Tutti cantano appassionatamente

L'ultima moda è il karaoke: nascono nuovi ritrovi, fiorisce un mercato di cassette e compact disc L'ultima moda è il karaoke: nascono nuovi ritrovi, fiorisce un mercato di cassette e compact disc Tutti cantano appassionatamente Locali pieni, sul palco più donne che maschi Fanno la coda per entrare. A volte il tutto esaurito costringe a cambiare locale. E pensare che sono loro i protagonisti. Per tutti alla fine ci sarà una base musicale e un microfono per cantare. Ormai sono una quindicina i locali in città che vivono sulle voci dei dilettanti-clienti. E' l'ultima moda del karaoke. Arriva dal Giappone, significa orchestra vuota. Dicono che non durerà molto come tutte le novità, ma per ora impazza: dai locali pubblici alle feste private, alle incisioni provate in casa. Scoperto l'uovo, alcuni imprenditori si sono messi a cucinarlo. A Torino uno studio di registrazione collabora alla produzione di compact disc con i successi italiani e stranieri che vengono venduti con l'apparecchiatura in un pacchetto unico chiamato «CantaGioco» (costa sui tre milioni). Una torinese ha ideato il «Canto anch'io»: cassette - vendute in edicola - che su un lato riproducono il brano con la voce di un cantante e sull'altro la base musicale su cui è possibile registrare la propria interpretazione, cui viene unito il testo della canzone, corredato da consigli su intonazioni, su come leggere le parole straniere. Gli spettacoli del karaoke invadono birrerie e discoteche. Non tutti hanno il sistema originale. Questo consiste in un video riproducente il brano del cantante di successo, con le parole della canzone in sovraimpressione: ad esempio, si abbassa la voce di Dalla, resta la base musicale e canta il volontario di turno. Altri sistemi? La sola colonna sonora e il testo su un foglio. La colonna sonora e le parole su un video. Il risultato non cambia: si canta sempre, da soli, in gruppo, con il pubblico. Il primo locale a portare il haraoke a Torino è stato «Lo scoppiato», via Villarbasse. Poi, sono nati ritrovi appositi, è il caso di Blob in via Dei Mille. Discoteche come Rock City hanno già organizzato piccoli festival (hanno vinto alla pari due ragazze, bravissime, con New York, New York e con Caruso). Birrerie e pub si sono attrezzate. Una sala da ballo è stata trasformata in una mini-Sanremo. Al Coccodè, via Monfalcone, Giangi, 26 anni, fa il Fiorello di Italia 1. Canta lui e invita a cantare. Ognuno può scegliere il brano su un menù composto da un migliaio di canzoni, la maggior parte italiane. «I giovani hanno risposto al volo» dicono i due gestori Claudio Barulli e Carmelo Pitrelli. Al microfono stonati e non, timidi ed ex timidi. Dai 20 ai 45 anni. Tante donne, più dei maschi. Le scelte? I successi di Zucchero, Vasco Rossi, Baccini, Cocciante, Mia Martini, Gianna Nannini, dei Queen. Il pubblico fa il ritornello. La pista è stata sacrificata per seggiole e tavolini. Quando la serata è calda si balla sui tavolini, come al carnevale di Rio. Cantare insieme socializza. Stancherà? Gli esercenti di altre discoteche sono certi che la moda passerà. Ma la banda del karaoke vuole utilizzare questo strumento per inventare nuove forme di spettacolo. Chi imita Celentano, chi Liza Minnelli. Ri¬ nasce il cabaret, il varietà. Si fa da coro a cantanti ospiti. E' avvenuto con Little Tony, Smalla e Dino, avverrà giovedì 21 con la Rettore, sempre al Coccodè. Tutti sul palco appassionatamente. A giugno si svolgerà la prima finale di karaoke. Luciano Borghesan Cantare insieme socializza, dicono i gestori del Coccodè

Luoghi citati: Giappone, Italia, New York, Torino