Ghali e di veleni al Palazzo di Vetro di Aldo Rizzo

La Conferenza di Ginevra si arena sui «no» serbi. Belgrado allerta la contraerea r- OSSERVATORIO 1 Ghali e i veleni al Palazzo di Vetro 'ONU è sotto accusa f per l'assassinio del vice primo ministro della Bosnia, Hakija Turajlic, quando era sotto la protezione dei Caschi Blu francesi. E infatti l'episodio ha dell'incredibile. Un miliziano serbo che riesce a uccidere uno dei più importanti leader bosniaci all'interno di un blindato dell'Onu, senza alcuna prevenzione né reazione della forza internazionale. Come conseguenza, le prospettive già esili della conferenza di pace di Ginevra si sono ulteriormente complicate. (E come non pensare - pur con tutte le differenze - a quell'altro assassinio di Sarajevo, che nel 1914 scatenò le forze della guerra europea e poi mondiale?). Ma non è il solo episodio che, in questi ultimi giorni, ha gettato ombre pesanti sul prestigio e sullo stesso ruolo delle Nazioni Unite. Cattive notizie giungono anche dalla Cambogia e dall'Angola, dove l'Onu è impegnata in complesse e costose operazioni di pace. E che dire della serie sconcertante di contestazioni personali che il segretario generale, Boutros Ghali, ha subito, una dopo l'altra, a Sarajevo, a Mogadiscio e ad Addis Abeba? infine è apparsa strana o eccessiva la presa di distanza della segreteria del Palazzo di vetro dall'ultimatum anglo-franco-americano a Saddam, quando il dittatore stava violando per l'ennesima volta le condizioni del cessate-il-fuoco in Iraq. Dunque è giusto parlare di una crisi dell'Onu, un anno dopo la successione dell'egiziano Ghali al peruviano Perez de Cuellar. Naturalmente non c'è un nesso diretto tra i due fatti. Ghali ereditò l'Onu in un momento per molti versi positivo (il crollo del comunismo e deil'Urss, la fine della paralisi del Consiglio di sicurezza), ma per molti altri versi complicato e difficile: la disintegrazione dell'impero sovietico e dell'Est europeo, la stretta finale di varie crisi regionali, appunto dalla Cambogia all'Angola e al Salvador, per non parlare del Medio Oriente. Governare tanti cambiamenti, in peggio o in meglio, era un'impresa assai ardua. Molti sforzi sono stati compiuti e molte energie sono state spese. E tuttavia alcuni compor1 tamenti del nuovo segretario I generale hanno contribuito a creare un clima di disagio dentro e attorno all'Onu. Ghali, il primo africano alla testa dell'Organizzazione, ha comprensibilmente mostrato di non voler essere un dipendente delle grandi potenze tradizionali, Russia (ex Urss) compresa. Ma si è spinto a dire che la Jugoslavia, dopo tutto, era una tragedia «fra ricchi», al confronto di una tragedia pura, esistenziale, come quella somala, finendo per prendersi gli insulti dei primi senza ricevere nulla in cambio dai secondi. Su un piano più generale, Ghali ha proposto un ruolo autonomo dell'Onu, con una forza propria, neila gestione e nella prevenzione delle crisi: di nuovo un obiettivo lodevole sul piano dei principi e delle speranze, ma che andava contro le prerogative delle potenze del Consiglio di sicurezza, creando un inutile attrito. Il fatto è che il «governo mondiale» è un'ipotesi ancora remota, e agitarla anzitempo (ammesso che verrà un tempo) significa creare un clima sproporzionato di attesa, con ovvii contraccolpi e risentimenti, quando poi si vedono risultati contraddittori o non rispondenti ai propri interessi. Nonostante i suoi errori e i suoi infortuni, l'Onu è più che mai necessaria, a condizione che la si valuti con realismo: cioè come specchio dei rapporti di forza nel mondo e, contemporaneamente, come grande punto di riferimento per l'azione internazionale. I progressi, relativi ma importanti, non mancano, come il «diritto d'ingerenza», una volta impensabile, per il tabù delle sovranità nazionali. Ma essi sono pur sempre legati a equilibri di forza e d'influenza. E accontentiamoci che, dopo il crollo del comunismo, siano i Paesi liberaldemocratici, e altri tendenzialmente tali, come finora la Russia, a fissare le regole del gioco. Quelle vere. Aldo Rizzo [foto ap)

Persone citate: Boutros Ghali, Cuellar, Ghali, Perez