Sacro furore, sfide e autoritratti

Sacro furore, sfide e autoritratti LETTERE AL GIORNALE IL LUNEDI' DI O.d.B. Sacro furore, sfide e autoritratti Tutte grane Quando mi scrivono, certi lettori (non tutti, naturalmente, ci sono le lodevoli, almeno per me, eccezioni, e si tratta quasi sempre di lettrici) s'infiammano di sacro furore. Le loro non sono comunicazioni: sono sfide. Ostentano la loro sfiducia in me, e beffeggiano la mia codardia. A volte sono tentato di non pubblicare queste esternazioni proprio per non defraudare i miei corrispondenti del compiacimento di trovarmi lacunosamente infame. Ma più spesso le pubblico perché forniscono degli autoritratti di coloro che mi scrivono. Migliorano la nostra conoscenza. Dedico questo lunedì ad alcune prose «di diverso parere». Tutte grane più o meno grosse. [o.d.b.] Domanda inderogabile Egregio signor Del Buono, mi permetto di rivolgere tramite la sua rubrica un quesito che finora non ha avuto risposta. Vivendo nel Cusio, ai tempi dell'e¬ lezione dell'on. Scalfaro, ho avuto una discussione animata sulla personalità del candidato. All'ori. Scalfaro rimproveravo la sua, a mio parere troppo acritica, simpatia per Con. Sceiba le cui virtù democratiche ho conosciuto personalmente. Nel 1947 fui arrestato per il grave «reato» di andare casa per casa a chièdere una firma per l'uso pacifico del nucleare... Bruscamente messo su una camionetta «scelbina», portato a San Vittore (il fatto si era svolto a Milano) e dopo 5 giorni, incatenato assieme ai miei «colpevoli» compagni, processato e condannato a 6 giorni per disturbo della quiete pubblica... Però facevo notare al mio contraddittore, ferocemente anti-Scalfaro, le sue doti di onestà, che con i tempi che corrono non sono poco... Ma come? Mi ribatteva: non sai che l'on. Scalfaro percepisce dalla sua elezione a deputato, oltre al dovuto stipendio da parlamentare, e quando è in carica anche da ministro, anche quello da magistrato, attività che come logico penso sia in aspettativa? Non convinto di questa opinione in data 29/5/92 scrivo al settimanale cattolico novarese \'Informatore, notoriamente vicino all'ori. Scalfaro, pensando, suo tramite, di avere una risposta da poter dare al mio contraddittore. Sfoglio diversi numeri del settimanale e non trovo risposta. In data 7/9/92 mando la mia rispettosa richiesta direttamente al Palazzo del Quirinale e - spero per disguido postale - a tutt'oggi non ho avuto un cenno di riscontro. L'on. Amato in una Tribuna Eettorale ha detto che «in Italia c'è gente che pretende di vedersi pagare anche il non lavoro». Sono certo che tra questi non c'è sicuramente l'on. Scalfaro... Enrico Mondani, Orta Se è così certo, perché se la prende tanto, gentile signor Mondani? Spero, comunque, che qualche tuttologo le risponda. [o.d.b.] Non c'è alternativa Egregio dottor Del Buono, continuano dalle colonne della sua rubrica subdoli attacchi alle Forze Armate. In democrazia ogni idea ha diritto di cittadinanza, ma molte sono potenti picconate allo Stato e non lamentiamoci poi se esso rischia di crollare. La signora Nicoletti scrive il 20 dicembre che la «naja» è incivile, inutile e dispendiosa: aboliamola. Fosse cosi facile... Dire «aboliamo questo o quello» senza proporre alternative è un esercizio senza senso. Cominciamo invece a fare le cose in modo più giusto, a fare tuoi il nostro dovere. Forse la naja è male organizzata, ma quali sono le alternative? Lei mi risponderà che l'alternativa è la pace e la non violenza: sono belle parole. L'abbiamo visto in Jugoslavia con la famosa marcia dei «Beati i Costruttori di Pace», che lei definisce «riuscita». Riconosco ai partecipanti un certo coraggio ma li hanno lasciati passare perché era inutile ai loro fini, se non «politicamente» dannoso, ammazzare 400 stranieri. Nel frattempo le milizie si sono rifornite di munizioni e, appena partite le anime belle, i combattimenti sono ricominciati. Regolare. E chi ha vinto poi le elezioni in Serbia? Non certo il «pacifista» Panie Ebbene la conclusione è che la «pace» non è tutto. E noi che proveniamo da una guerra (anche civile!) che molti considerano combattuta per la libertà dal nazifascismo dovremmo ben saperlo... Piero Pastorello, Intra La lettera della signora Nicoletti non è stata pubblicata nella mia rubrica e io non ho mai dichiarato che la naja vada abolita. Quanto alla «Marcia dei Beati i Costruttori di Pace» ne ho parlato per rispondere alle vibranti domande di tutti quelli che, anche su questo giornale, protestavano: «Dove' sono finiti i pacifisti?», [o.d.b.] Dov'è finito? Egr. Sig. OdB, dov'è finito il grande ladro Siaci Barre, l'origine dei mali della Somalia, con tutti i miliardi elargiti dal governo italiano e dal capellone e repellente e ... suo ministro degli Esteri? lo mi assumo la responsabilità di questi epiteti, disposto a ripeterli in tribunale, che invece lei taglierà con la sua beh nota prudenza, qualora pubblicasse questa lettera. E cosa ne pensa di quei militari, americani e francesi, che hanno assistito, immobili, impassibili, senza intervenire come era loro dovere, più che di militari, come uomini, al pestaggio di quella giovane donna somala, rea. di essere scesa da una camionetta degli odiati bianchi e sospettata di aver fornicato con loro? Ma, anche se lo avesse fatto, era stato per fame: la poveretta aveva perso il marito, portato via dai ribelli e spai ito nel nulla, il fratello pochi giorni prima, il piccino di un anno gravemente ustionato perché rimasto solo in un tugurio mentre la madre era trattenuta dalla polizia. Questa è la «libertà» portata dai vari «caschi». Sono certo che gli italiani sarebbero intervenuti, nonostante la mia disistima per il mio popolo in generale. E ora, mentre la gente continua a morire, non solo in Somalia, di fame e di freddo, vedi la lotta fratricida tra serbi e croati, mi limito a dire: Buon anno a tutti coloro che, vivendo ancora nel mondo del benessere, sebbene al limi te della povertà, si abbofferanno al cenone di Capodanno, come lo hanno fatto in occasione del Natale, con la scusa di un rito di cui non si può fare a meno a costo d'impegnare i materassi, e brinderanno alla faccia di chi, in quella stessa notte, starà crepando nel vero senso della parola, di fame e di stenti. E non pensano che con il prezzo di un cenone si potrebbe salvare un centinaio di piccoli, innocenti esserini. Scusi gli errori di macchina e forse di sintassi, non solo sono diventato un pessimo dattilografo, ma un vecchio rimbecillito che non vede l'ora di chiù dere gli occhi su un mondo cosi orribile. Franco Cacciatore, Ospedaietti Mi associo, gentile signor Cacciatore, ai suoi auguri di Capodanno. Siamo in ritardo, ma dal Capodanno non è cambiato nulla. Le taglio qualcuno degli altri epiteti: non per la mia «ben nota prudenza», ma solo per educazione. [o.d,b.]

Luoghi citati: Cusio, Intra, Italia, Jugoslavia, Milano, Serbia, Somalia