Governo Amato nel mirino

Il segretario della de attacca il psi e apre ad Occhetto Il segretario della de attacca il psi e apre ad Occhetto Governo, Amalo nel mirino Martinazzoli: Craxi accetti il processo ROMA. La poltrona di Giuliano Amato traballa. Dopo gli attacchi di Bossi e di Occhetto, leader dell'opposizione, ieri è stata la volta di Mino Martinazzoli, protagonista del giorno più intenso da quando è segretario della democrazia cristiana. Il leader de si è cimentato in una maratona in tre tappe che può essere il preannuncio di una svolta politica: di prima mattina, negli studi di Mixer, ha dichiarato che il peggior nemico di Giuliano Amato è il psi: «Il governo - ha detto - potrebbe cadere sotto i colpi del partito socialista». In seguito ha accettato di incontrare Occhetto, e con il segretario della Quercia ha parlato di riforma elettorale ma anche delle prospettive per il dopo-Amato. Infine, davanti ai parlamentari de, un appi auditissimo ultimatum a Mariotto Segni: «Sento il dovere di porre ali amico Segni il problema morale del suo rapporto con la de». Martinazzoli ha così impostato, dopo lunghi anni di guerra, una relazione più solida con il pds, in vista di una comune battaglia sulla riforma elettorale e cu un possibile nuovo go¬ verno «svincolato» dai partiti, ricco di tecnici. Il premier? Ieri alla Camera è tornato a circolare il nome di Romano Prodi. Da Milano, intanto, i giudici di «Mani pulite» hanno inviato a Roma la richiesta di autorizzazione a procedere contro Bettino Craxi. Un volume da record: 118 pagine. Che faranno i de? Martinazzoli ha concesso ai suoi libertà di voto: «L'istituto dell'immunità parlamentare ha detto - è qualcosa che non appartiene ai comandi dei partiti, ma alla responsabilità dei singoli parlamentari». E l'amicizia che lo lega a Craxi - ha proseguito il leader della de - è «importante» fino a un certo punto, perché «sul terreno delle scelte, ognuno calcola secondo le proprie verità». Il nome del segretario del partito socialista, ieri, è spuntato anche dalle carte del processo «Duomo Connection»: Bettino Craxi, «il capo dei capi», sarebbe stato chiamato in causa insieme al figlio Vittorio per «spingere» la pratica edilizia del Ronchetto. F. Oc carelli, M. GrameUM F. Martini e F. Potetti A PAG. 6 e 7

Luoghi citati: Roma