'attenzione dell'opinione pubblica italiana sulle terribili conseguenze che l'embargo ha prodotto a danno soprattutto dei settori più deboli della popolazione di quel Paese. Agli inizi di novembre, quando già il concerto era stato annunciato a Baghdad dalle organizzazioni umanitarie irachene che lo copromuovevano, Mezzaluna Rossa e Caritas, l'Enee ha verificato l'impossibilità di assumersi gli oneri organizzativi ed economici della realizzazione del concerto limitandosi a figurare, come testualmente riportato in un comunicato stampa, «organizzazione che ha proposto la realizzazione del concerto». La realizzazione del concerto vivamente caldeggiata dagli amici iracheni è stata allora resa possibile dall'intervento di altri soggetti (organizzazioni umanitarie, emittente tv, sponsor privati) che si sono assunti l'onere di assicurare i fondi necessari. Nessuno scippo dunque ma solo una consensuale assunzione di ruoli diversi tra organizzazioni e persone il cui obiettivo era richiamare l'attenzione sull'assurdità di un embargo che colpisce soprattutto i soggetti più deboli della popolazione ed attivare concrete iniziative a favore dell'infanzia irachena, alcune delle quali già relizzate in concomitanza del copcerto e di cui la stampa italiana, compreso il vostro giornale, ha dato ampia informazione. Dispiace che Mario Guaraldi che agiva esclusivamente per conto dell'Enee - non si sia accorto di tutto ciò. Natale Parisi segretario generale aggiunto Enee Senatore si rilegga Cicerone Che il.senatore Giulio Andreotti sia un avversario viscerale di Leoluca Orlando è comprensibile, ma che lo definisca nella sua lettera firmata M.T.C. Junior iniquo, subdolo, novello Catilina non solo è contro la ve¬ rità morale ma contro la verità storica. Andreotti è un discepolo e simpatizzante di Cicerone e con questo va identificato nell'ambiguità politica, nella cieca difesa di un ceto politico-sociale oltre il quale c'è solo l'avventura. Ad Andreotti va ricordato che Cicerone, nemico acerrimo di Catilina quando costui era indifeso per la tragica morte di Cesare, allorché aspirava al consolato, era amico del concorrente Catilina perché protetto da Cesare e Crasso e a lui garantiva l'esito favorevole nella causa per estorsione di denaro pubblico durante la propretura d'Africa promettendo: «iudices habemus, quos voluimus summa accusatoris voluntate» (ad Att. 1, 2). Il M.T.C, junior dovrebbe rileggere Cicerone e rispettare Leoluca Orlando che sta rischiando la vita per la difesa dei suoi, ma non solo suoi, validi principi politici e morali. Luigi Piras, Cagliari Feste religiose contro gli animali Mi felicito con le associazioni italiane che si stanno battendo contro le feste crudeli con animali che ci sono anche nel loro Paese; ma, nello stesso tempo, supplico gli italiani, tanto sensibili e generosi, di non dimenticare la Spagna dove le feste «religiose» con animali sono di una crudeltà insospettata. Oltre alla «festa» per San Vincenzo, a Manganeses de la Polvorosa - dove si gettano dal campanile una o più capre - ne è imminente un'altra, ancora più atroce: quella di Castrogonzalo, sempre in provincia di Zamora, dove gli uomini mostrano il loro «valore» strappando a forza, con le mani, la testa di galli appesi per le zampe. L'agonia degli animali è lunga ed atroce. Datoil continuo calo del turi¬ smo verso il nostro Paese (quest'estate, gli alberghi sulla costa erano mezzi vuoti), le nostre autorità devono preoccuparsi dell'immagine della Spagna all'estero. Ne consegue che le opinioni degli stranieri possono influire sulle loro decisioni. Prego dunque anche gli italiani di inviare-subito molti telegrammi indirizzati a: Gobernador Civil - Zamora (Spagna). Testo: «Rogamos suprimir festejos cabra Manganeses y gallos Castrogonzalo». Per eventuali ulteriori informazioni, si può telefonare ai nostri corrispondenti in Italia, al n. 0445/ 520.510. Grazie! Maria Consuelo Polo, Madrid vicepresidente Asociación nacional para la defensa de los animales Omosessuali e fascismo Leggo su La Stampa di ieri, a proposito della polemica nata intorno alla presunta decisione del FdG di Bolzano di allonta nare un ragazzo in quanto omo sessuale, alcune dichiarazioni di Franco Grillini, dell'Arci gay di Bologna, nelle quali afferma che il fascismo perseguitò gli omosessuali in quanto tali con le leggi razziali del '38. Ho letto e riletto immediata mente tutti i testi di legge - for nitimi dalla Camera dei Depu tati - in materia di segregazione razziale emanati durante il fascismo e ho trovato molte cose tutt'altro che edificanti per il fascismo ma, per la verità, nep pure una riga suH'omosessua lità. Non so se gli omosessuali go dessero di particolari attenzioni nelle «disposizioni di ordine pubblico» - se Grillini le conosce, potrebbe indicarle - ma comunque non mi risulta che f fascismo perseguitasse gli omo sessuali perché tali. A. Massimiliano M azzanti responsabile ufficio stampa dell'on. Alessandra Mussolini