BALLATA SUL FILO DEL RASOIO di Gaetano Scardocchia
Venti di guerra dopo i raid iracheni in Kuwait BALLATA SUL FILO DEL RASOIO SNEW YORK ONO ormai troppe le violazioni della tregua commesse da Saddam Hussein per poter essere ancora considerate come incidenti isolati e di difficile decifrazione. Al dispiegamento dei missili terra-aria nella zona di interdizione aerea sotto il 32° parallelo - che aveva provocato giovedì scorso un ultimatum degli alleati - si sono aggiunti nel frattempo il divieto di atterraggio per gli aerei delle Nazioni Unite e due incursioni nel territorio del Kuwait per il recupero di armi ed altro materiale abbandonato durante la ritirata di due anni fa. Se si considera che queste trasgressioni sono avvenute una dopo l'altra nel giro di meno di una settimana, bisogna dedurne che ci troviamo di fronte ad un disegno premeditato e coerente che può avere un solo obbiettivo: la riapertura della questione irachena, ossia del fardello di restrizioni che l'Onu e la coalizione alleata hanno imposto nel 1991 al regime di Saddam Hussein. O perché pressato da difficoltà interne ó perché indotto in tentazione dalla congiuntura internazionale, il dittatore di Baghdad sta tentando di scrollarsi di dosso le catene che lo vincolano. Come al solito, Saddam fa un calcolo temerario, ossia lancia una sfida in fondo alla quale crede di intravedere un compromesso. In altre parole, è disposto a passare anche attraverso una rappresaglia se ritiene che il nuovo Presidente americano, dopo un iniziale gesto di continuità con la politica di Bush, debba mostrarsi più tenero verso l'Iraq per potersi muovere più agevolmente su altri fronti, l'ex Jugoslavia, l'ex Urss o più semplicemente la politica interna. In queste acrobazie sul filo del rasoio, occorre fare qualche distinzione. Quando sposta i missili, Saddam si pone direttamente in conflitto con l'America e con i suoi alleati, che hanno creato la zona di Gaetano Scardocchia CONTINUA A PAGINA 2 PRIMA COLONNA
Persone citate: Bush, Saddam Hussein
Luoghi citati: America, Baghdad, Iraq, Jugoslavia, Kuwait, Urss
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