Ghali: nelle missioni Onu voglio i soldati tedeschi di Emanuele Novazio
«SCOMODA» Ghali: nelle missioni Onu voglio i soldati tedeschi IL CASO «SCOMODA» BONN DAL NOSTRO CORRISPONDENTE La Germania deve «svolgere pienamente il suo ruolo» all'interno dell'Onu, chiede il Segretario generale delle Nazioni Unite Boutros-Ghali, in visita a Bonn. Ma mentre infuria la battaglia giuridica e politica sull'impegno internazionale delle truppe tedesche, l'appello di Ghali irrita i socialdemocratici, che ci vedono un sostegno diretto al Cancelliere Kohl e un'illecita intromissione in una «discussione interna». Da tempo impegnato in una ridefinizione del ruolo tedesco, Helmut Kohl ha certo apprezzato le parole dell'ospite. «L'Onu ha bisogno della partecipazione piena e completa della Germania. La vostra partecipazione è una necessità per il futuro delle Nazioni Unite, per l'avvenire del mondo e per quello della pace», ha insistito Ghali, lanciando dalla cancelleria di Bonn un vibrante «appello al popolo tedesco». Kohl, occupato in un vivace dibattito con l'opposizione sulla natura delle future missioni della «Bundeswehr», ha ringraziato per la «comprensione e il sostegno». Il Segretario dell'Onu ha precisato infatti che la Germania dovrebbe partecipare «non solo alle missioni per il mantenimento della pace, ma anche a quelle per il suo ristabilimento». Dalla sua fondazione nel 1949, la Repubblica Federale non ha mai inviato truppe all'estero al di fuori del campo d'azione della Nato, appoggiandosi a una interpretazione della Costituzione condivisa da tutti i partiti. Ma dopo la riunificazione e il recupero della piena sovranità, Kohl vuole fare della Germania una potenza «normale». Dopo l'incontro con il Cancelliere, Ghali ha ripetuto il suo appello davanti alla stampa tedesca, secondo la quale i Paesi stranieri non vedono di buon occhio il ritorno della Germania fra le grandi potenze, per via del suo passato nazista. «E' un'idea falsa», ha ribattuto Ghali, «e non esprimo un'opinione personale, ma quella della comunità internazionale. Senza la vostra partecipazione, l'Onu non potrà assolvere le nuove missioni, che le competono». Ma a Bonn infuria la battaglia: i socialdemocratici vogliono che la partecipazione dei soldati tedeschi sia precisata con un emendamento della Costituzione, e soprattutto che sia strettamente limitata alle operazioni dell'Onu per il mantenimento della pace. Anche all'interno del governo c'è disaccordo. I liberali sono favorevoli a operazioni tipo Guerra nel Golfo, ma soltanto su decisione delle Nazioni Unite, mentre i democristiani di Kohl vorrebbero poter agire anche all'interno dell'Ueo. Le dichiarazioni di Ghali hanno scatenato la polemica. «Il Se¬ gretario generale dell'Onu non deve intervenire nella discussione», ha dichiarato il presidente del gruppo parlamentare socialdemocratico, Klose, «Non credo che l'Onu abbia bisogno di soldati tedeschi in prima linea». E mentre la disputa costituzionale non è risolta, il governo segue una politica dei «piccoli passi», considerata all'Spd come una politica «del fatto compiuto». Ieri, il ministro degli Esteri Kinkel ha ripetuto a Ghali che la proposta tedesca di inviare 1500 soldati in Somalia, nella seconda fase dell'operazione dell'Onu, «è sempre valida». «I tedeschi devono agire, se non vogliono perdere completamente la loro credibilità», aveva dichiarato il Cancelliere Kohl rendendo pubblica la decisione: sarebbe la prima volta dopo la fine della seconda guerra mondiale che soldati tedeschi armati partecipano a una missione all'estero, al di fuori dell'area Nato. L'Spd ha già presentato ricorso alla Corte Costituzionale. Emanuele Novazio Il segretario dell'Onu Ghali è stato oggetto di aspre critiche
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