Colpo al cuore della'ndrangheta

Locri, in trappola i clan che controllavano il traffico internazionale di droga Locri, in trappola i clan che controllavano il traffico internazionale di droga Colpo al cuore della 'ndrangheta Operazione della Dia, 29 in manette Rete mafiosa con Usa e Australia REGGIO CALABRIA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Un colpo al cuore dell'ndrangheta. Sono finiti in manette 29 appartenenti ai due clan più potenti della Locride, i Comisso di Siderno e i Costa, eterni rivali. Cosche ricche e potenti, grazie ai proventi della droga. E feroci. Da quindici anni si combattono per raccogliere l'eredità del boss Giuseppe Macrì. Quindici anni segnati da una lunga catena di omicidi (ben 53) per accaparrarsi i traffici internazionali di stupefacenti tra la Locride, il Nord America e l'Australia. Ma ieri notte la «guerra» ha segnato il passo, sono entrati in campo gli uomini della Dia. Ma un rilevante aiuto lo hanno avuto, gli investigatori italiani, dall'Fbi, dalle Giubbe Rosse canadesi e da agenti dell'Australian Federai Polke che hanno consentito di raccogliere una serie di elementi determinanti per l'esito delle indagini coordinate dal sostituto procuratore distrettuale dottor Roberto Permisi e che il Gip Domenico Ielasi ha confermato. In sostanza, sono stati ricostruiti e collegati tutti gli episodi delittuosi più gravi che si sono verificati dal 1977 quando a Siderno scoppiò la guerra per la successione al boss Giuseppe Macrì che aveva «regnato» per vent'anni gestendo il potere mafioso in maniera assoluta. Il boss fu ucciso in piazza assieme a un suo guardaspalle: il giorno del funerale, per l'ultimo omaggio, arrivarono nel piccolo centro della Locride anche numerosi padrini d'oltre oceano. Questi collegamenti - soprattutto con il Canada, dove è forte la presenza di emigrati della Locride - si sono via via rafforzati con l'espandersi dei traffici internazionali di stupefacenti. Da qui, dunque, anche la denominazione dell'operazione: «Siderno Group One». Ad una prima affermazione del clan dei Commisso i Costa reagirono con un «affronto» loro attribuito: il furto di armi in casa di un affiliato alla cosca rivale. Si scatenò così una sanguinosa faida, con decine di morti da una parte e dall'altra. Ben quattro sono stati i fratelli Costa assassinati: Luciano nel 1988, Giuliano l'anno successivo, Vincenzo (che pure era un semplice bidello e per di più semiparalizzato sorpreso dai killer su una strada di campagna mentre rincasava) e infine Giovanni, ucciso alla periferia di Toronto nel giugno del 1991. Il quinto fratello, Giuseppe, 44 anni, considerato il capoclan, fu arrestato in una villetta sul litorale ionico della provincia di Catanzaro lo scorso anno mentre presiedeva una riunione di suoi affiliati. Ora pare sia stato proprio lui a svelare molti segreti e particolari sulla guerra tra le due cosche (la circostanza però non è stata confermata) che a Siderno ha finito per coinvolgere indirettamente quanti si erano schierati a favore dell'una o dell'altra. Gli arresti di ieri hanno decimato in pratica anche il clan dei Comisso al quale tempo addietro erano stati sequestrati beni per svariate decine di miliardi. Con il capocosca, Cosimo, 43 anni, sono finiti dentro numerosi parenti, affini ed amici. Tra gli altri è stato arrestato anche un brigadiere dei carabinieri, Ful¬ vio Cosentino, attualmente in servizio in provincia di Cosenza ma fino all'anno scorso in forza ad un reparto nella Locride. L'inquietante collegamento tra l'Arma e la malavita organizzata era già stato sospettato nell'estate del '91 quando in una cam- paglia erano stati trovati due cadaveri carbonizzati a bordo di una Lancia Thema: uno dei due, si scoprì, era quello di un ex carabinieri, Donato Giordano, 28 anni. Enzo Laganà A sinistra il generale Tavormina, capo della Dia, con Luigi Rossi, della Criminalpol. L'Fbi italiana ha compiuto il blitz a Siderno. Sopra due dei 29 arrestati, appartenenti ai clan Costa e Comisso A sinistra il generale Tavormina, capo della Dia, con Luigi Rossi, della Criminalpol. L'Fbi italiana ha compiuto il blitz a Siderno. Sopra due dei 29 arrestati, appartenenti ai clan Costa e Comisso