Così il Duce reinventò il linguaggio del calcio

Così il Duce reinventò il linguaggio del calcio Così il Duce reinventò il linguaggio del calcio IL FASCISMO NEL PALLONE ij V-»».ii«i .<». « air»*»"» *s ' "*••••' IL foot-ball? No, il calcio. Gol? Ma che diamine! rete, si dice. Il keeper? E' il pontiere, portiere e basta. Football club? Associazione calcio. E, sia chiaro, Genoa si scrive e si legge Genova mentre Milan è Milano. Juventus rimane Juventus giusto perché il nome ha radici «grecoromane», se non proprio latine. Dal regime arrivarono questi suggerimenti e furono accolti da tutti come ordini. Un po' antipatici, assai mal tollerati, ma in generale prontamente eseguiti. Tuttavia, pare che siano stati ì soli interventi sul «gioco più bello del mondo». Eppure, sabato, il «Corriere dello sportStadio» ha, come si dice in gergo pallonaro, preso tutti in contropiede. E ha pubblicato un paginone nel quale viene raccontato come «sul finire degli Anni 20 fu deciso di inventare uno sport più fascista: e così nacque la Volata». Un gol inatteso? Un caso da moviola, piuttosto. E così, pronta e piccata, è arrivata la risposta del Secolo d'Italia. «Ma il Duce preferiva il football», assicura il quotidiano del msi-dn. Sia come sia, è stato senza dubbio un coup de théàtre inatteso quello dello sportivo «Corriere-Stadio». Spiega che cosa fosse questa «volata»: un ibrido fra calcio, pallacanestro, pallamano e rugby. Un gioco di cui pochi, per la verità, hanno sentito parlare e pochissimi hanno memoria. Non ne fa cenno Antonio Ghirelli nella sua «Storia del calcio in Italia» stampata da Einaudi nel 1954 e ristampata l'ultima volta nel '90, anno santo del pallone. Perché? «Ma perché non mi risulta, può darsi che mi sia sfuggito, non so», dice Ghirelli. Difficile: più probabile che la «volata» sia stata un'utopia di qualcuno che, in seno al partito, cercava di fare carriera magari suggerendo idee un po' bislacche. Più o meno come sembra fare oggi l'elvetico Joseph Blatter, segretario della Fifa, che contesta il gioco come fosse ormai una cosa praticata nel paleolitico e ormai inattuale, insopportabile. Fatto sta che n$l '30 venne giocato anche il primo campionato e in tribuna d'onore per le finali, disputate a Roma allo Stadio del Partito, c'era anche Lui, si dice spettatore un po' annoiato. Lo sport, dal cavalier Benito, veniva considerato uno strumento assai efficace. Racconta Ghirelli nella sua Storia: «Landò Ferretti fu scelto da Mussolini come esecutore dei suoi disegni politico-sportivi nel dicembre 1925, allorché venne designato presidente del Coni». Un anno fondamentale quel '25, Anno terzo dell'Era fascita. Dice ora Ghirelli: «E' stato-in quel momento che il duce ha messo la camicia nera allo sport. Ferretti veniva da Pontedera, ed era un moderato. Per il calcio dette fiducia in Arpmati e Zanetti, che erano romagnoli e questo voleva dire qualcosa. Il duce aveva capito, genialmente, che il calcio, e anche il ciclismo, rappresentavano uno strumento formidabile di propaganda. Tanto che nel 1929 fece fare il "girone unico". Il calcio inteso soprattutto come squadra azzurra, nazionale, con i giocatori che diventarono campioni del Mondo e la voce di Carosio che raccontava le loro gesta. Per questo venne preso come allenatore, Vittorio Pozzo: uno bravissimo, d'accordo, ma anche un alpino, un patriota, uno che era stato segretario della nazionale olimpica già nel ' 12 in Svezia. Con lui arrivarono due mondiali e un alloro olimpico». Ma il duce era un «ultra»? Giallorosso, magari. «Tutt'altro. Allo stadio si vide per i Mondiali, naturalmente, e alla finale con la Cecoslovacchia. I figli, semmai, simpatizzavano per la Lazio. Non è neppur vero che si sia adoperato per far vincere alla Roma il suo primo scudetto: la sola pressione concreta fu fatta sul Bologna perché mollasse alla Roma il terzino Monzeglio che, del resto, in nazionale giocava in coppia con AUemandi». Allora, foot-ball o calcio? E' lo stesso. L'importante è prendere a pedate un pallone anche se c'è chi sostiene che esso simboleggi la testa mozza del nemico vinto. Vincenzo lessandoli Tentò di lanciare un nuovo sport chiamato «volata» ma senza successo A sinistra Benito Mussolini. Il Duce non era un grande tifoso di calcio, ma lo utilizzò come mezzo di propaganda. Inventò il girone unico

Luoghi citati: Cecoslovacchia, Italia, Lazio, Milano, Pontedera, Roma, Svezia