Avvenire: il Popolo è diventato abortista di Raffaello Masci

Avvenire; il Popolo è diventato abortista Il quotidiano cattolico contro il giornale della de per non aver commentato la relazione De Lorenzo Avvenire; il Popolo è diventato abortista «L'opposizione alla 194 era una bandiera del partito, dov'èfinita?» ROMA. Può un giornale come Il Popolo, organo della democrazia cristiana, scrivere un articolo su aborto ed educazione sessuale, senza esprimere il proprio peculiarissimo punto di vista in linea con le posizioni del partito? No che non può. Invece l'ha fatto, e Avvenire, quotidiano vicino alla Conferenza episcopale, l'ha subito rimbrottato per bocca (anzi per penna) di Piergiorgio Liverani, personaggio autorevole del mondo cattolico e firma prestigiosa del quotidiano. Ma ecco i fatti. Venerdì scorso, 8 gennaio, Il Popolo dedica un articolo di cronaca alla relazione del ministro della Sanità Francesco De Lorenzo, sulla legge 194, quella appunto sull'aborto. La giornalista incaricata dal direttore Pio Cerocchi è Paola Fabi che espone, con professionalità, il senso della relazione: meno aborti dal '91 a oggi ma, dove persi¬ stono, la cosa va imputata - tra l'altro - alla mancanza di una adeguata informazione preventiva. Ed ecco il brano incriminato: «... Altro tassello importante per la prevenzione scrive Paola Fabi - è l'educazione sessuale nelle scuole, e una proposta di legge in questo senso è stata presentata dal ministro della Pubblica istruzione Rosa Russo Jervolino». Apriti cielo. Ieri, nella sua rubrica «Contro stampa», dedicata alla lettura commentata dei giornali, Piergiorgio Liverani così apre: «Anche il Popolo, come tutti gli altri quotidiani, ha partecipato al coro celebrativo della relazione del ministro De Lorenzo sulla legge 194. Ha fatto rientrare persino la proposta di legge sull'educazione sessuale nelle scuole in una cornice funzionale alla gestione della 194. Dov'è finita l'opposizione de all'a¬ borto?». Pio Cerocchi, direttore responsabile del Popolo difende la sua redattrice e la posizione del giornale: «Non capisco le critiche di Liverani. Noi crediamo, sia come Popolo che come de, che l'educazione sessuale nelle scuole sia una cosa importante e che vada proprio nella direzione della lotta all'aborto. Più informazione sui rapporti uomo-donna significa anche meno rischi di ricorrere all'interruzione di gravidanza. Certamente - continua - qualcuno potrà anche usare male l'educazione sessuale e ne farà uno strumento che stride con la difesa della vita, ma questo è un altro discorso e non può essere confuso con il nostro. E poi un pezzo di cronaca è un pezzo di cronaca, non è mica un editoriale». La parola a Liverani. «Sono io a non capire il mio amico Cerocchi. Io non contesto l'uti¬ lità dell'educazione sessuale. Dico però che esiste una moralità dell'agire umano e che l'educazione sessuale non è un fatto asettico, meramente tecnico. Esiste una liceità, secondo quanto io credo, di certi comportamenti e non di altri. E quindi, per essere espliciti, l'educazione sessuale si può utilizzare sia per difendere la vita che per sopprimerla. Questo discorso il ministro De Lorenzo, dalla sua posizione laica, può benissimo non farlo e io lo capisco e lo rispetto, ma il giornale di un partito che si è battuto per la tutela della vita fin dal concepimento, non può trattare questi temi senza riportare un preciso punto di vista che, peraltro, costituisce anche la sua bandiera. E se lo fa deve accettare di essere messo nel "coro" in cui io l'ho inserito». Raffaello Masci

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