Tramonta la proporzionale

Tramonta la proporzionale Tramonta la proporzionale Sì di tutti per il maggioritario ma dissenso sul doppio turno ROMA. Giuliano come Giulio, quello dei bei tempi: traballa, ma non cade. Il governo Amato continua andreottianamente a godere di ima «precaria salute di ferro». Dopo un lunedì tempestoso, ieri il presidente del Consiglio ha incassato la solidarietà problematica di Martinazzoli (che il giorno prima lo aveva attaccato) e quella vigorosa del liberale Altissimo. Parlando al seminario del suo partito sulla legge elettorale, il segretario de ha confermato il suo appoggio al governo a guida socialista. Certo auspica un allargamento della maggioranza (lui lo chiama «un aumento di qualità»): «E in questo senso siamo tutti fautori della continuità di questo governo». (Amato ringrazia e resiste. Que sto perché, in barba alle premesse, le condizioni politiche del cambiamento sono venute a mancare anche ieri. Perdurando la turbolenza interna del psi, solo due eventi, infatti, avrebbero potuto modificare lo stato delle cose: un accordo alla Bicamerale fra de e pds sulla legge elettorale, tale da prefigurarne un altro a livello di maggioranza parlamentare. O un altro passo avanti della Lega nell'avvicinamento all'area di governo. Entrambi gli scenari hanno subito un brusco stop, perché la de si è dichiarata contraria tanto al «doppio turno» elettorale richiesto da Occhetto quanto al «governo dei tecnici» auspicato da Bossi. Capitolo riforme. Sulla legge elettorale si ridisegnano le al¬ leanze. Tutti per il maggioritario, anche socialisti della maggioranza craxiana come La Ganga. Accordo in vista con tanti saluti al referendum? Manco per idea. Adesso la spaccatura è sulla modalità del voto. La de ripudia con dolore la proporzionale e accetta l'uninominale secca a turno unico, ma a Occhetto non basta. Il pds di turni ne chiede due. Toni concilianti, comunque: «Non voghamo far saltare la trattativa. Però poniamo alla de un problema oggettivo». Ma sul «no» al doppio turno (che porta con sé il pericolo di coalizioni anti-dc fra una tornata e l'altra) Martinazzoli ha dietro tutto il partito. Segni compreso. Ancora nebbia anche nei rapporti a sinistra: «La Ganga vede convergenze con il pds? Ne discuterò con il nuovo segretario del psi», taglia corto Occhetto. Ed eccoci al secondo fronte: la Lega e il «governo dei tecnici». Umberto Bossi si è presentato senza cravatta nella tana del pri. Ad attenderlo, un elegantissimo Giorgio La Malfa. Bossi ha ribadito che «un governo dei tecnici ci piacerebbe molto». E anche La Malfa punta a una formula in cui «i partiti facciano un passo indietro». All'incontro seguiranno un La Malfa-Occhetto e un Occhetto-Bossi. Ma quest'ultimo colloquio è osteggiato dalla destra del pds, che con Ranieri invita «a guardarsi dalle tavole imbandite con la Lega». Intanto, su ogni ipotesi di «governo dei tecnici» è risuonata ieri la campana a morto di Martinazzoli, il cui suono per il momento avrà rincuorato Amato: «Il governo deve avere una base politica. Se poi si vuole che i ministri non siano politici, la de ha già risolto il dilemma con l'incompatibilità. Il problema riguarda gli altri». Massimo G rame! I ini

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