Madri anche con le ovaie dei feti di P. Pat.

Madri anche con le ovaie dei feti La tecnica messa a punto da uno staff scozzese: divampa la polemica Madri anche con le ovaie dei feti Metodo rivoluzionario per le donne in menopausa LONDRA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Un nuovo metodo per rendere madri anche le donne in menopausa è stato annunciato in Inghilterra, dove ha suscitato subito un enorme interesse nell'ambiente scientifico e nell'opinione pubblica, ma anche un'immediata bordata di polemiche. Perché la scoperta realizzata da un team dell'Università di Edimburgo si basa sul trapianto di ovaia da feti umani o da giovani deceduti in incidenti nel grembo di donne di età matura, con una tecnica che spalanca una serie di delicatissimi problemi morali. Gli scienziati scozzesi, guidati dal dott. Roger Gosden, hanno trapiantato cellule di un uovo sviluppato in un feto di topo in una bestia sterile. E hanno avuto successo, tanto da annunciare che lo stesso metodo potrà applicarsi anche al genere umano, mediante il trapianto di queste cel¬ lule dai feti di migliaia di aborti, i cui tessuti attualmente vengono di norma inceneriti. «Ci sono naturalmente problemi etici e legali da superare - ha ammesso il dott. Gosden - perché c'è da risolvere la questione innescata dal fatto che un feto, morto, possa diventare in realtà madre genetica di un neonato. Ma dal punto di vista tecnico, pensiamo di poter passare entro un paio d'anni dalla sperimentazione su animali a quella sul genere umano». I ricercatori della Bourn Hall di Cambridge, la prima clinica al mondo dove sono nati i cosiddetti «bimbi in provetta», frutto cioè di fecondazione artificiale, hanno infatti già ottenuto dal Comitato etico istituito dal governo per sovrintendere alle implicazioni morali e legali delle mirabolanti scoperte di ingegneria genetica, il permesso e i fondi per la prossima fase di ricerca: lo sviluppo, ancora in cultura, di ovuli prove¬ nienti dalle ovaie di feti umani. Il direttore medico della clinica di Cambridge, il dott. Peter Brinsden, ha riconosciuto che «con questa tecnologia un bimbo nato da una donna in menopausa è del tutto estraneo dal punto di vista genetico rispetto alla madre». Immediate le reazioni negli ambienti religiosi. Il ministro John Gummer, membro del Sinodo generale della Chiesa anglicana, si è opposto recisamente all'idea di «utilizzare materiale derivante da un aborto: è un metodo inaccettabile». Gli ha fatto eco la leader del «Movimento per la vita», Victoria Gillick, disgustata perché «l'Inghilterra ha perso il suo codice morale». E l'assistente del Consiglio dei vescovi cattolici inglesi, Nicholas Coote, ha commentato sarcastico: «Quando a un bimbo nato cosi chiederanno chi è sua madre, ebbene, dovrà rispondere: la mia mamma era un feto di sei mesi mai nato». [p. pat.]

Persone citate: Gosden, John Gummer, Nicholas Coote, Peter Brinsden, Roger Gosden, Victoria Gillick

Luoghi citati: Cambridge, Inghilterra, Londra